Omicidio di Cinzia Pinna, Emanuele Ragnedda dice di aver sparato per difendersi ma è ancora giallo sul movente

Settembre 26, 2025 - 13:30
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Omicidio di Cinzia Pinna, Emanuele Ragnedda dice di aver sparato per difendersi ma è ancora giallo sul movente

Emanuele Ragnedda avrebbe raccontato di aver sparato per difendersi. Poco dopo la notizia del fermo, era arrivata quella della sua confessione dell’omicidio di Cinzia Pinna, 33 anni, scomparsa lo scorso 11 settembre a Palau e ritrovata in un terreno di proprietà dell’imprenditore, nei pressi della sua abitazione. Resta tuttavia ancora sconosciuto il movente del delitto. L’uomo, imprenditore del vino piuttosto conosciuto nel suo ambito, si trova nel carcere di Nuchis a Tempio Pausania. Secondo il ministero dell’Interno, nei primi sette mesi del 2025 erano già oltre 60 le donne uccise, 51 i femminicidi commessi in ambito familiare.

Pinna è stata uccisa con un colpo di pistola. Era originaria di Castelsardo. Quella sera dell’11 settembre l’aveva passata con gli amici. Era in condizioni psicofisiche precarie quando l’uomo l’avrebbe accolta nella sua automobile secondo quanto ricostruito tra le immagini delle telecamere di videosorveglianza e alcune testimonianze. Si conoscevano già. La famiglia Pinna ha tirato su un piccolo impero nella ristorazione, i Ragnedda sono diventati un nome riconoscibile nel vino: dopo essere cresciuto nell’azienda di famiglia. Ancora molti i dubbi degli inquirenti sulla vicenda.

Ragnedda era stato fermato dai Carabinieri, intercettato da una motovedetta della Capitaneria a bordo di un piccolo gommone mentre era diretto alla casa dei genitori a Baja Sardinia. Era finito sugli scogli, non ha opposto resistenza. Assistito dal suo avvocato Luca Montella, davanti ai Carabinieri e al procuratore di Tempio Pausania Gregorio Capasso, aveva confessato l’omicidio e indicato dove si trovava il corpo della vittima. Avrebbe raccontato di una lite culminata nell’omicidio, avrebbe esploso uno o più colpi di pistola quando la donna le si sarebbe avvicinata con un oggetto in mano.

Specialisti dei Ris di Cagliari hanno sequestrato diversi reperti nella sua casa nelle campagne di Palau. I carabinieri hanno trovato tracce di sangue e una polvere bianca che sarà analizzata all’esame tossicologico. Secondo gli inquirenti, mancherebbero all’appello degli oggetti appartenuti alla vittima, tra cui il telefono cellulare. Oggi dovrebbe essere fissata l’udienza per la convalida del fermo di Ragnedda, accusato di omicidio volontario e omicidio volontario aggravato dall’uso di arma comune da sparo e occultamento di cadavere. Era arrivato in elicottero alla festa di compleanno della madre, 60 anni. Non si era trattenuto molto, era già passato qualche giorno dall’11 settembre.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia