Gli ingegneri scoprono la biofilia: la natura diventa leva di benessere e competitività


Il contatto con la natura non è solo una fonte di benessere individuale, ma anche una leva strategica che può generare valore economico e sociale per imprese, comunità e territori
Gli ingegneri – simbolo per eccellenza di razionalità, calcolo e tecnica – oggi riconoscono il valore profondo della biofilia, ovvero “quell’amore per la vita” che definisce il legame innato dell’essere umano con la natura.
Non è un paradosso: è la dimostrazione di come anche il mondo tecnico e professionale stia comprendendo che il futuro non si costruisce soltanto con algoritmi, cemento e acciaio, ma anche con alberi, paesaggi, biodiversità e benessere ambientale.
La conferma arriva dalla Rete delle professioni tecniche della Lombardia, coordinata dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano, che ha sottoscritto il Manifesto Back to Nature: un documento programmatico che unisce ingegneri, architetti, agronomi, geometri, periti agrari, veterinari, ostetriche, avvocati, commercialisti e notai.
Tutti insieme per affermare che la natura non è un ornamento, ma una leva di sostenibilità, salute e competitività economica.
La natura come fattore di innovazione
“Il contatto con la natura non è solo una fonte di benessere individuale, ma anche una leva strategica che può generare valore economico e sociale per imprese, comunità e territori” è il pensiero di Carlotta Penati, presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Milano.
Parole che ribaltano l’idea di una natura confinata nei parchi o nelle aree verdi urbane: la biofilia diventa invece principio progettuale, sociale ed economico. Non più un optional, ma un pilastro delle città resilienti, delle imprese innovative e dei modelli di sviluppo che vogliono reggere l’urto delle crisi climatiche, energetiche e sociali.
Un manifesto aperto
Il manifesto Back to Nature è stato pensato come uno strumento aperto a nuove adesioni: istituzioni, imprese, ordini professionali e singoli cittadini possono unirsi alla rete.
L’obiettivo, spiega Penati, è “trasformare la biofilia in un principio operativo che guidi progettazione, pianificazione e sviluppo territoriale, ma anche la gestione delle imprese, le politiche pubbliche e l’organizzazione degli spazi di lavoro e di vita quotidiana“.
Perché la biofilia parla al futuro
L’iniziativa della Rete lombarda mostra come la biofilia non sia un concetto astratto, ma un fattore di competitività e innovazione. Non solo perché migliora la qualità della vita, ma perché rafforza la resilienza dei territori e la capacità delle imprese di rispondere alle nuove sfide globali.
In fondo, sono proprio gli ingegneri e i tecnici – coloro che disegnano città, edifici, infrastrutture e processi produttivi – a comprendere che il futuro dipende dal ritorno a un equilibrio con la natura. Un equilibrio che non è nostalgia, ma prospettiva strategica per un mondo più sano, equo e sostenibile.
Natura e benessere
Intanto segnaliamo che domani sabato 27 settembre, dalle ore 17 alle 19, nella cornice del Palazzo Farnese di Caprarola (Vt) si svolgerà l’evento conclusivo di Natura e/è benessere, progetto di terapia forestale condotto dall’Istituto per la bioeconomia del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ibe) e finanziato dalla Regione Lazio e dall’Ente Monti Cimini – Riserva naturale Lago di Vico.
Crediti immagine: Depositphotos
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