465 grammi per pedalare sul velluto: ecco cosa pensiamo dell’attacco Kinekt

Settembre 26, 2025 - 20:00
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465 grammi per pedalare sul velluto: ecco cosa pensiamo dell’attacco Kinekt
prova kinekt

Una nuova prova sul campo in tema di attacchi manubri ammortizzati: questa volta abbiamo provato quello di Kinekt, testato a lungo e in condizioni differenti

Realizzato in alluminio 6061-T6, l’attacco Kinekt oggetto del test ha una lunghezza di 90 mm, pesa 465 grammi e presenta un’escursione di circa 20 mm. È in pratica adatto per essere installato su manubri con diametro standard da 1-1/8″ con diametro del morsetto da 31,8 mm. L’inclinazione è di 7° positiva. Esistono altre due lunghezze da 105 mm e 120 mm.

Il principio di funzionamento è quello del parallelogramma, con quattro snodi. Nella scatola è compreso un set di 2 molle aggiuntive con durezza variabile in funzione del peso del ciclista.

La scelta della molla consente di ottimizzare la regolazione seguendo le istruzioni allegate alla confezione. Quella montata in fabbrica è quella intermedia.

Kinekt: arriviamo al test sul campo

Con la seconda settimana del mese di agosto, al termine di un viaggio di circa 900 chilometri in giro per l’Appennino, si è conclusa la prova dell’attacco manubrio Kinekt iniziata nel mese di giugno.

Nel viaggio di agosto avevo davanti una borsa Toploader di Topeak con un carico di circa 2 kg. Si è trattato di una prova lunga per testare l’attacco in qualsiasi condizione possibile, asfalto o terreni compatti ma irregolari, strade sterrate, uscite brevi o viaggi lunghi, manubrio carico o scarico.

Le impressioni delle prime prove, fatte nei primi giorni di giugno e con manubrio scarico, si sono rivelate giuste e nell’utilizzo anche gravoso e continuativo, non si sono rilevate modifiche di sorta.

Le leggere oscillazioni dell’attacco sotto sforzo (per esempio durante una salita, quando le braccia caricano alternativamente la parte destra o sinistra del manubrio), dovute alla presenza degli snodi, sono avvertibili solo su superfici lisce (asfalto o cemento) e sono rimaste invariate nel tempo, sia con manubrio scarico che carico.

Come prevedibile, sono impercettibili nell’utilizzo gravel su fondi sconnessi, dove invece si apprezza moltissimo la capacità di assorbimento dei piccoli urti che non vengono trasmessi ai polsi e alle braccia.

Per correttezza della valutazione, aggiungo che ho usato manubrio dritto largo 660 mm, con un aumento considerevole del braccio della leva rispetto a un manubrio gravel notevolmente più compatto.

Non escluderei che aumentando la dimensione trasversale dell’attacco, allungando i perni, si possa avere una riduzione di queste oscillazioni. Rimarrebbe un leggero aumento di peso, ma in questo caso il carbonio potrebbe avere una buona applicazione, a patto di riuscire a contenere gli inevitabili aumenti di costo.

L’inserimento in curva su fondi compatti come l’asfalto mi è sembrato leggermente più gommoso rispetto a un attacco rigido ma una volta prese le misure diventa ininfluente.

Il fattore peso

Per molti ciclisti il peso è un fattore discriminante nelle scelte dei componenti. L’attacco di Kinekt pesa, completo di molla, 465 grammi. Stimando un peso di un attacco manubrio in alluminio fisso di circa 120/130 grammi, l’aggravio di peso si aggira intorno ai 330/340 grammi.

Non è poco, ma la comodità della guida sullo sconnesso migliora il viaggio. Rispetto a una forcella ammortizzata, l’aumento di peso è minimo ed è chiaro il vantaggio perché specie se si viaggia, l’aumento di peso, anche un solo chilogrammo in più ha un suo valore.

Anche fosse solo per caricare una bici sul treno o portarla su per una scala.

L’aspetto legato alla manutenzione

Altro aspetto da non sottovalutare, specie nei viaggi lunghi, l’assenza di manutenzione e la quasi nulla possibilità che l’attacco si guasti. Non ci sono parti in pressione o guarnizioni che possano patire freddo, caldo oppure usura e polvere. Citando un emiliano famoso “quel che non c’è, non si può rompere“.

L’attacco manubrio ammortizzato non è confrontabile in toto con una forcella ammortizzata, perché hanno comportamenti abbastanza diversi, a cominciare dalla corsa pur avendo lo stesso scopo: assorbire le asperità del terreno per rendere confortevole il viaggio.

Peso e costo inferiori dell’attacco manubrio rispetto al cambio della forcella, possono condizionare la scelta.

Valutazione del montaggio

Trattandosi di un oggetto aftermarket, il montaggio naturalmente deve essere semplicissimo e come tale si è rivelato, alla stregua di un attacco manubrio tradizionale.

Non si smonta nulla a eccezione dell’attacco rigido originale, non sono richieste operazioni di spurgo sui freni a disco, che spesso sono indispensabili a causa dei passaggi dei tubi interni alle forcelle.

Per cambiare le molle occorre una chiave a brugola che allenta uno dei grani superiori. Si rimuove il perno e si sostituisce la molla rimontando il tutto con procedimento inverso. Tutto facilmente e comprensibilmente spiegato nelle istruzioni.

Kinekt: le impressioni finali

Data la comodità di utilizzo, la facilità di montaggio e il costo relativamente contenuto, mi sembra un ottimo acquisto per chi intenda viaggiare comodo senza affaticare polsi e braccia.

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Marco FardelliMarco Fardelli architetto e designer, ogni anno percorre circa 3.500 km in bicicletta in città, in ogni stagione, per "razionalizzare la mobilità urbana cambiandone l'orientamento, i mezzi e i metodi di spostamento" | Facebook | CityBustoBike

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