Due mosse contro la caccia: consegnate le firme in Senato e domenica presidi in tutta Italia

Consegnate oggi venerdì 19 settembre, al Servizio Assemblea del Senato le 53mila firme raccolte per la proposta di Legge di iniziativa popolare voluta da Animalisti Italiani, Enpa, Lac, Lav, Lndc Animal Protection e Oipa, per l’abolizione della caccia, la tutela di orsi e lupi, l’incremento delle aree protette e il divieto di ingresso dei cacciatori nelle proprietà private.
Il quorum necessario è stato raggiunto in meno di 2 mesi, tra cui agosto, invece che nei sei previsti dalla Legge, motivo per cui è stata fermata con largo anticipo la raccolta delle firme e sono state espletate le pratiche necessarie per la consegna.
#StopCaccia le firme in due mesi
«Siamo molto orgogliosi del risultato raggiunto che arriverà sul tavolo delle Commissioni congiunte Ambiente e Agricoltura del Senato, che hanno ripreso nei giorni scorsi l’esame del Disegno di Legge “Sparatutto” voluto dal ministro Lollobrigida e ora affidato ai partiti di maggioranza e che rischia di essere ancora di più peggiorato da emendamenti dei senatori di maggioranza, facendo rientrare “dalla finestra”, solo per citare due esempi la caccia sulle spiagge e l’aumento delle specie impallinabili».
Le associazioni firmatarie della proposte di legge continuano: «Il successo della nostra iniziativa popolare dimostra invece che le cittadine e i cittadini sono consapevoli del pericolo in corso, del principio Costituzionale calpestato della tutela degli animali e della biodiversità, della violazione delle Direttive europee di tutela dell’ambiente e di quanto la situazione potrebbe ancora peggiorare già con i paralleli provvedimenti di riapertura della caccia ai lupi e agli uccelli migratori nei valichi montani che erano state fermate da provvedimenti giudiziari».
Gli animalisti ricordano: «La nostra iniziativa #StopCaccia rappresenta la volontà di coloro che non vogliono più animali selvatici trucidati, come succederà da dopodomani ancora con l’apertura nazionale della stagione venatoria».
I cacciatori non son “bioregolatori”
In una nota le organizzazioni osserva anche che «I cacciatori si autodefiniscono ambientalisti, mentre il ministro Lollobrigida si è spinto persino oltre, arrivando a nominarli come “bioregolatori”, pur di tentare di dare dignità – senza riuscirci – a una categoria di cittadini che si diverte a provocare sofferenza e morte tra gli animali selvatici. E – si sottolinea – quanto approvato nei giorni scorsi, con il via libera della caccia nei valichi montani, cuore delle rotte migratorie dell’avifauna, dimostra che la volontà è quella di sparare sempre e ovunque, rispondendo alle richieste della lobby della caccia, molto vicina all’attuale Governo».
La mobilitazione
In occasione dell’apertura della caccia, domenica 21 settembre, Animalisti Italiani, Enpa, Lac, Lav, Lndc Animal Protection e Oipa non solo hanno presentato al Senato le firme a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare che prevede l’abolizione della caccia e il rafforzamento della tutela di orsi e lupi nonché l’incremento della aree protette, ma hanno deciso di mobilitarsi.
«Abbiamo organizzato alcuni presidi in zone simboliche del nostro Paese, aree di elevato valore socio-ecologico, dove racconteremo ai cittadini cosa sta accadendo in Parlamento e quale futuro si prospetta per gli animali selvatici e le aree protette – dichiarano le associazioni – una vera e propria deregulation venatoria che comporterà maggiori rischi anche per i cittadini. Non bisogna infatti dimenticare che, oltre ai milioni di animali uccisi ogni anno, i fucili dei cacciatori mietono decine di vittime anche tra le persone».
Appuntamento il 21 settembre
Dalle 10 alle 13 di domenica 21 settembre, le associazioni incontreranno i cittadini in varie regioni d’Italia, nello specifico nella riserva naturale dell’Abbadia di Fiastra (MC), nella foresta demaniale del Cansiglio (BL), al valico di Colle di San Zeno (BS), nell’area della Pietra di Bismantova (RE), nella foresta demaniale di duna Feniglia (GR), al Parco del Po e del Morbasco (CR), nel centro di Perugia e nella pineta Cimino di Taranto.
«La nostra proposta di Legge per l’abolizione della caccia vuole dare finalmente voce a più di tre quarti dei cittadini italiani, che secondo i dati Eurispes richiedono da sempre la cancellazione definitiva di questa pratica assurda e violenta e che, nonostante la schiacciante maggioranza, rimangono inascoltati da questa maggioranza parlamentare. Maggioranza che, da quando si è insediata a ottobre 2022, si è completamente asservita a quello 0,7% di popolazione rappresentata dai cacciatori, utilizzando gli animali selvatici come moneta di scambio elettorale», commentano le associazioni
«Noi non ci arrenderemo fino a che la caccia e ogni altra forma di violenza sugli animali non saranno definitivamente abolite!», concludono
Nell’immagine in apertura gli animalisti davanti al Senato – tutte le foto da ufficio stampa
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