Meloni alle Nazioni Unite. Israele ha “superato il limite”, anche l’Italia appoggerà alcune sanzioni Ue

Bruxelles – “La reazione a un’aggressione deve sempre rispettare il principio di proporzionalità. E Israele ha superato quel limite”. Le parole più dure della carriera della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nei confronti di Israele arrivano durante il discorso all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. A confermare questo approccio, l’annuncio del voto a favore “su alcune delle sanzioni proposte dalla Commissione europea verso Israele”. Quel termine, “alcune”, rende però poco chiaro se il governo, in sede di Consiglio europeo, deciderà di sostenere il pacchetto di sanzioni ai ministri estremisti o la sospensione del partenariato economico con Tel Aviv.
Le accuse italiane a Gerusalemme non arrivano solo da New York. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ieri aveva annunciato che la fregata multiruolo Fasan della Marina militare era stata inviata in direzione di Creta, per garantire assistenza ai cittadini italiani presenti a bordo della Flotilla, attaccata nella notte.
In audizione a Montecitorio tornato sul caso, Crosetto oggi ha affermato che “gli attacchi a imbarcazioni civili in acque internazionali sono totalmente inaccettabili”, anche se la protezione italiana avverrà solo fino a un certo punto, visto che “non siamo in grado, fuori dalle acque internazionali, di garantire la sicurezza delle imbarcazioni”. La volontà degli attivisti di sfondare il blocco navale per portare aiuti alla popolazione cozza con le perplessità del ministro: “Consiglio di seguire le indicazioni e lasciare gli aiuti umanitari a Cipro, poi la Chiesa li porterà a Gaza” (le organizzazioni umanitarie della Chiesa cattolica cipriota si stanno rganizzando in questo senso), il dubbio alla fine per il ministro è “era necessario rischiare vite?”.
#GlobalSumudFlotilla, #Crosetto : “Non possiamo garantire sicurezza se entrano in acque israeliane”#flotilla #25settembre pic.twitter.com/ObBOIDGTCb
— Fanpage.it (@fanpage) September 25, 2025
Al di là di qualche dietrofront, l’approccio italiano nei confronti di Tel Aviv sembra essere diverso. Una presa di posizione un po’ tardiva che arriva al tramonto del secondo anno di conflitto. La mossa politica di cambiare registro proprio ora ha ragioni interne. Le grandi proteste di piazza e l’attacco alla Global Sumud Flotilla, con a bordo cittadini italiani, sono stati episodi che hanno colpito l’opinione pubblica.
Grane per Giorgia Meloni che, ieri, è stata colpita anche dal fuoco amico. La premier ha scoperto che 300 membri dello staff del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, avevano sollecitato in una lettera un “cambio di rotta” sul dossier Gaza, per evitare di cadere nella trappola della “complicità” con gli aggressori.
Nel non pienissimo Palazzo di Vetro, con una platea stanca al terzo giorno di comizi, Meloni ha rispettato i tempi concessi ed ha parlato per un quarto d’ora (due giorni fa Trump lo aveva fatto per più di 55 minuti). Nel discorso non c’è stata solo la guerra in Medio Oriente: il conflitto in Ucraina è stato il primo citato. La presidente del Consiglio lo ha interpretato come miccia che “ha riacceso, e fatto detonare, diversi altri focolai di crisi. Mentre le Nazioni Unite si sono ulteriormente disunite”.
Ho partecipato alla riunione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU sull’#Ucraina. Ho ribadito la condanna per le violazioni dello spazio aereo europeo e il pieno sostegno a Kyiv per una pace giusta e duratura.
Serve un negoziato credibile, con garanzie reali per la sicurezza e… pic.twitter.com/itL7mHd6HF— Antonio Tajani (@Antonio_Tajani) September 23, 2025
La perdita di potere dell’ONU è stata un argomento trasversale di molti interventi in questi giorni. Anche Meloni ha così proposto “una riforma” che possa far uscire l’istituzione da una “paralisi decisionale che mina la credibilità delle Nazioni Unite”. Ad essere messi sotto accusa anche “l’ecologismo insostenibile”, che in Europa prende forma attraverso “i piani verdi che stanno portando alla deindustrializzazione molto prima che alla decarbonizzazione”, oltre ad aver quasi distrutto “il settore dell’automobile”.
Nonostante qualche titubanza green, Meloni per concludere si è affidata alle parole di un Santo “ecologista”, San Francesco. “Il più italiano dei Santi”, (come definito da Meloni), disse: “I combattimenti difficili vengono riservati solo a chi ha un coraggio esemplare”. Un appello ai leader mondiali.
Qual è la tua reazione?






