Open Roads celebra il nuovo cinema italiano a New York

Giugno 1, 2025 - 02:30
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Open Roads celebra il nuovo cinema italiano a New York

Dal 29 maggio al 5 giugno, Cinecittà e Film at Lincoln Center – l’organizzazione newyorkese che promuove il cinema indipendente americano e mondiale – portano nella grande mela la 24° edizione del festival Open Roads: New Italian Cinema al Walter Reade Theater del Lincoln Center, curato da Dan Sullivan. Sei giorni di incontri con attori, registi e le proiezioni di quattordici titoli, selezionati tra i più significativi della stagione, compongono una rassegna che riflette l’evoluzione stilistica del nostro cinema, più che mai internazionale, stratificato e multiforme. Con l’obiettivo di aprire le porte dei grandi cinema americani, spesso meno accessibili, ai cineasti italiani contemporanei.

A inaugurare il festival è stata l’anteprima di Il tempo che ci vuole, l’intenso ritratto autobiografico firmato da Francesca Comencini, in cui l’autrice rilegge con sguardo intimo e struggente il suo rapporto con il padre, il grande Luigi Comencini. Sullo schermo, Fabrizio Gifuni —presente per un Q&A nella serata d’apertura — incarna con profondità il regista, in un film che ha conquistato sei nomination ai David di Donatello e il Premio Pasinetti alla Mostra del Cinema di Venezia.

“Francesca non mi ha chiesto di imitare suo padre, ma di ascoltarlo, di entrare in quella zona fragile dove l’affetto e il conflitto si confondono, come spesso accade tra un padre e una figlia”, racconta Fabrizio Gifuni. “Interpretare Luigi Comencini filtrato dallo sguardo di sua figlia è stato un esercizio di delicatezza. Il suo ritratto è pieno di sfumature, di vita. Non è un film solo sulla memoria ma sul tempo che la memoria chiede per diventare racconto e trasformarsi in coraggio, in cura verso l’altro”.

Fanno parte della varietà della proposta anche recenti film di grande successo al botteghino come Diamanti di Ferzan Özpetek, che unisce estetica e memoria in un omaggio alla coralità del cinema attraverso le donne rappresentate, o nuove opere sperimentali e liriche come Canone Effimero dei fratelli Gianluca e Massimiliano De Serio, che esplora la cultura popolare di diverse regioni italiane attraverso la riscoperta delle più profonde tradizioni musicali e orali del nostro Paese, restituendo l’immagine di un’Italia fatta di memoria, spesso invisibile, ma più che mai contemporanea.

A sinistra: Dan Sullivan, curatore del festival per il Film al Lincoln Center; a destra: Fabrizio Gifuni, attore protagonista del film Il tempo che ci vuole | Credits: Julie Cunnah

“Con Diamanti ho voluto condividere le emozioni che mi hanno accompagnato fin dai miei primi passi nel cinema, quando da aiuto regista frequentavo le sartorie teatrali e cinematografiche. Quelle donne, con le loro mani sapienti e le storie intrecciate tra ago e filo, mi hanno insegnato il valore della resilienza. Nel film, il tempo non segue una linea retta, ma si piega alle emozioni, ai ricordi, ai legami che si formano e si trasformano. Ho voluto rendere omaggio a tutte le attrici che hanno segnato il mio percorso, anche a quelle con cui non ho avuto la possibilità di lavorare, come Monica Vitti, Mariangela Melato e Virna Lisi. Diamanti è un tributo alla loro luce, alla loro capacità di brillare e di far brillare gli altri”. Racconta Ferzan Özpetek.

Canone effimero è un omaggio alle specificità locali, alla loro polivocalità — per questo non abbiamo voluto imporre una voce unica, ma lasciare che la coralità emergesse da sola, nelle corrispondenze, nelle rime interne, nei gesti condivisi. È un film che affida al linguaggio visivo e sonoro il compito di restituire dignità e complessità a tradizioni spesso ridotte a folklore, ma che sono invece vive, mobili, contemporanee. Affermano Gianluca e Massimiliano De Serio.

La ricca delegazione artistica vedrà protagonisti anche le opere: Basileia di Isabella Torre; Berlinguer, La grande ambizione di Andrea Segre; Campo di battaglia di Gianni Amelio; Canone Effimero di Gianluca De Serio e Massimiliano De Serio; Come la notte di Liryc Dela Cruz; Familia di Francesco Costabile; Iddu di Antonio Piazza e Fabio Grassadonia; Luce di Silvia Luzi e Luca Bellino; Paternal leave di Alissa Jung; Sulla terra leggeri di Sara Fgaier; Vittoria di Alessandro Cassigoli e Casey Kauffman; Wishing on a star di Péter Kerekes che concluderà il festival.

Dan Sullivan, programmer del Film at Lincoln Center afferma: “questa edizione di Open Roads ci mostra un cinema italiano di grande rilevanza per il panorama internazionale, aperto a nuove opportunità, pur senza perdere la sua identità. Attraverso temi di comprensione universale, linguaggi nuovi e percorsi creativi alternativi.”

Offrire una vetrina concentrata sul cinema italiano contemporaneo era, vent’anni fa, una proposta che poteva sembrare ambiziosa, forse persino rischiosa. Eppure, l’interesse del pubblico non è mai venuto meno. Lo dimostra Open Roads, che continua a raccogliere opere capaci di raccontare un’Italia cinematografica molteplice. A distanza di due decenni, l’idea si conferma tanto valido quanto necessaria: uno spazio per ascoltare voci nuove, riscoprire autori affermati e seguire da vicino le strade in cui si muove oggi il nostro cinema.

Open Roads è realizzato in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di New York e con il sostegno di Casa Italiana Zerilli-Marimò NYU, ITA Airways, e del New York State Council on the Arts, con il supporto dell’Ufficio del Governatore e dell’Assemblea Legislativa dello Stato di New York.

Il programma completo è disponibile su filmlinc.org.

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Redazione Redazione Eventi e News