Più virtuoso e internazionale: il marchio di eco-sneaker Id.Eight ha le idee chiare per il futuro
Intervista
Vegane, cruelty free, sostenibili, green: le collezioni di sneaker negli ultimi anni, un po' come è accaduto per l'abbigliamento, hanno tentato, sia per una questione di etica, sia, molto più spesso, per ragioni di marketing, di farsi amiche dell'ambiente. Molto frequentemente questi progetti hanno avuto la durata di una o due stagioni, quasi il tempo di una capsule collection. Nel panorama dei marchi che sono nati esclusivamente per produrre scarpe sportive sostenibili e che, ancora oggi, portano avanti questo business, figura l'azienda toscana Id.Eight. Fondata a Firenze nel 2019 dallo stilista sud-coreano Dong Seon Lee e della product manager italiana Giuliana Borzillo, Id.Eight utilizza oltre il 70% di materiali riciclati, 100% cruelty-free e genderless.
L'azienda, come ha raccontato a FashionUnited, Borzillo, ha in carniere molte novità, tra cui il lancio del nuovo modello Maru, e punta a chiudere il 2025 con un fatturato di circa un milione di euro. "Il 2024 si è chiuso con un giro d'affari pari a 540mila euro, nel 2025 arriveremo vicino al milione, con la vendita di circa 9mila paia di sneaker. Oggi il 70% del fatturato arriva dal segmento business to business", spiega la fondatrice, sottolineando che è stato appena tenuto a battesimo il primo punto vendita fisico diretto, alla Stazione Termini di Roma. "Il corner resterà aperto fino alla fine di febbraio. Stiamo puntando anche sull'internazionalizzazone del marchio grazie a nuovi agenti in Corea del Sud e in Grecia. Abbiamo distributori anche in Spagna, Francia, Olanda, Belgio e Germania", spiega Borzillo, aggiungendo che tra gli obiettivi del marchio rientra anche quello di diventare sempre più virtuosi, magari grazie alle risorse di nuovi investitori. In futuro, inoltre, c'è il desiderio di sbarcare in Nord Europa e in Giappone.
Il primo mercato per Id.Eight è l'Italia e il secondo è la Germania
Oggi il primo mercato per Id.Eight, che ha anche un ecommerce, è l'Italia e il secondo la Germania. Ma cosa è che spinge veramente il cliente verso una calzatura di questo tipo: il design e, quindi, l'estetica o il fatto che sia una scarpa che ha fatto della sostenibilità il proprio manifesto? Il Dna green inizia proprio dal nome: "Id", che richiama il concetto di identità, ed "Eight", il numero 8, simbolo dell’infinito e dell’evoluzione continua. "Il logo di Id.Eight riflette questo impegno verso un cambiamento costante, verso un mondo in cui moda e ambiente possono coesistere", spiega Borzillo.
Le sneaker dell'etichetta fiorentina, la cui produzione avviene in Portogallo, non hanno la stagionalità tipica dei prodotti moda, che diventano forzatamente obsoleti, ma si propongono come modelli evergreen, mai fuori moda. La decisione di produrre in Portogallo nasce dalla volontà di scegliere un fornitore specializzato in un segmento di mercato specifico come quello della sostenibilità, e che possa garantire standard qualitativi e una filiera certificata. Una decisione maturata dopo esperienze di produzione italiane che non erano state soddisfacenti dal punto di vista della trasparenza della filiera.
Tra i materiali utilizzati per la produzione della tomaia anche raspi, bucce e semi d'uva
Quanto ai materiali la tomaia è realizzata con materiali made in Italy derivati da sottoprodotti dell’industria alimentare: si va da BioVeg, ricavato dagli scarti del mais di produzione industriale e dal micelio (realizzare un metro quadrato di BioVeg richiede circa il 30% in meno di Co2 rispetto ai materiali tradizionali) a Vegea, realizzato a partire dalla vinaccia ovvero raspi, bucce e semi d’uva che rimangono dal processo di estrazione del succo (ogni anno ne vengono gettate circa 10 milioni di tonnellate dal settore vinicolo quando in realtà potrebbero essere utilizzate per creare questo materiale resistente e flessibile), fino ad Uppeal: un tessuto che in qualche modo ricorda la pelle ma realizzato a partire dalle bucce di mela e dai torsoli. "Recentemente abbiami introdotto Desserto ricavato dalle foglie di cactus, coltivate senza irrigazione artificiale né pesticidi. Le piante di cactus sono molto resilienti", spiega Borziello.
La suola delle Id.Eight è in gomma naturale e riciclata
La suola delle Id.Eight è in gomma naturale e riciclata. Come riciclati sono tutti i materiali che compongono i lacci e l’etichetta. La fodera è in cotone 100% biologico, certificato e traspirante. Tutti i fornitori del brand sono europei, selezionati con cura e certificati secondo standard ambientali internazionali, come le certificazioni Iso e Grs, acronimo di Global recycled standard). Tutti utilizzano energie rinnovabili e aderiscono ai principi di “riciclo e riuso”.
L'azienda ha ottenuto il punteggio Vvv+, il più alto possibile, nel rating di Animal free fashion, promosso dalla Lega anti vivisezione. "Questo garantisce che le sneaker siano completamente prive di materiali di origine animale, in linea con i più alti standard etici e cruelty-free", sottolinea la fondatrice. Detto ciò, a catturare l'attenzione dei consumatori sono soprattutto il design e i colori di queste sneaker. Insomma, vince l'estetica. Ed è questa la chiave del successo della moda sostenibile. Un'azienda longeva in questa nicchia di mercato deve impegnarsi a produrre scarpe belle, che piacciano, rispettando l'ambiente. La differenza tra chi realizza capsule sostenibili una tantum seguendo strategie di marketing risiede nella competenza e nella capacità di saper usare i materiali giusti. "Mio marito, che per ironia della sorte ho conosciuto proprio alla fiera delle calzature Micam, e che è anche il designer delle scarpe del nostro marchio, visita tutte i saloni di settore, a partire da Lineapelle", racconta la fondatrice di Id.Eight. "Bisogna anche dire che si tratta di materiali costosi, spesso anche più cari della pelle vera; motivo per cui, per esempio, chi fa fast fashion non si può pernettere questo tipo di produzione, adatta, invece, a un brand premium". Le scarpe del marchio vanno da un prezzo di 179 euro ai 225 euro.
Un capitolo a parte, poi, va dedicato alla riparazione, elemento fondamentale dell'innovazione circolare.
Ogni anno, nel mondo, vengono prodotte oltre 24 miliardi di paia di scarpe che, una volta rotte o usurate, finiscono quasi tutte negli inceneritori. Non esiste dunque solo il tema dell’impatto ambientale legato alle fasi di produzione ma anche quello del riutilizzo dei materiali e al contenimento della produzione. Su questo fronte Id.Eight si impegna nel recupero e nella rigenerazione delle sneaker esauste: grazie alla partnership con Eso Recycling, un progetto dedicato alla raccolta e al recupero di calzature, per realizzare pannelli fonoassorbenti e termoisolanti e pavimenti antitrauma per i parchi giochi per bambini.
I clienti dell'etichetta hanno l'opportunità di riparare le proprie scarpe
Inoltre, grazie alla collaborazione con DisanaPianta, un laboratorio di riparazione specializzato in sneaker, i clienti dell'etichetta hanno l'opportunità di allungare ulteriormente la vita delle proprie scarpe.
La scatola è realizzata in un unico pezzo con coperchio integrato, in cartone riciclato al 90%,
certificato Fsc e perfettamente riciclabile. Ognuna contiene una bomba di semi, un piccolo gesto
green che invita chi acquista un paio di Id.Eight a piantare i semi in un vaso o in una zona urbana,
contribuendo così alla biodiversità e alla riqualificazione degli spazi verdi.
Tre modelli: Hana, Uriduri, Samji in diverse varianti colore, a cui, per la spring summer 26, si aggiungerà il modello Maru.
Hana è il più iconico: in coreano significa “numero uno” e rappresenta il primo passo del brand verso una moda più sostenibile: suola running,
dinamico e moderno. Samjji è un modello ispirato alla festa coreana Samjinnal: il design unisce cultura coreana, sostenibilità e innovazione. Uriduri è il modello con suola a cassetta, più classico e versatile.
L'estetica delle scarpe è ciò che fa avvicinare il cliente
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