Pulp Podcast: Gasparri e Cruciani tra politica, social e provocazioni
Nel nuovo episodio di Pulp Podcast, Maurizio Gasparri e Giuseppe Cruciani si confrontano su politica, social, Fedez, cannabis light e libertà di parola. Un dibattito acceso e senza filtri.

Dopo aver infiammato il dibattito pubblico con l'inaspettata partecipazione di Fedez al congresso dei Giovani di Forza Italia, il confine tra politica, cultura pop e comunicazione digitale si fa sempre più sottile. A raccogliere questa sfida, oggi, è PULP PODCAST, che nel suo nuovo episodio, online da oggi, ospita Maurizio Gasparri e Giuseppe Cruciani per un confronto diretto, irriverente e senza filtri. Un appuntamento imperdibile che arriva in un momento di grande riconoscimento per il format, appena premiato come “Miglior Podcast italiano” nell’ambito dei Best Movie Comics & Games, un segnale forte del ruolo sempre più centrale che PULP sta giocando nel raccontare la contemporaneità attraverso voci diverse e spesso inaspettate.
La nuova puntata di Pulp Podcast si apre con un chiarimento sulla recente partecipazione di Fedez al congresso di Forza Italia Giovani. È proprio l’artista a introdurre il tema, sottolineando come “il contesto valga più del concetto”, una riflessione che fa da premessa al confronto con il senatore che interviene subito per smentire le dichiarazioni rilasciate da Massimo Giletti, chiarendo che la presenza di Fedez non è stata un’elezione a modello, ma piuttosto un’occasione di dialogo in quanto hanno ospitato una persona, non ne hanno fatto un esempio da seguire. Da una domanda di Mr. Marra parte il racconto su come sia nato il loro rapporto, e Gasparri risponde con tono diretto: “Inizia su Twitter… io a quelli che mi rompono le scatole rispondo a tono. Anche a Bizzarri, quello che prende soldi per film che non vede nessuno». La risposta prende forma quando Fedez ricostruisce l’origine dello scontro social, citando il tweet che ha fatto scattare la polemica: l’ormai noto epiteto “coso colorato”. A inasprire i toni, l’intervento di una fan in difesa del cantante, che ha suscitato una replica particolarmente veemente da parte del senatore. Si apre a questo punto una riflessione sul ruolo dei social network, sul fenomeno degli haters e sul doppio standard che colpisce i personaggi pubblici. Analizzano un meccanismo sempre più diffuso: se una figura pubblica offende un privato, viene immediatamente messa sotto accusa; viceversa, quando è un cittadino a minacciare o insultare un personaggio noto, resta impunito.
Su questo tema interviene Giuseppe Cruciani, che cita il recente caso del professore universitario finito nella bufera per aver insultato la figlia della premier Giorgia Meloni. Pur condannando il gesto, il conduttore de La Zanzara si dichiara contrario al licenziamento del docente. «Sono convinto che la Meloni lo perdonerà». Prosegue poi con un riferimento ironico a Roberto Vannacci, da lui definito il pioniere del free speech, sottolineando il paradosso per cui proprio lui avrebbe querelato Pier Luigi Bersani in seguito a un’offesa ricevuta. Un passaggio che evidenzia le contraddizioni e le tensioni crescenti nel confronto tra libertà di parola e responsabilità pubblica. “E’ anche un nemico di Gasparri”, afferma ancora il conduttore radiofonico alludendo sempre a Vannacci e da qui la risposta del senatore: “La mia critica verte sul fatto che non ho mai trovato adeguato che lui facesse già delle dichiarazioni politiche mentre era in servizio” ed ancora “sono contro l’improvvisazione politica”.
Fedez introduce poi il caso della commissione Orlandi, organo di cui Gasparri stesso fa parte pur definendosi perplesso in merito alla costituzione. “È complicato che queste commissioni fatte a decenni di distanza trovino soluzioni perché creano aspettative che generano frustrazioni in una seconda fase”. Un pensiero che tocca il nodo profondo di un caso ancora avvolto dal mistero, con una famiglia che si è sentita tradita da due stati: quello italiano e quello vaticano. Interrogato da Mr. Marra sulla possibilità di un conflitto d’interessi, Gasparri respinge con fermezza ogni ipotesi: Non c’è conflitto, ma indignazione. È inaccettabile a parer suo che un pontefice venga denigrato.
Si è affrontato poi il tema del contributo attuale della famiglia Berlusconi, in particolare il ruolo assunto da Pier Silvio dopo la scomparsa del fondatore di Forza Italia. “La famiglia Berlusconi va ringraziata per la vicinanza politica e morale” afferma Gasparri, per ciò che riguarda invece l’eredità dei costi del partito afferma che ogni membro della famiglia può dare un contributo annuo registrato per legge, con un limite di 100k. Ci tiene poi a specificare che la famiglia non da condizionamenti politici e tutte le decisioni vengono prese da congressi elettivi. In merito alla figura di Piersilvio aggiunge Cruciani, “è l’interlocutore di riferimento per i vertici di Forza Italia”.
A chiudere la puntata, il dibattito si accende sul recente stop del TAR di Bologna alla vendita di cannabis light. Giuseppe Cruciani incalza Maurizio Gasparri con una domanda provocatoria: come può un partito che si dichiara vicino agli imprenditori sostenere la chiusura di attività che vendono una sostanza legale? Il senatore ribadisce, «Tutte le droghe fanno male», confermando la linea ideologica che da sempre contraddistingue la sua posizione politica. Un finale che sintetizza l’anima di Pulp Podcast: scontro diretto, domande scomode e nessuna paura di affrontare le contraddizioni della politica e del Paese.
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