Scoperti i mattoni della vita: forse esistevano prima delle stelle
Nel silenzio gelido e buio dello spazio profondo, molto prima che le stelle inizino a brillare, i processi chimici fondamentali per la vita potrebbero essere già in pieno svolgimento. Questa è l'affascinante implicazione di una recente scoperta che sta ridisegnando la nostra comprensione delle origini cosmiche. Gli astronomi hanno infatti individuato una delle più grandi molecole organiche complesse mai osservate finora, suggerendo che le "materie prime della vita" non necessitano del calore di un sole per formarsi, ma possono emergere nel freddo interstellare.
Al centro di questa rivelazione c'è una molecola dal nome complesso, il cianocoronene. È stata identificata all'interno della Nube Molecolare del Toro (TMC-1), una vasta e gelida regione di gas e polveri situata tra le costellazioni del Toro e dell'Auriga, nota per essere un fertile vivaio di stelle e un laboratorio chimico di eccezionale ricchezza. Il cianocoronene appartiene a una classe di composti a base di carbonio noti come idrocarburi policiclici aromatici (IPA), strutture stabili formate da più anelli di carbonio. Si ritiene che queste molecole intrappolino una frazione significativa del carbonio presente nell'universo e svolgano un ruolo cruciale nella chimica che porta alla formazione di stelle e pianeti. Fino ad oggi, però, erano state rilevate solo molecole di questo tipo relativamente piccole; il cianocoronene sposta notevolmente più in alto il limite di grandezza.
A rendere possibile questa identificazione è stato il Green Bank Telescope (GBT), in West Virginia, il più grande radiotelescopio completamente orientabile del mondo. Con la sua impressionante altezza di 148 metri e un'antenna dal diametro di 100 metri, il GBT agisce come un gigantesco orecchio cosmico, capace di captare i debolissimi segnali radio emessi da regioni fredde e dense come la TMC-1. A differenza dei telescopi ottici che raccolgono la luce visibile, il GBT è progettato per rilevare le onde radio, che possono svelare la presenza di molecole complesse nascoste nel buio. Per identificare una specifica molecola, gli scienziati ne misurano prima lo spettro a microonde in laboratorio. Ogni molecola possiede un'unica "impronta digitale", un preciso schema di segnali. Successivamente, puntando il telescopio verso il cielo, cercano una corrispondenza in quel segnale, e nel caso del cianocoronene, la corrispondenza è stata trovata con una certezza statistica altissima.
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