Sejourne: “Non credo nei dazi, distruggono la catena del valore e creano tensioni commerciali”
Stephane Sejourne, Commissario Ue all’Industria, in un’intervista alla “Stampa” dice: “Non credo nei dazi, perché distruggono la catena del valore e creano tensioni commerciali. E però occorre introdurre condizionalità per gli investimenti stranieri in Europa”. Fa l’esempio dell’auto: “Oggi ci sono produttori che in Europa assemblano auto cinesi con componenti cinesi e personale cinese: accade in Spagna e in Ungheria. Cosi non va bene”. Secondo il vicepresidente dell’Unione “abbiamo certamente un problema di trasferimento tecnologico, penso ad esempio alle batterie. O all’energia nucleare: sono venuti in Francia, hanno imparato a usarla, ora la vendono. Ebbene, dopo trent’anni ora chiediamo reciprocità. Dobbiamo essere meno naif, e rimetterci sugli standard di tutte le grandi economie mondiali. Siamo l’unico continente che manca di un pensiero strategico di politica industriale”. Gli ultimi dati sulle vendite di auto cinesi dicono che nei primi nove mesi dell’anno solo in Italia sono aumentate del 150 per cento: “Le cifre sono ancora più preoccupanti di così. Le stime dicono che nel 2035 la quota di mercato europea scenderebbe dal 70 al 55 per cento. Peggio ancora sono i numeri sulla componentistica: dall’attuale 85 per cento scenderemmo sotto il 50 per cento”.
E dunque “occorrono tre cose. La prima è mostrarsi flessibili rispetto all’obiettivo dello stop all’auto endotermica nel 2035. La discussione è ancora in corso, ma siamo vicini a considerare il principio della neutralità tecnologica. Non siamo ingegneri – osserva Sejourne – , lasciamo a loro indicare strade per arrivare all’obiettivo, dai biocarburanti in giù. Dobbiamo definire anche il concetto di auto europea. Deve essere semplice, non aumentare la burocrazia e metterci in condizione di rispondere alla concorrenza cinese. Infine bisogna diversificare i mercati di sbocco. Stiamo ad esempio negoziando con l’India, che oggi applica sull’auto europea dazi del 150 per cento”. Uno dei problemi più grossi, e non riguarda solo l’auto, è lo strapotere cinese sulle terre rare: “Dobbiamo trovare nuovi mercati di approvvigionamento in Africa, Sudamerica, Canada. Sarò presto in Brasile e Sudafrica per firmare accordi in questo senso”. Il commissario ha detto che occorre una sorta di marchio ‘Made in Eu’ per rilanciare la produzione industriale del continente: “Ci stiamo lavorando, ma riguarderà molti settori, fino agli appalti pubblici. Dobbiamo avere uno standard per stabilire cosa significa acciaio europeo, cosa cemento europeo, e così via” ha concluso Sejourne.
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