Stretta sui siti per adulti, torneremo all’epoca dei giornaletti con Cicciolina?
Dal 12 novembre appena trascorso, giorno consacrato a san Renato, occorre una verifica dell’età per accedere ai cosiddetti siti a “luce rosse”; YouPorn e ogni altro portale. La normativa allinea il Belpaese, così come lo nominava l’abate Stoppani (il suo volto rassicurante vive in effigie sulla confezione tonda del formaggio omonimo, da molti scambiato impropriamente per Cristoforo Colombo) al Regno Unito, la Francia e numerose nazioni Usa, dove il limite di accesso è invece in atto da tempo.
“L’obiettivo è tutelare i minori e rendere più consapevole la navigazione”, provano a garantire gli esperti di web e perigliose navigazioni social, chiosando infine che “le esperienze internazionali sono contrastanti e mostrano che la questione è comunque tutt’altro che semplice”. Secondo un’autorità di regolamentazione dei media britannica, il traffico verso i principali portali porno nel Regno di Sua Maestà Carlo III è comunque crollato di quasi un terzo in tre mesi. Negli Stati Uniti, nonostante l’irritualità tendente all’osceno ripugnante di Donald Trump, “il calo ha toccato l’80%, accompagnato da un’impennata dell’uso di vpn”. Prosegue ancora l’esperto, accennando all’esistenza di software che infatti “permettono di simulare il proprio indirizzo di connessione da un Paese diverso da quello effettivo”. A fine ottobre, leggiamo, “gli analisti di Similarweb riportavano che tra i 30 siti più frequentati in Italia ci sono due portali presenti nella lista dei 45 individuati dall’Agcom come ad accesso solo con identità verificata, al momento non con Spid o carta di identità elettronica”.
Assodato che il bisogno di piacere solitario appare tra le evenienze incancellabili, avremo dunque un ritorno alla preistoria dell’onanismo già supportato dalla contemplazione del mezzo cartaceo? E qui, d’istinto, l’autoclave, se non la dinamo, la funivia della memoria adolescenziale, probabilmente prettamente maschile, si mette subito in moto. Un po’ di microstoria personale si rende quindi necessaria. Enzo M., compagno alle scuole medie, modellista, capace di montare anche l’aereo di Charles Lindberg, lo “Spirit of St. Louis”, senza mai dimenticare il fissaggio del pilota fuori dalla carlinga, sarà stato il 1968, anno infuocato di lotte planetarie, tenendo sotto braccio una copia di “Quattroruote” lo rammentiamo mentre, lesto, si recava in bagno, una volta dentro, dopo essersi assicurato che la porta fosse chiusa con doppia mandata, sfogliava le pagine, concentrandosi soprattutto sulle pubblicità di foderine e tappetini, incredibilmente corredate da ragazze in bikini; lascio all’immaginazione il resto del racconto.
Maurizio B., sarà stato invece il 1974, l’anno della straordinaria vittoria del fronte divorzista, invitò alcuni amici un pomeriggio d’autunno inoltrato nel suo villino di Isola delle Femmine, anche in questo caso un nome metaforico, mostrandoci alcune copie di “Le Ore” e “Men”, forse anche di “Menelik”, come fossero incunaboli preziosi, peccato che nessuna pagina potesse essere sfogliata perché tutte vergognosamente incollate l’una sull’altra; cartonate, oseremmo dire. Tale preistoria dell’onanismo ritenevamo fosse ormai, appunto, leggenda remota, trascorsa, rimossa, se solo non dovessimo prendere atto, come già detto, che d’ora in poi per accedere ai siti porno, conquista comunque laica e democratica destinata al discutibile (per alcuni, almeno) piacere solitario, occorrerà mostrare esattamente il proprio stato anagrafico, forse anche, speriamo di non esagerare, offrire la prova del riconoscimento facciale.
In una preistoria sebbene più recente, parlo dei giorni del mio servizio militare, vissuto alla caserma “Piave” di Orvieto, presso il 3° Battaglione Granatieri “Guardie”, motto: “A me le guardie!”, ed era il 1983, l’anno in cui Nintendo lanciò la console NES, la stessa piazza d’armi dove si svolge uno straordinario romanzo d’amore gaio di Pier Vittorio Tondelli, “Pao Pao” il titolo, proprio in quel luogo ricordo altri “supporti” cartacei, “OV”, “OS” e “Cellophane”, grazie ai quali veniva contemplata la nudità di una giovane Ilona Staller-Cicciolina; la rude truppa, osservandone la luce mariana sul volto, non riusciva a trattenere ignobili frasi di meraviglia maschilista. In realtà, con quelle ributtanti parole i soldati ne santificavano le grazie, vedendola appunto come santa patrona del piacere…
Qualche anno fa, mosso da puntiglio editoriale onnicomprensivo, ho domandato al giornalaio del mio quartiere, Umberto, che fine avessero appunto fatto le pubblicazioni cosiddette “pornografiche”, le stesse che un tempo occupavano un’ampia porzione di scaffali, lì affastellate, tra evidenza e vergogna da terza fila laterale, ricevendo come risposta un gesto della mano rivolta all’indietro che suggeriva tempi passati, irripetibili. Sostituiti nelle scansie da decine di pubblicazioni di enigmistica. Ripeto: l’obbligo di identificazione anagrafica farà tornare viva nuovamente in questo caso il tempo del cartaceo, nonostante perfino i quotidiani più moralmente blandi fatti di quella materia vivano ormai giù in picchiata nelle vendite? Tornerà forse così anche “Caballero”, pubblicazione che ancora adesso fa brillare il ricordo d’ogni boomer?
P.s. Pubblico maschile a parte, si sappia che nella mappa del consumo le donne sono altrettanto presenti, le italiane piazzate su un 32%, battute incredibilmente dalle svizzere avanti di oltre tre punti.
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