Svelati tutti i segreti del tè che si coltiva sul Lago Maggiore

Agosto 23, 2025 - 05:00
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Svelati tutti i segreti del tè che si coltiva sul Lago Maggiore
compagnia del lago - coltivazione tè

Abbiamo avuto l’opportunità di visitare la più importante coltivazione di tè italiana che si trova sul Lago Maggiore. A raccontarci l’avventura è Alessandro Zacchera, della Compagnia del Lago, che vicino a Verbania coltiva un campo di 2 ettari e mezzo di Camelia Sinensis

Sul Lago Maggiore la tradizione locale non ha mai fatto del tè una tisana autoctona, neppure nei momenti storici più difficili quando si è ricorso a surrogati come le ghiande che diventavano farina o la base per il caffè.

No, le camelie, che proprio in questa zona trovano l’habitat naturale, sono sempre state solo piante ornamentali con la bellissima Camelia Japonica regina dei più bei giardini.

Fino a che, proprio un vivaista di Verbania – Paolo Zacchera, patron della Compagnia del Lago, ha deciso di farne una piantagione puntando sulla messa a dimora della Camelie Sinensis.

Una grande scoperta perché solo con una produzione a km zero il tè assicura, in effetti, la bontà di tutti i suoi principi di benessere. Specialmente il tè verde. Così, i 2 ettari e mezzo di Premosello Chiovenda – neanche 30 chilometri da Verbania – rappresentano il campo più esteso in Italia.

E anche quello più produttivo di tè verde e nero: negli ultimi anni la raccolta delle piccole gemme che crescono in cima ai filari di Camelie Sinensis è arrivata a processare circa 150 chili di foglie “pari a circa 75mila tazzine“, come ci racconta Alessandro Zacchera che ci accoglie in una visita sul campo.

Studi di economia alla Bocconi alle spalle, Alessandro, figlio di Paolo, ha sentito il richiamo della natura che è stato più forte di un lavoro a Londra in una investment bank.

E dunque eccolo qui a raccontarci la vita nei campi da tè in una giornata di pieno agosto nella quale il sole splende sui filari di Camelie Sinensis, che sembrano comunque non temere né i cambiamenti climatici né gli attacchi dei nuovi insetti alieni.

Anzi, tutto questo potrebbe fare la differenza per aumentare l’attenzione su una coltivazione che potrebbe veramente diventare autoctona.

Non ci si improvvisa produttori di tè

Importanti sono stati i viaggi in Georgia dei Zacchera e anche i macchinari che, provenendo dalla Cina, sono stati adattati alle norme di sicurezza richieste in Italia.

Ma il progetto della Compagnia del Lago non nasce oggi, bensì ha una decina di anni alle spalle con anche qualche piccolo default anche finanziario, ben superato però. Gli esperimenti nel nostro Paese in realtà non sono mai mancati.

Soprattutto durante gli anni Trenta dove l’orto botanico dell’università di Pavia fu incaricato di identificare e studiare la fattibilità di coltivare il tè nel nostro Paese. Allora però – spiega Zaccherai risultati furono scadenti“.

Ma qualcosa – lui stesso lo fa notare – sta cambiando, “probabilmente per i cambiamenti climatici, che potrebbero facilitare la coltivazione di tè in altre zone“. Il terreno adatto è però fondamentale. Acidofilo, ovviamente.

Per il resto “sono piante longeve, che necessitano poca acqua. Infatti, abbiamo installato un sistema a goccia e interveniamo a innaffiare solo nel caso di grande siccità, come è successo due anni fa“.

Pochissimi i trattamenti necessari, possibile quindi definire quella della Compagnia del lago una coltivazione biologica, anche se va precisato che non è stata certificata.

Come si riproducono le camelie?

Da semi – precisa Zacchera, mostrandoci una sorta di noccioline che custodiscono tre semi ognuno – Dopo tre-quattro anni, le piantine iniziano a produrre le foglie adatte per essere raccolte tra maggio e giugno.

Con una possibile altra raccolta a luglio. Quindi le piante vanno potate in maniera leggera e in autunno sbocciano i fiori molto apprezzati dalle api. Tanto che stiamo valutando di mettere delle arnie“.

Al momento tutto questo avviene a mano con una decina di raccoglitori in campo. Ma si sta studiando un prototipo per utilizzare un sistema meccanico, anche per potare. I test sono tutti propedeutici alla Compagnia del lago per la valutazione di una crescita di mercato interessante.

Rimaniamo fornitori di La via del tè di Firenze – ci racconta Zaccherama abbiamo intenzione di lanciare la nostra label qui sul lago Maggiore“. Non solo tè in verità, ma anche prodotti che nascono dal tè come un liquore e “con i sottoprodotti del tè anche eccipienti per l’industria cosmetica“.

Intanto, i Zacchera hanno intenzione di sistemare per l’accoglienza i fabbricati che si trovano accanto alla piantagione. Una degustazione, ma anche locali dove organizzare eventi culturali. E una bella biblioteca farà capolino.

Di tutto questo ne abbiamo parlato con Paolo Zacchera. Ecco qui il reportage sul campo per scoprire i segreti delle Camelie Sinensis.

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