Sono oltre 1400 le vittime del sisma in Afghanistan e nuove scosse rendono ancora più difficili i soccorsi

Settembre 3, 2025 - 02:30
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Sono oltre 1400 le vittime del sisma in Afghanistan e nuove scosse rendono ancora più difficili i soccorsi

La terra non smette di tremare, in Afghanistan. Dopo il sisma di magnitudo 6 dell’altra notte  che ha provocato la morte di almeno 1.400 persone, mentre le operazioni di soccorso vanno avanti nella speranza di trovare sotto le macerie qualche sopravvissuto, un’altra scossa di magnitudo 5.2 ha colpito in queste ore la regione: secondo quanto riferito dal Geological Survey statunitense (Usgc), questo secondo sisma terremoto ha avuto origine a 34 chilometri a nord-est di Jalalabad, a una profondità di 10 km. E ha finito di buttar giù le poche costruzioni danneggiate dal primo terremoto e che a stento avevano resistito.

La provincia di Kunar, a est di Kabul, ha subito l’altra notte i danni più drammatici. Si tratta di un’area montuosa, il che rende complicato l’arrivo di gruppi di soccorso via terra, ora resa difficilmente percorribile a causa delle numerose frane innescate dal terremoto e un tempo cosparsa di abitazioni per lo più costruite con pietre e argilla che non hanno resistito al sisma. I talebani hanno chiesto l’aiuto della comunità internazionale, che da subito non è mancato sia in termini di impiego di personale che di contributi economici. Il solo Regno Unito ha stanziato un milione di sterline per sostenere gli sforzi delle Nazioni Unite e della Croce Rossa nella fornitura di assistenza sanitaria e beni di prima necessità agli afghani colpiti, mentre l'India ha dichiarato di aver consegnato mille tende familiari a Kabul e di stare trasportando 15 tonnellate di cibo a Kunar, con ulteriori aiuti umanitari che dovrebbero essere inviati nel corso della giornata.

Le Nazioni unite hanno già mobilitato 20 squadre di valutazione delle emergenze insieme a 15 squadre mobili «che potenzieranno i voli umanitari da Kabul a Jalalabad», ha fatto sapere il massimo responsabile degli aiuti Onu nel Paese, Indrika Ratwatte. Il Servizio aereo umanitario delle Nazioni Unite ha programmato voli aggiuntivi tra Kabul e Jalalabad per il trasporto di personale e merci al fine di potenziare la risposta. Il funzionario degli aiuti umanitari ha anche affermato che le Nazioni Unite stanno cercando di installare o riparare le reti mobili danneggiate, poiché alcune comunità colpite sono «completamente isolate», anche far arrivare elicotteri e trovare zone di atterraggio è un’impresa complicata. «Non è facile raggiungere queste zone e continuare a trasportare i feriti», ha affermato Ratwatte. Solo quelli accertati sono più di tremila. Ma verosimilmente saranno molti di più, calcolando che molte zone della regione sono ancora isolate e non si sa cosa ne sia stato della popolazione lì residente.

Anche dall’Italia le voci umanitarie e le azioni di aiuto non si sono fatte attendere. Save the children attira l’attenzione sul fatto che migliaia di bambini hanno urgente bisogno di cibo, acqua e riparo nell'Afghanistan orientale. L’Organizzazione internazionale ha inviato proprie squadre mediche mobili che ora sono impegnate in uno dei distretti più gravemente colpiti della provincia di Kunar. I soccorritori hanno dovuto camminare per 20 km per raggiungere i villaggi isolati dalle frane, trasportando attrezzature mediche sulle spalle con l'aiuto dei membri della comunità. Il personale medico lavora senza sosta per curare i feriti e aiutare a trasportare le persone alle ambulanze che non riescono a raggiungere i villaggi isolati. Le scosse di assestamento si susseguono continuamente, costringendo le famiglie a trasferirsi all'aperto, dove dormono senza riparo e lontano da case ed edifici che non sono costruiti per resistere a tali scosse.

Secondo i primi rapporti delle Nazioni Unite, circa 12.000 persone, di cui quasi la metà bambini, sono state direttamente colpite dal violento terremoto verificatosi domenica notte.

L'équipe medica mobile del Dott. Shaheer (il nome è stato modificato per motivi di protezione, fa sapere Save the children) è stata la prima a raggiungere alcuni dei villaggi devastati di Kunar e sta lavorando porta a porta per curare i feriti. «Le persone tentano disperatamente di salvare i propri cari da sotto le macerie, ma a causa dei blocchi stradali, non è possibile portare i feriti dal medico o alla nostra clinica mobile», spiega il medico. «Inoltre, non esiste un mezzo che consenta di trasportare in ospedale le persone con ferite gravi. Dalla mattina alle 17, non siamo riusciti a trovare acqua potabile o cibo nella zona. Le persone utilizzano l'acqua del fiume, che non è salutare. La situazione dei bambini è grave. Se non riceveranno assistenza nelle zone colpite dal terremoto, dovranno affrontare difficoltà nutrizionali, sanitarie e di altro tipo.

Il violento terremoto ha interrotto le fonti di acqua potabile, aumentando il timore di malattie e limitando l'accesso al cibo. Save the children sta lavorando per portare acqua potabile ai villaggi di Kunar, soprattutto nelle aree irraggiungibili con le autocisterne, oltre a fornire assistenza medica di emergenza e collaborare con i partner per valutare le esigenze urgenti. L'Organizzazione sta inoltre allestendo un centro di assistenza all'infanzia per fornire un supporto essenziale alla salute mentale dei bambini. «Questa è una corsa contro il tempo per salvare vite umane: per far uscire i feriti dai villaggi remoti isolati dalle imponenti frane e per fornire acqua potabile, cibo e riparo. Questi villaggi di montagna sono difficili da raggiungere in tempi normali, ora molti sono raggiungibili solo a piedi, e ogni ora è preziosa. Le famiglie hanno un disperato bisogno di aiuto: chiedono ai nostri team sul campo di aiutarle a seppellire i familiari deceduti, di curare i feriti, di fornire acqua pulita e cibo, soprattutto ai bambini. Quando le case sono crollate, non sono andati persi solo tetti e muri: anche cibo, acqua, vestiti, pentole. Tutto è andato distrutto in pochi secondi. La situazione per i più piccoli è critica. I nostri team stanno supportando i bambini, ma sono in migliaia ad avere urgente bisogno di aiuto. Chiediamo alla comunità internazionale di stanziare al più presto fondi di emergenza e di dare priorità ai bisogni dei minori nella risposta. Senza un'azione immediata e continua, i bambini affronteranno gravi minacce per la loro salute, sicurezza e benessere nei giorni e nelle settimane a venire», ha dichiarato Samira Sayed Rahman, direttrice Programmi e advocacy di Save the children in Afghanistan.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia