Tracciabilità di cani e gatti: UE vuole regole più severe?

Ottobre 13, 2025 - 22:00
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Tracciabilità di cani e gatti: UE vuole regole più severe?

lentepubblica.it

Il progetto di legge approvato dal Parlamento questa estate stabilisce i primi standard minimi a livello UE per l’allevamento, l’alloggio e la gestione di cani e gatti, con la richiesta di norme più severe in materia di tracciabilità.


Scopriamo quali sono le novità e cosa potrebbe cambiare anche in Italia. Per la prima volta, l’Unione Europea stabilisce standard minimi condivisi per l’allevamento, la custodia e la gestione di cani e gatti. Il progetto di legge rappresenta un passo storico verso una normativa unitaria sul benessere degli animali da compagnia, con l’obiettivo di contrastare il commercio illegale e migliorare la tracciabilità degli animali all’interno del mercato europeo.

La nuova regolamentazione nasce dalla consapevolezza che il commercio di cani e gatti, spesso privo di controlli adeguati, costituisce un problema sia economico che etico. Le differenze tra le legislazioni nazionali, infatti, hanno favorito la diffusione di pratiche illecite e allevamenti non conformi agli standard di benessere animale. A ciò si aggiunge la crescente popolarità degli acquisti online di cuccioli, un fenomeno che ha moltiplicato i casi di vendita di animali malati o provenienti da strutture abusive.

Tracciabilità obbligatoria per tutti gli animali immessi sul mercato

Il regolamento introduce per tutti i cani e gatti venduti o trasferiti all’interno dell’Unione l’obbligo di identificazione e registrazione in una banca dati nazionale. Ogni animale dovrà essere dotato di microchip prima della sua prima immissione sul mercato e ogni successivo passaggio di proprietà dovrà essere tracciato. In questo modo, sarà possibile risalire alla cucciolata d’origine e monitorare i movimenti degli animali, riducendo il rischio di frodi o traffici clandestini.

Le nuove norme prevedono anche la creazione di banche dati interoperabili tra i diversi Stati membri, così da garantire un sistema uniforme e facilmente consultabile dalle autorità competenti. La possibilità di incrociare le informazioni a livello europeo rappresenta un importante strumento per identificare allevatori e venditori che operano in violazione delle regole, assicurando al contempo maggiore trasparenza per chi acquista.

Regole più severe per gli allevamenti e i rifugi

Oltre alla tracciabilità, il testo introduce requisiti più rigorosi per gli stabilimenti di allevamento e per i rifugi che ospitano animali. Queste strutture dovranno garantire condizioni adeguate di spazio, igiene e socializzazione, in linea con il riconoscimento scientifico della capacità degli animali di provare emozioni, dolore e stress.

Anche i rifugi, spesso esclusi dalle normative di tipo economico, saranno tenuti a rispettare le nuove disposizioni in materia di identificazione e registrazione. L’obiettivo è evitare che gli animali provenienti da canili o gattili finiscano nel mercato senza controlli o vengano utilizzati per scopi di riproduzione non autorizzata. Le organizzazioni che gestiscono rifugi saranno inoltre incoraggiate ad adottare misure per prevenire la nascita di cucciolate indesiderate.

Lotta al traffico illegale dagli Stati extra UE

Un altro punto cruciale del regolamento riguarda il crescente traffico di cani e gatti provenienti da Paesi terzi. Secondo la Commissione europea, le attuali regole sulla sanità animale non sono sufficienti a impedire l’importazione illegale di animali da allevamenti esteri.

Per rafforzare i controlli, il nuovo sistema imporrà ai proprietari o ai responsabili di animali introdotti nell’Unione di registrarli in una banca dati dello Stato membro di destinazione, oltre alla consueta identificazione tramite microchip. Questa misura permetterà di monitorare meglio gli spostamenti e di verificare l’origine degli animali, contrastando così le reti di traffico che spesso coinvolgono cuccioli provenienti dall’Europa dell’Est o da Paesi extra comunitari.

Più controlli sulle vendite online e periodi di adattamento

Il regolamento europeo prevede anche un monitoraggio più attento delle piattaforme digitali che pubblicizzano la vendita di animali. L’obiettivo è evitare la diffusione di annunci anonimi o ingannevoli che favoriscono il commercio illecito. Le autorità nazionali dovranno intensificare i controlli, collaborando con i siti di e-commerce per verificare la provenienza degli animali e la correttezza delle informazioni fornite.

Per permettere agli Stati membri di adeguarsi, è previsto un periodo di transizione che potrà durare fino a dieci anni. Questo tempo servirà a potenziare le infrastrutture informatiche, uniformare le banche dati e formare il personale addetto ai controlli.

Cosa cambierà per l’Italia

Anche l’Italia sarà chiamata a recepire le nuove regole, armonizzando le proprie normative con quelle europee. Nel nostro Paese esistono già sistemi di identificazione obbligatoria per i cani e, in alcune regioni, anche per i gatti. Tuttavia, la gestione delle banche dati è frammentata e non sempre interoperabile a livello nazionale. L’introduzione di un sistema unificato europeo potrebbe dunque rappresentare un’occasione per migliorare la trasparenza e la cooperazione tra le autorità veterinarie.

Le associazioni animaliste hanno accolto con favore la proposta, sottolineando come la tracciabilità obbligatoria sia uno strumento fondamentale per contrastare gli allevamenti abusivi e le vendite clandestine. Secondo gli esperti, il nuovo quadro normativo potrà contribuire a ridurre le sofferenze degli animali e a promuovere un’idea di possesso più responsabile, in cui l’acquisto di un cane o di un gatto non sia più considerato un semplice atto di consumo, ma un impegno etico e consapevole.

Il testo approvato dall’UE sulla tracciabilità di cani e gatti

Qui il documento completo.

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