Tunisia: l’interscambio con l’Italia sfiora i 5 miliardi di euro nei primi 10 mesi del 2025
L’interscambio commerciale tra Italia e Tunisia ha sfiorato i 5 miliardi di euro (4,969 miliardi) nei primi dieci mesi del 2025, pari a 16,99 miliardi di dinari tunisini, confermando Roma come secondo partner europeo di Tunisi dopo la Francia Le esportazioni italiane verso la Tunisia hanno raggiunto 2,6 miliardi di euro (8,89 miliardi di dinari), mentre quelle francesi si attestano a 3,6 miliardi di euro (12,28 miliardi di dinari). Secondo i dati diffusi dall’Istituto nazionale di statistica tunisino (Ins), nello stesso periodo le vendite tunisine verso l’Italia sono state pari a 8,1 miliardi di dinari (circa 2,38 miliardi di euro), in lieve calo dell’1,2 per cento rispetto ai 8,2 miliardi di dinari (2,4 miliardi di euro) del medesimo periodo 2024. Il saldo commerciale resta comunque positivo per Tunisi, con un avanzo di 784 milioni di dinari, pari a 230 milioni di euro.
Tra i principali prodotti che l’Italia importa dalla Tunisia figurano abbigliamento e calzature, parti e accessori per veicoli, motori e trasformatori elettrici, articoli in plastica, prodotti chimici e fertilizzanti, materiali della siderurgia e petrolio greggio. Sul versante opposto, tra i prodotti che l’Italia esporta maggiormente verso la Tunisia da gennaio a settembre si trovano prodotti energetici raffinati, metalli, tessuti, cuoio e pellami, apparecchi di cablaggio, materie plastiche e derivati, macchinari industriali, oltre a prodotti chimici e farmaceutici. Il tessuto produttivo italo-tunisino resta particolarmente integrato: nel Paese operano oggi oltre 900 aziende a partecipazione italiana, parziale o totale. Più di 750 sono attive nell’industria manifatturiera, circa 300 nel comparto tessile–abbigliamento, mentre le altre operano nei settori della meccanica, dell’elettronica ed elettrotecnica, della concia e calzatura, dell’agroindustria, dell’agricoltura, pesca e acquacoltura, delle materie plastiche e dei servizi. Gli investimenti italiani risultano concentrati soprattutto nelle regioni di Nabeul, Sousse, Grande Tunisi, Ben Arous e Monastir, confermando il ruolo dell’Italia come uno dei partner industriali più radicati nel Paese nordafricano.
Nei primi dieci mesi del 2025, il commercio estero tunisino ha mostrato una crescita moderata delle esportazioni, affiancata però da un aumento più marcato delle importazioni, che ha ampliato il deficit commerciale. Secondo i dati dell’Ins, le vendite all’estero hanno raggiunto 52,214 miliardi di dinari (15,3 miliardi di euro), in lieve aumento dell’1,1 per cento rispetto allo stesso periodo del 2024. Le importazioni, invece, sono salite a 70,65 miliardi di dinari (circa 21 miliardi di euro), con un incremento del 4,9 per cento su base annua. Questa dinamica ha portato il deficit commerciale a 18,436 miliardi di dinari (5,42 miliardi di euro), contro i 15,716 miliardi (4,62 miliardi di euro) dei primi dieci mesi del 2024. Di conseguenza, il tasso di copertura delle importazioni con le esportazioni è sceso dal 76,7 al 73,9 per cento, segnalando una pressione crescente sulla bilancia commerciale del Paese.
La dinamica settoriale mostra segnali divergenti. A sostenere la crescita delle esportazioni sono soprattutto il comparto minerario – in particolare fosfati e derivati – in aumento del 9,4 per cento, e l’industria meccanica ed elettrica, che avanza del 7,7 per cento. Al contrario, il settore energetico registra un forte arretramento (-29,2 per cento), dovuto al crollo delle vendite di prodotti raffinati (790,5 milioni di dinari contro 1,65 miliardi). In calo anche l’agroalimentare (-13,8 per cento), trainato dalla netta diminuzione delle esportazioni di olio d’oliva (3,062 miliardi contro 4,175 miliardi), e leggermente negativo il comparto tessile-abbigliamento-cuoio (-0,9 per cento). Sul fronte delle importazioni prevale invece una dinamica espansiva: crescono i beni d’equipaggiamento (+14,5 per cento), le materie prime e i semilavorati (+6,7 per cento) e i beni di consumo (+10,9 per cento). Si riducono, invece, gli acquisti dall’estero di prodotti energetici (-9,3 per cento) e alimentari (-5,7 per cento).
L’Unione europea (Ue) si conferma il principale partner commerciale della Tunisia, assorbendo il 70,5 per cento delle esportazioni tunisine e fornendo il 43,3 per cento delle importazioni. Nei primi dieci mesi del 2025, le vendite tunisine verso l’Ue hanno raggiunto 36,787 miliardi di dinari (10,82 miliardi di euro), in aumento rispetto ai 35,807 miliardi di dinari (10,53 miliardi di euro) del 2024. La crescita è trainata soprattutto dalle esportazioni verso Germania (+10,7 per cento), Francia (+9,6 per cento) e Paesi Bassi (+6,4 per cento), mentre risultano in calo quelle verso Italia (-8,1 per cento) e Spagna (-16,7 per cento). Nei rapporti con i Paesi arabi, la dinamica è altrettanto significativa: aumentano le vendite verso Libia (+4,4 per cento), Marocco (+36,1 per cento), Algeria (+10,4 per cento) ed Egitto (+35 per cento), segnalando una maggiore diversificazione geografica dell’export tunisino. Sul fronte opposto, le importazioni europee verso la Tunisia salgono a 30,586 miliardi di dinari, contro i 29,209 miliardi del 2024. Crescono gli acquisti da Francia (+11,8 per cento) e Germania (+8,1 per cento), mentre diminuiscono quelli dall’Italia (-1,2 per cento), dalla Grecia (-29,8 per cento) e dal Belgio (-8 per cento). Al di fuori dell’Ue si registra un netto incremento delle importazioni dalla Cina (+25,1 per cento) e dalla Turchia (+13,6 per cento), mentre calano quelle da Russia (-19,4 per cento) e India (-4,9 per cento).
Il disavanzo complessivo della bilancia commerciale, pari a -5,42 miliardi di euro, deriva principalmente dal settore energetico (-2,7 miliardi di euro), seguito da materie prime e semilavorati (-1,52 miliardi di euro), beni d’equipaggiamento (-873 milioni di euro) e beni di consumo (520 milioni di euro). Solo il comparto alimentare ha registrato un saldo positivo di 186 milioni di euro. Escludendo l’energia, il deficit della bilancia commerciale si riduce a -9,254 miliardi di dinari (-2,72 miliardi di euro), mentre il deficit energetico si attesta a -9,182 miliardi di dinari (-2,7 miliardi di euro), in leggero miglioramento rispetto ai -9,397 miliardi di dinari (-2,76 miliardi di euro) registrati nello stesso periodo del 2024.
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