A Reggio Calabria Slow Grains: focus su cerealicoltura del futuro
Roma, 11 nov. (askanews) – Tre giorni per valorizzare i cereali tradizionali e i loro custodi, tutelare il patrimonio di saperi legato al grano e ai suoi trasformati, e promuovere sinergie vincenti tra coltivatori, trasformatori, istituzioni e cittadini. Si è tenuta lo scorso weekend – dal 7 al 9 novembre – la prima edizione di Slow Grains – Dialoghi per coltivare il futuro, l’evento organizzato da Città Metropolitana di Reggio Calabria con Slow Food Italia e Slow Grains, che ha riunito nel cuore della città sullo Stretto esperti, studiosi, piccoli produttori e trasformatori locali e nazionali per ragionare sul futuro della biodiversità cerealicola.
“In questi tre giorni abbiamo ribadito che la conservazione dello straordinario patrimonio genetico cerealicolo italiano passa attraverso la condivisione, la conoscenza e la consapevolezza. Il modello di sviluppo a cui dobbiamo tendere non è quello dell’omologazione, ma della diversità biologica, genetica e culturale, che è alla base della resilienza dei sistemi agricoli, della fertilità dei suoli, della salute delle piante e degli animali, e anche della nostra alimentazione”, ha detto Francesco Sottile, vicepresidente di Slow Food Italia.
Slow Grains è stata l’occasione per costruire dialoghi tra tutti gli attori della filiera che si sono confrontati nelle conferenze e talk, ospitate nella Sala Biblioteca di Palazzo Alvaro. Esperti, studiosi, produttori, cuochi e fornai hanno affrontato i temi più attuali del settore: dal ruolo della cerealicoltura come strumento per rilanciare le aree montane, alla proposta di Slow Food sulle “misure specchio”, strumenti di equità da inserire negli accordi commerciali internazionali, alla tutela dei semi.
Nella tre giorni di Slow Grains, in Piazza Italia, i Laboratori del Gusto hanno accompagnato i visitatori alla scoperta delle forme e dei sapori di grani e trasformati locali. Nell’area del Mercato, oltre 20 produttori hanno rappresentato la biodiversità calabrese e di altre regioni d’Italia attraverso farine, paste tradizionali, frise, biscotti, birre artigianali, salumi naturali, formaggi e mieli, tra cui diversi Presìdi Slow Food.
Qual è la tua reazione?
Mi piace
0
Antipatico
0
Lo amo
0
Comico
0
Furioso
0
Triste
0
Wow
0




