All’orto botanico di Bologna il noce cenerino diventa un monumento vivente e le collezioni si rinnovano

Agosto 23, 2025 - 05:00
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All’orto botanico di Bologna il noce cenerino diventa un monumento vivente e le collezioni si rinnovano
orto botanico bologna

Questo venerdì, GreenPlanner esplora l’orto botanico universitario di Bologna, tra alberi antichi, api selvatiche e novità dell’ultimo periodo

Nato nel 1568, l’orto botanico universitario di Bologna è uno dei più antichi d’Italia e d’Europa. Da oltre due secoli si trova nella sua sede attuale, in via Irnerio 42, ma nel tempo si è spostato tra vari quartieri della città.

Deve la sua fondazione a Ulisse Aldrovandi, importante naturalista, botanico ed entomologo italiano.

Riconoscere gli impollinatori

Da allora, la ricerca scientifica ha sempre accompagnato le evoluzioni dell’orto botanico. Negli ultimi anni, in particolare, questo spazio verde di città si è affermato come centro d’eccellenza per gli studi e le attività divulgative sugli insetti impollinatori.

Lo racconta a GreenPlanner Umberto Mossetti, responsabile dei servizi tecnici di gestione, cura e conservazione: “Tra le varie ricerche attualmente in corso quella più consolidata riguarda gli insetti impollinatori presenti nell’orto botanico.

Questa ricerca procede ormai da anni e ha portato alla realizzazione di una guida digitale alle api selvatiche, ma anche all’organizzazione di laboratori di citizen scienze e alla pubblicazione di guide di campo per il riconoscimento di impollinatori e piante entomofile e manuali per la gestione del verde urbano“.

La guida digitale alle api selvatiche dell’orto botanico di Bologna è liberamente accessibile online. Permette di selezionare il mese in cui si sta visitando l’orto e scoprire quali specie di api è possibile incontrare.

Ogni specie è anche abbinata al fiore che ama visitare in quel periodo dell’anno.

Il fiore all’occhiello: il noce cenerino

Oltre a osservare il volo degli insetti, a Bologna non si può che rimanere incantati dalle varietà botaniche presenti. Oggi infatti l’orto ospita circa 5.000 campioni, che rappresentano oltre 1.200 specie differenti, distribuite su circa due ettari.

C’è una pianta, soprattutto, che cattura l’attenzione: il grande noce cenerino (Juglans cinerea L.). Di origine nordamericana, si tratta di un albero maestoso, che ha trovato nel giardino bolognese un habitat ideale.

Lo dimostra il fatto che, nonostante i segni del tempo, è alto ben 32 metri e presenta una circonferenza di oltre 5 metri. Di recente, l’inclusione nell’elenco degli Alberi Monumentali d’Italia ne ha riconosciuto il valore storico, naturalistico e paesaggistico.

Il noce cenerino in inverno – Immagine di UniBo

Dal febbraio del 2025, il professor Alberto Minelli del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Università di Bologna sta inoltre portando avanti un progetto specifico che mira a preservare la vitalità dell’albero.

Verranno monitorati attentamente per cinque anni i segni dell’invecchiamento presenti sull’albero e i mutamenti ambientali che lo circondano.

Lavori in corso e novità

Ma i punti di interesse non finiscono qui. Una passeggiata nell’orto botanico di Bologna può comprendere anche il giardino anteriore con alberi e arbusti, il giardino posteriore che ricostruisce habitat locali (come per esempio stagni e zone umide) e le serre tematiche con specie tropicali, succulente e carnivore.

È presente anche un orto dei semplici, dedicato alle piante medicinali apprezzate in epoca medievale e rinascimentale. Non solo: un grande cantiere di riqualificazione e restyling, articolato in più fasi, sta trasformando parte di questo giardino, per migliorare l’esperienza della visita e la resilienza delle collezioni.

L’iniziativa, finanziata con fondi europei e regionali, mira a potenziare il ruolo dell’orto botanico come ecosistema urbano, migliorare la mobilità e l’accessibilità dell’orto (con l’introduzione di velostazioni), gestire in modo efficiente l’acqua piovana, sempre più importante a causa del cambiamento climatico.

Si prevede inoltre la realizzazione di pannelli informativi, brevi podcast per accompagnare i visitatori e attività didattiche per le scuole.

Anche se alcune parti dell’orto sono ancora oggetto di lavori o allestite in modo provvisorio, da giugno 2025 l’area interessata dal rinnovamento è stata riaperta al pubblico, con un percorso tutto nuovo dedicato all’importanza delle piante per la vita dell’uomo.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia