Anche lo SPID delle Poste potrebbe diventare a pagamento
Anche Poste Italiane starebbe valutando di passare al modello a pagamento per lo SPID: l’indiscrezione ha iniziato a girare proprio nelle ultime ore. Il canone annuale potrebbe essere sostanzialmente simbolico - si parla di 5 euro l’anno, ma visti gli oltre 20 milioni di utenti sulla piattaforma di Poste potrebbe tradursi in un incremento del fatturato di circa 100 milioni di euro l’anno. La notizia è alla fine tutt’altro che inaspettata: il governo ha confermato in modo piuttosto chiaro l’intenzione di abbandonare gradualmente il sistema, e diversi altri fornitori sono già passati al modello a pagamento.
Il cruccio del servizio è probabilmente la sua natura “ibrida”. Nonostante l’acronimo SPID stia per Sistema Pubblico di Identità Digitale, e permetta di accedere alle piattaforme e ai servizi della pubblica amministrazione, il servizio è in realtà fornito e gestito da aziende private - che finora hanno fatto affidamento sui fondi pubblici. Già da qualche anno il governo ha tuttavia segnalato l’intenzione di virare verso sistemi completamente pubblici, in particolare la CIE (Carta d’Identità Elettronica) e IT Wallet.
Questa decisione ha lasciato per diverso tempo i fornitori SPID in una sorta di limbo: il contratto con lo Stato era terminato ad aprile 2023 (peraltro dopo una proroga di qualche mese), e sarebbero dovuti arrivare nuovi fondi per il mantenimento del servizio, ma i negoziati sono stati molto lunghi e alla fine i fondi (40 milioni di euro) sono stati sbloccati solo a marzo 2025. Nel frattempo i fornitori hanno deciso di pianificare il passaggio a un business model a pagamento.
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