Responsabilità erariale: riforma Corte dei Conti penalizza i funzionari pubblici?

Settembre 27, 2025 - 05:30
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Responsabilità erariale: riforma Corte dei Conti penalizza i funzionari pubblici?

lentepubblica.it

La riforma della Corte dei Conti, che modifica in modo rilevante la giustizia contabile, cambierà radicalmente il sistema di responsabilità per danno erariale, ma non senza conseguenze potenzialmente problematiche per i funzionari pubblici.


Se il Senato dovesse approvare il testo già votato alla Camera, la nuova normativa introdurrà un tetto massimo al risarcimento riconoscibile dalla Corte dei conti, fissato al 30% del danno accertato. La restante quota, pari al 70%, dovrà essere recuperata dalle amministrazioni attraverso un’azione civile. Una scelta che, secondo l’allarme lanciato di recente dalla Corte dei Conti della Lombardia con la deliberazione n. 286/2025, rischia di scaricare nuove incombenze e oneri sui funzionari pubblici, i quali, in caso di mancata iniziativa, potrebbero trovarsi essi stessi chiamati a rispondere per inerzia.

La decisione della sezione lombarda

Il recente pronunciamento della sezione di controllo regionale ha acceso i riflettori sulle possibili criticità di questo nuovo assetto. Pur dichiarando inammissibile la richiesta di un ente locale circa le modalità di recupero di somme indebitamente erogate a un dipendente, i magistrati contabili hanno colto l’occasione per analizzare le ricadute future della riforma. Secondo la loro valutazione, la limitazione della responsabilità al solo 30% non si tradurrà in una tutela più efficace per le casse pubbliche, ma anzi potrebbe complicare ulteriormente la gestione dei casi di danno erariale.

In particolare, viene evidenziato che, una volta definito il processo contabile con sentenza, l’amministrazione dovrà farsi carico di avviare un nuovo procedimento in sede civile per ottenere il rimborso residuo. Un percorso che, oltre a richiedere tempi più lunghi e maggiori risorse, comporterà inevitabilmente ulteriori rischi di contenzioso.

Doppio binario e nuovo equilibrio

Oggi il sistema si fonda sul principio dell’alternatività: un’amministrazione può rivolgersi al giudice ordinario o a quello contabile per chiedere il risarcimento, senza possibilità di cumulare le azioni. Una volta pronunciata la Corte dei conti, il danno si considera integralmente valutato. Con la riforma, invece, il rapporto tra le due giurisdizioni diventerà complementare: la Corte si occuperà solo di una quota limitata, lasciando al giudice civile la competenza sul resto.

Il cambiamento non è di poco conto. Se fino ad oggi una condanna per responsabilità amministrativa chiudeva la questione, domani potrebbe diventare solo il primo passo di un iter più complesso. E a pagarne le conseguenze sarebbero proprio le amministrazioni, obbligate a non lasciare scoperta la parte mancante, pena l’apertura di nuovi procedimenti di responsabilità a carico dei dirigenti responsabili.

Le ombre sul futuro

La sezione lombarda, pur non entrando direttamente nel merito dei quesiti posti dall’ente locale, ha messo nero su bianco alcune considerazioni di carattere generale. In particolare, si solleva il dubbio che la previsione del limite massimo di condanna possa tradursi in un indebolimento dell’azione della Corte dei conti, la quale finirebbe per occuparsi solo di una parte del danno, lasciando scoperta la restante. Questo significherebbe, in concreto, che un illecito accertato non troverebbe piena soddisfazione in sede contabile, costringendo le amministrazioni ad attivare ulteriori strumenti.

Non solo. L’introduzione di questa “complementarietà” rischia di trasformare il procedimento in una sorta di doppio percorso obbligato: prima davanti alla giurisdizione contabile, poi davanti al giudice ordinario. Una duplicazione che potrebbe generare tempi più lunghi e costi aggiuntivi, aggravando ulteriormente la macchina amministrativa.

La responsabilità erariale dei funzionari pubblici: come cambierà dopo la riforma della Corte dei Conti?

Il punto più delicato riguarda però i funzionari pubblici. La riforma, così come formulata, sembra infatti introdurre una sorta di responsabilità per omissione. Se un’amministrazione non si muoverà per recuperare la parte residua del danno, i dirigenti responsabili potrebbero a loro volta essere accusati di non aver agito a tutela delle finanze pubbliche. Si verrebbe così a creare un paradosso: la norma pensata per limitare la pressione sui funzionari potrebbe finire per esporli a nuovi rischi.

Il timore è che questo meccanismo, anziché alleggerire il carico di responsabilità, finisca per complicarlo. Il recupero in sede civile richiede infatti competenze, risorse e tempi che non sempre gli enti locali, specie quelli di dimensioni ridotte, hanno a disposizione. In mancanza di una chiara cornice operativa, la paura è che ogni inerzia, anche involontaria, possa trasformarsi in un ulteriore procedimento sanzionatorio.

Un equilibrio difficile

Il dibattito attorno alla riforma della Corte dei conti è acceso. Da un lato, l’introduzione di un tetto massimo viene presentata come strumento per evitare condanne sproporzionate e per circoscrivere la responsabilità amministrativa a casi di maggiore gravità. Dall’altro, però, si evidenzia come tale limite rischi di ridurre l’efficacia complessiva della giustizia contabile, trasferendo di fatto gran parte dell’onere di recupero sul fronte civile.

La questione non è puramente tecnica: riguarda la tenuta stessa del sistema di tutela delle risorse pubbliche. Se il nuovo modello dovesse rendere più difficile recuperare integralmente i danni, a pagarne le spese sarebbero le amministrazioni, e con esse i cittadini, che vedrebbero ridotta la capacità dello Stato di difendere il proprio patrimonio.

Incertezza sugli effetti della riforma

In attesa dell’approvazione definitiva, resta quindi l’incertezza sugli effetti concreti di questa riforma. Quel che appare chiaro è che il nuovo assetto non alleggerirà la macchina pubblica, ma potrebbe renderla più esposta a complicazioni e contenziosi. Il rischio boomerang evocato dai magistrati contabili lombardi sembra tutt’altro che remoto: limitare la responsabilità davanti alla Corte dei conti potrebbe tradursi, paradossalmente, in un aumento delle responsabilità e degli obblighi per i funzionari chiamati a gestire casi di danno erariale.

Il testo della deliberazione della Corte dei Conti

Qui il documento completo.

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