Nuove modifiche allo Statuto del contribuente: le novità del correttivo fiscale

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Ecco quali sono le ultime novità e gli scenari futuri su un argomento che riguarda il fisco ma anche più da vicino gli stessi cittadini: ecco le modifiche allo Statuto del contribuente arrivate tramite il correttivo fiscale, che di recente è stato bollinato dalla Commissione Finanze della Camera.
Il percorso della riforma tributaria prosegue con un nuovo tassello destinato ad incidere direttamente sui diritti e sulle garanzie dei contribuenti. Nella seduta del 23 settembre, come abbiamo anticipato sopra, la Commissione Finanze della Camera ha espresso infatti il primo parere favorevole, con alcune osservazioni, sul decreto correttivo dedicato a IRPEF e IRES.
Il testo introduce un pacchetto di aggiornamenti che toccano diversi istituti già disciplinati dalla legge n. 212/2000, ovvero lo Statuto dei diritti del contribuente.
Si interviene in particolare su tre aspetti centrali del rapporto tra fisco e cittadini: il contraddittorio, l’annullamento degli atti in autotutela e la disciplina degli interpelli.
Contraddittorio preventivo: tempi più chiari per i contribuenti
Uno degli interventi principali riguarda l’applicazione generalizzata del principio del contraddittorio. Viene stabilito che, quando l’Amministrazione finanziaria notifica al contribuente uno schema di atto, deve garantire un termine minimo di 60 giorni, valido sia per presentare le controdeduzioni sia per richiedere l’accesso agli atti. Una precisazione che mira a ridurre margini di incertezza e a rafforzare le garanzie difensive, spesso messe in discussione nella prassi.
Autotutela obbligatoria: inclusi anche gli atti sanzionatori
Il correttivo amplia poi l’ambito degli atti annullabili in via di autotutela. Oltre agli atti impositivi, vi rientrano ora quelli di natura sanzionatoria, purché emergano errori evidenti che rendano il provvedimento illegittimo, come un errore di persona o di calcolo.
Consulenza giuridica: esclusi i privati, accesso solo per enti collettivi
Con riferimento invece all’istituto della consulenza giuridica, il suo ambito applicativo viene circoscritto a soggetti collettivi: ordini professionali, associazioni di categoria, sindacati, enti locali e pubblici. Restano esclusi i privati e i singoli contribuenti.
Le richieste, inoltre, non possono riguardare situazioni individuali, ma devono avere carattere generale, relativamente a interessi collettivi.
Interpelli: condizioni più rigide per la presentazione
Infine, il decreto correttivo interviene sulla disciplina degli interpelli. La presentazione dell’istanza sarà ammessa solo se la banca dati della prassi amministrativa non contiene già chiarimenti utili. In alternativa, il contribuente dovrà dimostrare che le risposte disponibili siano insufficienti o non adeguate al caso concreto. Una scelta che punta a ridurre l’abuso dello strumento e ad orientarne l’utilizzo verso questioni di reale incertezza normativa.
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