Annabel’s, il club più esclusivo di Londra
Nel cuore elegante di Mayfair, tra palazzi georgiani e boutique di lusso, si nasconde un luogo che è più di un club privato: è un’istituzione, un simbolo di appartenenza, uno specchio della società britannica e delle sue trasformazioni. Annabel’s, fondato nel 1963 e ancora oggi uno dei club più esclusivi al mondo, rappresenta la quintessenza del glamour londinese. Frequentato da reali, artisti, musicisti e imprenditori, è un ambiente dove il tempo sembra sospeso, ma in realtà si muove al ritmo della moda, della cultura e del potere. La sua storia racconta più di sessant’anni di eleganza, segretezza e fascinazione — un microcosmo che continua ad attrarre chiunque desideri entrare, anche solo per una notte, nel mito della London high society.
Le origini di un mito londinese
Annabel’s nacque nel 1963 da un’intuizione di Mark Birley, imprenditore e figura carismatica della Swinging London. Birley voleva creare un rifugio per l’élite britannica, un club elegante ma informale, dove aristocratici, artisti e personalità potessero incontrarsi lontano da occhi indiscreti. Il nome fu scelto in onore della moglie, Lady Annabel Vane-Tempest-Stewart, una delle donne più ammirate e discusse della società inglese.
La prima sede, al 44 di Berkeley Square, era nel seminterrato dello stesso edificio che ospitava il Clermont Club, un circolo di gioco d’azzardo frequentato da politici e miliardari. Birley riuscì a ottenere in affitto gli spazi sotterranei e li trasformò in un locale dallo stile unico: velluti rossi, pareti ricoperte di specchi, lampade basse e un’atmosfera a metà tra un salotto privato e una casa di piacere d’altri tempi.

In quegli anni Londra stava cambiando: la città era diventata capitale mondiale della musica e della moda. Annabel’s si inserì in quel contesto come il punto d’incontro perfetto tra tradizione e modernità. Qui si potevano vedere Frank Sinatrae Ella Fitzgerald esibirsi dopo una cena con membri della famiglia reale o star del cinema. Il Principe Carlo e persino la Regina Elisabetta II visitarono il club, rendendolo l’unico locale notturno britannico ad aver accolto un monarca in carica.
Il rigore del dress code era parte integrante del mito. Negli anni Sessanta, gli uomini dovevano indossare giacca e cravatta e le donne abiti da sera; i jeans erano banditi, così come le scarpe sportive. Si racconta che anche i Beatles, all’apice del loro successo, furono respinti all’ingresso per non aver rispettato le regole di abbigliamento.
Annabel’s divenne in breve tempo sinonimo di esclusività. L’appartenenza non si misurava solo con il denaro ma con il prestigio: diventare membro significava essere parte di una cerchia dove si mescolavano aristocrazia e intellighenzia, in un equilibrio perfetto tra conservazione e innovazione.
Dal glamour classico alla rivoluzione di Mayfair
Per oltre quarant’anni, il club mantenne il suo fascino immutato. I membri fondatori – circa cinquecento – continuarono a considerarlo una seconda casa. Ma con il passare del tempo e la morte del fondatore, avvenuta nel 2007, si aprì una nuova fase. Annabel’s venne venduto all’imprenditore Richard Caring, già proprietario di ristoranti e marchi di moda, che intraprese una trasformazione profonda del brand.

Il primo passo fu il trasferimento: nel 2018 Annabel’s lasciò la storica sede al 44 di Berkeley Square per spostarsi pochi metri più in là, al numero 46, in una townhouse georgiana del XVIII secolo classificata Grade I listed, quindi di rilevanza storica nazionale. L’edificio, costruito intorno al 1744, fu completamente restaurato dal celebre designer Martin Brudnizki, che ne reinventò gli interni secondo un’estetica definita “maximalista e surreale”.
Le sale del nuovo Annabel’s sono oggi un trionfo di dettagli eccessivi e magnifici: marmi italiani, lampadari in cristallo, pareti rivestite di seta e decorazioni ispirate al mondo naturale. Ogni ambiente ha un tema: dal Jungle Bar, dove piante esotiche e animali scolpiti si fondono con i motivi dell’Art Déco, alla Mirrored Room, una sala scintillante in cui si riflettono centinaia di superfici dorate. Persino i bagni del club sono diventati celebri, immortalati su Instagram come esempio di estetica barocca reinterpretata in chiave contemporanea.
Richard Caring ha trasformato Annabel’s in un simbolo della nuova Londra globale: un club tradizionale con spirito internazionale, frequentato da imprenditori mediorientali, attori di Hollywood e creativi provenienti da tutto il mondo. L’atmosfera resta però fedele all’idea originale di Mark Birley: offrire un luogo dove la vita notturna diventa un’esperienza estetica e sociale, protetta dalla discrezione.
Oggi Annabel’s è anche un marchio di hospitality di lusso riconosciuto a livello mondiale. Le sue cene di gala, le decorazioni natalizie spettacolari e gli eventi benefici organizzati con fondazioni internazionali sono diventati parte integrante della vita culturale di Mayfair. L’edificio stesso, con la sua facciata decorata ogni anno per il Natale o per eventi di beneficenza ambientale, è una tappa fotografica obbligata per turisti e londinesi.
La membership: tra mito e realtà
Entrare ad Annabel’s non è semplice. La membership è ancora oggi rigidamente selettiva e prevede una lunga lista d’attesa. Nel 2018, al momento della riapertura, si parlava di circa 14.000 richieste in sospeso. La quota annuale parte da circa 3.000 sterline, a cui si aggiunge una tassa d’ingresso iniziale, variabile in base all’età e alla categoria del socio. Esistono abbonamenti Under 35 per i giovani professionisti e Legacy Memberships per i membri storici, tramandabili per via familiare.

L’appartenenza, tuttavia, non si limita al pagamento di una quota: è una questione di status. I nuovi soci vengono selezionati non solo per le possibilità economiche, ma anche per il contributo che possono portare alla vita del club: artisti, filantropi, imprenditori o figure del mondo culturale.
Una volta dentro, le regole restano ferree: dress code elegante (vietati jeans, scarpe sportive o abbigliamento casual dopo le 19.00), rispetto della privacy e divieto assoluto di fotografare gli altri ospiti. È anche questo senso di riservatezza, quasi d’altri tempi, che continua a rendere Annabel’s un luogo mitico.
Il club è oggi strutturato su quattro livelli, con ristoranti, bar, sale da tè, una terrazza-giardino e un nightclub sotterraneo aperto fino a tarda notte. Ogni piano è concepito per offrire un’esperienza diversa: si può cenare in un ambiente raffinato e poi scendere a ballare sotto soffitti a specchio e luci color smeraldo.
Per i soci internazionali, Annabel’s rappresenta anche un hub di contatti. Incontrarsi qui significa accedere a una rete che unisce finanza, arte, moda e diplomazia. È, in qualche modo, il corrispettivo britannico dei club storici newyorkesi come il Core Club o il Soho House, ma con un’impronta più classica e aristocratica.
Il simbolismo e il ruolo culturale di Annabel’s
Annabel’s non è solo un club: è un fenomeno culturale che racconta l’evoluzione della società londinese. Negli anni Sessanta era il ritrovo dell’aristocrazia e della Swinging London; negli anni Ottanta divenne il palcoscenico della City e della nouvelle bourgeoisie della finanza; oggi è un crocevia internazionale dove si incontrano moda, arte e business globale.
Il club è anche un osservatorio dei cambiamenti sociali. Il suo passaggio da luogo per pochi “eletti britannici” a spazio cosmopolita riflette la trasformazione di Londra in metropoli globale. La clientela è cambiata, ma la filosofia di fondo – offrire un rifugio privato, raffinato e fuori dal tempo – è rimasta la stessa.
Ogni anno Annabel’s organizza eventi che fondono lusso e impegno sociale. Tra i più noti, le serate a tema benefico dedicate alla sostenibilità e alla tutela ambientale, con allestimenti spettacolari come la facciata rivestita di fiori artificiali per la campagna “Annabel’s for the Amazon”. È un modo moderno di reinterpretare l’eleganza britannica, con una coscienza più attenta alle questioni globali.
Nonostante le critiche occasionali – come quelle rivolte alla sua eccessiva ostentazione o ai costi elitari – Annabel’s continua a rappresentare un simbolo dell’identità londinese. La sua forza è quella di non essere mai fuori moda, ma di reinventarsi costantemente attraverso il linguaggio del design e della cultura.
Annabel’s e gli italiani a Londra
Per la comunità italiana nella capitale britannica, Annabel’s esercita un fascino particolare. Londra è da decenni la casa di imprenditori, creativi e professionisti italiani nel campo della moda, del design e dell’enogastronomia, e molti di loro trovano nel club un punto di incontro con il mondo dell’élite internazionale.
L’approccio estetico e sensoriale di Annabel’s, curato nei minimi dettagli, richiama il gusto italiano per la bellezza e l’artigianalità. Ogni stanza sembra una scenografia teatrale, e la cura dell’esperienza è vicina alla filosofia dell’ospitalità mediterranea. Per chi lavora nel settore creativo, entrare ad Annabel’s significa poter osservare da vicino le dinamiche del lusso contemporaneo, dove l’arte dell’accoglienza incontra l’estetica dell’eccesso controllato.
Allo stesso tempo, il club è un modello di networking culturale. Molte aziende italiane di alta gamma – dal vino alla moda – hanno collaborato o sponsorizzato eventi privati all’interno del club, sfruttandone l’aura di esclusività. Anche per chi non vi ha accesso diretto, Annabel’s resta un punto di riferimento simbolico: rappresenta quella Londra raffinata e cosmopolita che continua a ispirare designer, architetti e storyteller italiani.
Domande frequenti su Annabel’s
È possibile visitare Annabel’s senza essere soci?
No, l’ingresso è riservato ai membri e ai loro ospiti. Tuttavia, in alcune occasioni speciali (come eventi di beneficenza o collaborazioni artistiche) vengono organizzate serate aperte su invito.
Quanto costa diventare membro?
Le tariffe variano a seconda della categoria. Si parte da circa 3.000 sterline all’anno più una tassa d’iscrizione iniziale, ma le cifre possono aumentare in base all’età e alla tipologia di accesso.
Qual è il dress code?
Annabel’s mantiene un dress code formale: per gli uomini sono richiesti giacca e pantaloni eleganti, mentre per le donne abiti da sera o cocktail. Jeans, sneakers e abbigliamento sportivo sono vietati nelle ore serali.
Che tipo di eventi ospita il club?
Concerti privati, serate di gala, presentazioni di brand di lusso, mostre d’arte e cene tematiche. Durante il periodo natalizio il club è famoso per le decorazioni esterne, spesso ispirate a temi ecologici o stagionali.
Esiste un sito ufficiale?
Sì, tutte le informazioni aggiornate su eventi e membership si trovano sul sito annabels.co.uk.
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Immagini di copertina e interne: By Anthony O’Neil, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=36846926, By JRennocks – Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=114712278, By Matt Brown – https://www.flickr.com/photos/londonmatt/49131199743/, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=139188063
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