Attacco manubrio ammortizzato: tanta comodità in bici, con un piccolo peso

Agosto 30, 2025 - 19:30
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Attacco manubrio ammortizzato: tanta comodità in bici, con un piccolo peso
redshift

Nel mese di giugno 2025 RedShift, noto produttore di componentistica di alto livello per bici, ci ha spedito in prova un attacco manubrio ammortizzato, il Redshift ShockStop Suspension Stem. Questi sono i risultati del test

La comodità di utilizzo del Redshift ShockStop Suspension Stem, la sua facilità di montaggio e il costo relativamente contenuto, rendono il prodotto un ottimo acquisto per chi intenda viaggiare comodo in bicicletta senza affaticare polsi e braccia.

L’attacco di RedShift fa parte di una gamma piuttosto ampia per lunghezze differenti è realizzato in alluminio 6061-T6. Si va da 55 mm fino alla massima di 120 mm.

L’attacco che ho potuto provare, è quello lungo 80 mm, peso 261 grammi, escursione circa 20 mm, adatto per essere installato su manubri con diametro standard da 1 ⅛” con diametro del morsetto da 31,8 mm.

L’inclinazione è di +/-6°. Io l’ho montato con inclinazione positiva per una guida in maggiore relax. Sul sito del produttore è disponibile una nutrita serie di accessori per manubri oversize, oltre alla possibilità di avere il supporto per i navigatori direttamente sull’attacco.

Come funziona il Redshift ShockStop Suspension Stem

L’attacco è incernierato nella parte posteriore, vicino al tubo forcella e sfrutta la deformabilità di una serie di inserti in elastomero, colorati in maniera differente per poterli montare in funzione del peso del ciclista.

Nella scatola ci sono le istruzioni per poter montare gli inserti, sia singoli che in coppia, oltre alla dotazione di una maschera che consente di svitare o avvitare il fermo per gli inserti.

Sulle istruzioni, oltre ai dati del peso del ciclista, viene spiegata la differenza per chi usa manubri gravel/corsa da chi usa manubri flat. Il motivo sta nella distanza dell’appoggio delle mani dal punto di cerniera che, nel caso di manubri flat, offre un braccio di leva più corto a parità di lunghezza dell’attacco.

Durante il breve scambio di mail avuto con il produttore, abbiamo concordato che per provare l’attacco con un manubrio flat, la lunghezza minima per avere benefici fosse di 80 mm.

Il nostro test su strada

Con la fine del mese di luglio, si è conclusa la prova dell’attacco di RedShift con all’attivo più di 200 km in uscite differenti, su fondi di qualsiasi tipo, dallo sterrato all’asfalto, al pavè, in piano, in salita e in discesa. Le impressioni delle prime prove e le sensazione anche da fermo si sono sostanzialmente confermate.

Oggetto robusto, di ottima qualità, facile da montare e smontare, come un qualsiasi attacco rigido, con una serie di inserti in elastomero in grado di coprire qualsiasi esigenza di lunghezza dell’attacco, di peso del ciclista e di tipologia di manubrio, flat o gravel.

La combinazione degli inserti colorati è chiaramente spiegata all’interno della confezione, con testi in inglese, tabelle e disegni.

Non ho rilevato oscillazioni apprezzabili sotto sforzo (per esempio durante una salita, quando le braccia caricano alternativamente la parte destra o sinistra del manubrio), mentre l’efficacia degli smorzamenti di vibrazioni per piccoli urti è innegabile, verificabile sia da fermo caricando il manubrio ma, soprattutto, in movimento.

Con una operazione laboriosa ho fatto un test empirico su un tratto di strada di circa 400 metri, prima con l’attacco rigido e poi con l’attacco Redshift, passando sulle stesse asperità e buche. L’effetto di smorzamento è innegabile così come la capacità di assorbimento dei piccoli urti che non vengono trasmessi ai polsi e alle braccia.

La bicicletta usata per il test è una Cube Nulane C:62 con manubrio flat largo 660 mm, con un braccio di leva rispetto alla cerniera dell’attacco assimilabile alla effettiva lunghezza dell’attacco.

Il peso

Per molti ciclisti il peso è un fattore discriminante nelle scelte dei componenti. L’attacco di RedShift pesa completo di inserti 261 grammi. Il mio attacco manubrio rigido in alluminio pesa circa 130 grammi, quindi l’aggravio di peso nel mio caso si aggira intorno ai 130 grammi.

Lo definirei irrilevante rispetto al miglioramento della comodità della guida sullo sconnesso. Giusto per avere un termine di paragone, si tratta di portare o non portare 3 barrette energetiche da 40 grammi.

Rispetto a una forcella ammortizzata da gravel, Ks o RockShox, che pesa circa 1.350/1.450 grammi, levando il peso della forcella originale in carbonio che vale circa +/- 500 grammi, l’aumento di peso è minimo ed è chiaro il vantaggio.

L’aumento di peso anche un solo chilogrammo in più o in meno ha un suo valore, anche fosse solo per caricare una bici sul treno o portarla su per una scala.

Manutenzione

Altro aspetto da non sottovalutare, specie nei viaggi lunghi, l’assenza di manutenzione e la quasi nulla possibilità che l’attacco si guasti. Non ci sono parti in pressione o guarnizioni che possano patire freddo, caldo oppure usura e polvere.

L’attacco manubrio ammortizzato non è confrontabile in toto con una forcella ammortizzata perché hanno comportamenti abbastanza diversi a cominciare dalla corsa anche se hanno lo stesso scopo: assorbire le asperità del terreno per rendere confortevole il viaggio. Peso e costo inferiori dell’attacco manubrio rispetto al cambio della forcella, possono condizionare la scelta.

Montaggio

Trattandosi di un oggetto aftermarket, il montaggio naturalmente deve essere semplicissimo, alla stregua di un attacco manubrio tradizionale. Non si smonta nulla a eccezione dell’attacco rigido originale, non ci sono tubi freno da riposizionare (indispensabili a causa dei passaggi dei tubi interni alle forcelle).

Per cambiare gli inserti occorre una chiave a brugola per allentare ed estrarre il fermo dell’inserto. Una volta montato l’elastomero o la combinazione, a seconda del peso ciclista e tipo di manubrio flat o gravel, si capovolge l’estrattore che spinge a fine corsa l’elastomero nella sua posizione definitiva.

Tutto facilmente e comprensibilmente spiegato nelle istruzioni.

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Marco FardelliMarco Fardelli architetto e designer, ogni anno percorre circa 3.500 km in bicicletta in città, in ogni stagione, per "razionalizzare la mobilità urbana cambiandone l'orientamento, i mezzi e i metodi di spostamento" | Facebook | CityBustoBike

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