Cani da caccia “usa e getta”, la video-inchiesta svela le condizioni drammatiche

È durata mesi l’inchiesta della Lav che ha voluto indagare sulle condizioni in cui vengono detenuti i cani utilizzati dai cacciatori, soprattutto nei periodi di ferma. Ciò che ne è emerso è un mondo sotterraneo e invisibile fatto di sofferenze continue e inaudite.
Mesi di inchiesta e riprese
Le telecamere della Lav hanno portato alla luce decine di situazioni drammatiche con cani rinchiusi per mesi in serragli angusti e fatiscenti, immersi nella sporcizia, negli escrementi, circondati da cibo in putrefazione e liberati soltanto per poche ore al giorno durante la stagione di caccia, quando vengono utilizzati per scovare gli animali selvatici che poi i cacciatori massacrano a fucilate.
Durante i sette mesi all’anno di silenzio venatorio, inoltre, i cani restano rinchiusi nei loro serragli, spesso senza neanche la possibilità di sgambare.
In una nota la Lav ricorda come il tema sia ben conosciuto dai suoi volontari: già durante gli incendi in Sardegna nel 2021 o le alluvioni in Toscana nel 2023 l’Unità di Emergenza Lav è intervenuta soccorrendo decine di cani da caccia rimasti intrappolati nei serragli durante gli eventi catastrofici.
Purtroppo, come si intravvede anche nel video non mancano i cani che in questi serragli perdono la vita affogati perché impossibilitati a mettersi in salvo, o che si ritrovano il corpo ustionato dal fuoco.
Decine di segnalazioni
Inoltre, denunciano ancora gli animalisti, le condizioni di vita e di detenzione dei cani “da caccia” non sono mai state indagate dalle autorità, ma sono decine e decine le segnalazioni giunte alla Lav che riguardano situazioni di gravissimo degrado.
I cani, si osserva «sono considerati dai cacciatori alla stregua di strumenti da utilizzare per soddisfare la loro insana passione sanguinaria, e come se fossero un fucile o un coltellaccio utilizzato per finire le loro prede, poco importa come e dove vengono detenuti. Per loro ciò che importa è che facciano il loro lavoro e quando smetteranno di funzionare, li si abbandona in campagna oppure li si finisce con un colpo di fucile, vite a perdere che fanno da corollario alla caccia».
Cani “di seri B”
Le condizioni di vita dei cani usati per la caccia, nonostante rappresentino un vero e proprio maltrattamento, sono spesso tollerate perché vengono considerati cani “di serie B”, nati per essere funzionali ad uno scopo, quindi anche le segnalazioni di maltrattamento cadono nel vuoto.
Nel video si denuncia anche il fatto che non esista un vero e proprio censimento dei cani da caccia e che il loro valore per i venditori cala con il trascorrere del tempo visto che l’addestramento inizia quando sono cuccioli.
«I cacciatori uccidono milioni di animali selvatici ogni anno, ai quali bisogna aggiungere i cani, denutriti, malati, vittime anche loro di una pratica violenta e indegna della nostra società civile e che il video pubblicato oggi dimostra chiaramente», dichiara la Lav. «Il maltrattamento dei cani usati per la caccia è solo un valido motivo in più per cui ne chiediamo l’abolizione!».
L’obiettivo resta l’abolizione della caccia
Il 19 settembre sono state consegnate in Senato ben 53mila firme a sostegno della proposta di Legge di iniziativa popolare per l’abolizione della caccia, depositata dalla Lav assieme ad altre cinque associazioni. Nelle prossime settimane sarà discussa in contrapposizione al Ddl voluto dal ministro Lollobrigida e che prevede l’aumento del numero di specie cacciabili, la riduzione della superficie dei parchi a favore dei cacciatori, l’ingresso dei cacciatori nelle foreste demaniali, mentre tra gli emendamenti dei colleghi di partito del ministro Lollobrigida, ricompare la possibilità di sparare sulle spiagge!
La stragrande maggioranza dei cittadini è da sempre contraria alla caccia, vuole mettere fine ai fiumi di sangue versati da vittime innocenti per soddisfare il divertimento di un’irrilevante minoranza di cacciatori.
Visto l’impegno per denunciare i maltrattamenti sui cani portato avanti in questi anni,Lav ha chiesto a Dunia Rahwan giornalista, speaker di Radio Deejay e istruttrice cinofila di prestare volto e voce per raccontare questa storia.
Tutte le immagini sono di Ufficio stampa
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