Carraro (Morellato): “Quest’anno cresceremo del 5%. E manterremo alta la redditività”

Novembre 15, 2025 - 11:00
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Carraro (Morellato): “Quest’anno cresceremo del 5%. E manterremo alta la redditività”
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Morellato Group prosegue il proprio percorso di crescita in un contesto di mercato complesso, caratterizzato da dinamiche macroeconomiche eterogenee e dall’andamento volatile delle materie prime. “Contiamo di chiudere con una crescita dei ricavi attorno al 4-5%” afferma ai microfoni di Pambianconews il presidente del gruppo Massimo Carraro durante il 30° Pambianco-PwC Fashion Summit tenutosi ieri presso Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa Italiana. “Probabilmente riusciremo a mantenere una redditività non inferiore a quella dell’anno precedente, considerando che il nostro settore è stato attraversato da una grande turbolenza nel mercato delle materie prime”, continua il manager.

L’azienda ha chiuso l’ultimo esercizio fiscale a 723 milioni di fatturato, -1,8% rispetto all’anno precedente, un risultato che la label italiana di gioielleria e orologeria – a cui fanno capo 22 marchi tra cui, tra gli altri, Morellato, Bluespirit, Christ e Philip Watch – considera positivamente a fronte di uno scenario complessivo definito “sfidante”. Accanto al presidio industriale e retail, l’e-commerce rappresenta oggi uno snodo strategico del modello omnicanale di Morellato. Il gruppo prevede per il 2025 un’incidenza online oltre il 20%, pari a più di 150 milioni di euro. “L’80% dei consumatori che entra in gioielleria ha prima navigato online – sottolinea Carraro -. Per noi l’e-commerce è un’esperienza in cui online e offline si integrano”.

Il modello integrato di Morellato, che combina produzione interna, gestione multibrand, sviluppo retail e un approccio omnicanale maturo, continua a rappresentare un vantaggio competitivo nelle principali geografie presidiate. Negli ultimi anni, il gruppo ha progressivamente evoluto il proprio posizionamento, investendo sull’espansione dell’area preziosi – oro, diamanti e pietre – e incrementando il valore percepito attraverso prodotti e servizi. Ciò ha generato un aumento significativo del ticket medio nei diversi mercati, affiancato da una solida politica di integrazione industriale che oggi copre oro, preziosi, argento sostenibile e altre categorie, con attività produttive in Italia, India, Thailandia e altri Paesi strategici. “Siamo nati come azienda manifatturiera e lo siamo ancora, e questo ci ha permesso di gestire brand terzi, brand propri e anche licenze: senza know-how industriale, oltre alla conoscenza del consumatore, gestire le licenze è difficile”, spiega Carraro intervistato sul palco da David Pambianco, CEO di Pambianco. “Tutti i prodotti che vendiamo nei nostri network retail internazionali vengono realizzati da noi”.

A ciò si aggiunge il presidio dei marchi a livello locale, che resta uno dei cardini della strategia di Morellato, soprattutto nei Paesi in cui il gruppo ha consolidato la propria presenza tramite acquisizioni. “In Germania, per esempio, il brand Christ ha un valore enorme per i consumatori – continua -. Abbiamo integrato la supply chain, sviluppato i team locali e costruito un modello multibrand, rispettando le identità e la forza dei brand nei singoli territori”. Lo stesso approccio è stato applicato anche sul fronte della sostenibilità, con iniziative come la conversione dell’intera produzione in argento di Christ in argento sostenibile: una scelta che ha generato un forte riscontro sia commerciale sia reputazionale. “L’attenzione alla sostenibilità è altissima, soprattutto tra le generazioni più giovani. In Germania qualcuno si stupiva che fossimo noi a portare innovazione in questo ambito”, fa sapere il dirigente.

Con una lente sulle aree geografiche, Morellato conferma una forte focalizzazione sull’Europa – Germania, Francia, Italia, Austria e Spagna -, che resta il principale perimetro di sviluppo, ma affiancata da una crescente attenzione ai mercati del Medio Oriente. “Abbiamo appena aperto un nuovo punto vendita a Doha, nel più prestigioso department store della città, e ne abbiamo altri due in programma – afferma Carraro -. A primavera apriremo anche uno store a Kuwait City, all’interno dell’Axoori Shopping Mall. Stiamo esplorando nuovi territori che potrebbero essere molto interessanti, ma il nostro core business rimarrà l’Europa ancora per qualche anno”.

In ultima battuta, le prospettive per il 2026 dell’azienda di gioielleria e orologeria si inseriscono in uno scenario macroeconomico segnato dalla debolezza della domanda europea e dall’incertezza sui prezzi dell’oro. “L’Europa sembra avviarsi verso uno scenario di stagnazione – osserva il presidente -. Per il 2026 ci aspettiamo un anno simile al 2025, con opportunità di crescita ma senza grandi slanci”. Nonostante il quadro prudente, il gruppo intravede spazi per consolidare la propria leadership tramite nuove acquisizioni, grazie anche a una solida generazione di cassa. “La selezione nel mercato potrebbe accentuarsi e come maggior player in Italia crediamo di avere opportunità rilevanti. Vedo inoltre tassi di crescita potenzialmente importanti in tutta l’area del Medio Oriente e nell’Asia Pacifico”.

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Redazione Redazione Eventi e News