Cecilia Sala: “Quando ho visto la gru per le impiccagioni a Evin, il regime islamico in Iran cadrà”

Cecilia Sala oggi, alle condizioni attuali, non può tornare in Iran. “Sono sicura che prima di andare in pensione ci tornerò. E nel frattempo la Repubblica Islamica sarà caduta”. La giornalista ha ribadito la sua convinzione in una lunga intervista a Il Corriere della Sera in occasione della pubblicazione del suo nuovo e ultimo libro. “Perché la grande maggioranza degli iraniani è giovane. E la grande maggioranza dei giovani è contro il regime. Certo, non hanno armi. L’Iran non è la Siria o la Libia, non è diviso tra tribù e fazioni armate. Le armi le hanno i pasdaran. Anche se Israele ammazza i capi militari, non c’è un’opposizione organizzata per annientare 200 mila pasdaran. Che però sanno di essere deboli. Sanno che prima o poi perderanno il potere. Sanno di aver perso la nuova generazione. Anche se prima di accettarlo si batteranno”.
Si chiama I figli dell’odio il suo ultimo libro, che sarà pubblicato domani da Mondadori, perché “sono affezionata, nel mio lavoro, agli scontri generazionali nei luoghi in cui vado”. L’ultima parte del libro è dedicato alla sua detenzione in Iran: a Evin, il carcere di Teheran dove vengono confinati i dissidenti nella Repubblica Islamica, è rimasta 21 giorni. Ha raccontato di essersi accorta subito di quello che stavano per farle, quando sono arrivati in albergo ad arrestarla. Racconta che da lei volevano che confessasse di essere una spia.
“Sapevo che l’unico modo per salvarmi era negare tutto. E non confessare nulla. Anche se non sapevo quanto sarei stata prigioniera — settimane? Mesi? Anni? —, e quanto avrei potuto resistere”. Non sapeva all’epoca se era stata presa per qualche suo articolo o proprio per il sospetto che fosse davvero una spia. In cella soltanto un secchio per i bisogni corporali, non un materasso o un cuscino. “Il tempo è iperdilatato: ti sembra sia passata un’ora, ma sono passati solo dieci minuti. Giorno e notte non esistono. La luce è sempre accesa, quindi non riesci a dormire. È tutto studiato per spezzarti e ottenere da te quello che vogliono. Una condizione predisposta per farti impazzire, per farti venire i pensieri peggiori, per indurti a dubitare di tutto e tutti. Non hai niente con cui distrarti. Puoi solo addentrarti nelle tue paure. Una tortura bianca”.
Sala ha raccontato come tutti gli uomini vengano picchiati, a volte anche le donne ma non lei. Il momento più difficile “quando mi hanno fatto uscire dalla cella, bendata e incappucciata come sempre, aggrappata al bastone della guardia per non cadere, e mi hanno tolto la benda e il cappuccio per farmi vedere una gru: ‘È quello che facciamo alle spie’. È una cosa che sappiamo tutti, ma le assicuro che vedere la gru delle impiccagioni lì, nel cortile del carcere, è stata durissima. Ho avuto una crisi di panico, e per una volta, anche se mi ero ripromessa di non farlo mai, ho accettato di essere sedata”.
Qual è la tua reazione?






