Crisi Amt, Regione e sindacati allineati verso l’azienda unica di trasporto pubblico in Liguria

Novembre 18, 2025 - 06:00
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Crisi Amt, Regione e sindacati allineati verso l’azienda unica di trasporto pubblico in Liguria
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Genova. Ancora molte incognite sul futuro di Amt Genova, ma un orizzonte condiviso sembra emergere: quello di una gestione unica regionale per il trasporto pubblico locale. Lo ha lasciato intravedere la settimana scorsa il presidente Marco Bucci, annunciando i 14,3 milioni aggiuntivi per dare una boccata d’ossigeno fino a dicembre, e lo riferiscono oggi i sindacati, ricevuti in mattinata in azienda e in tardo pomeriggio in Regione dal governatore e dall’assessore ai Trasporti Marco Scajola.

“Tra i temi affrontati, e accolti dai sindacati, anche il percorso verso una possibile agenzia regionale dei trasporti e le ipotesi di unificazione delle aziende di trasporto pubblico locale, analizzandone criticità e opportunità”, conferma anche il comunicato stampa diffuso dalla Regione al termine dell’incontro.

Un obiettivo che lo stesso Bucci ha in testa da anni e che adesso sembra più vicino, paradossalmente proprio grazie alla crisi di Amt. Le trattative tra Comune e Regione – meno distese di come vengono fatte apparire, secondo i racconti dei bene informati – sarebbero finalizzate a far entrare la finanziaria Filse nel capitale della società come socio di maggioranza, partecipando alla ricapitalizzazione (che sarebbe comunque necessaria per colmare il deficit patrimoniale). Una strada alternativa o parallela, suggerita anche dall’interno del centrodestra, è quella di un’agenzia della mobilità che potrebbe pure incamerare il patrimonio di Amt. In ogni caso l’azienda genovese sarebbe il primo mattone dell’eventuale fusione.

Noi siamo sempre stati d’accordo, è un’idea che sposiamo fin dal 2010 – sottolinea Edgardo Fano della Faisa Cisal -. Visto che l’accordo di programma scade nel 2027, l’obiettivo plausibile sarebbe arrivarci in due anni, in modo da ripartire con un nuovo soggetto”.

“Questa volontà l’abbiamo già discussa all’epoca – ribadisce Antonio Vella della Fim Cisl -. Era stata creata un’agenzia, c’erano i presupposti, poi è sparito tutto. La ripresa di quel percorso ci soddisfa. Sicuramente l’azienda unica dovrà essere monitorata perché le criticità per ogni territorio sono diverse. Bisognerà capire come farla e stare attenti alle scadenze dei contratti di servizio che non coincidono”.

Tutti discorsi che andranno avanti nelle prossime settimane, mentre adesso la priorità è garantire ad Amt il galleggiamento nel breve e medio termine. Se da una parte i primi risultati della nuova politica tariffaria fanno ben sperare, dall’altra servono 50-55 milioni per compensare gli aumenti di costi degli ultimi anni, non coperti dal contratto di servizio. Anzitutto i sindacati vogliono che i contributi straordinari da Regione (14,3 milioni) e Comune (7,8 milioni) diventino strutturali per gli anni a venire.

“Regione Liguria è pronta ad anticipare, come già annunciato, oltre 14 milioni di euro per garantire stabilità al sistema e sostenere Amt nella fase di riassetto, in un’ottica di piena collaborazione istituzionale e di tutela del servizio pubblico – hanno dichiarato il presidente Bucci e l’assessore Scajola –. Inoltre, le risorse previste per il 2025 saranno sensibilmente superiori rispetto al 2024 e nel quadro del percorso di dialogo con i territori, avvieremo a breve una serie di incontri con i presidenti delle Province per illustrare e condividere la gestione delle risorse. Un passaggio che fa seguito alle prime interlocuzioni già avviate”.

“Bucci ha confermato le novità emerse dall’incontro con Terrile, ma sul futuro c’è un buco temporale – avverte Andrea Gamba della Filt Cgil -. Non si capisce come si mettono a posto le aziende del tpl prima dell’unificazione regionale, visto che dovranno arrivarci con i conti in ordine. Regione e Comune devono dire cosa sono disponibili a metterci in più, altrimenti Amt l’anno prossimo sarà nelle stesse condizioni”.

“Siamo ampiamente d’accordo sull’azienda unica regionale – spiega Gabriele Salvatori della Uiltrasporti -. Il tema adesso è che mancano 55 milioni ed è uno sforzo che devono fare tutti gli enti. Non dimentichiamoci poi che il fondo nazionale trasporti è inadeguato e che in finanziaria non è previsto nulla su questo“.

Più nebuloso l’esito dell’incontro in mattinata coi vertici di Amt. Doveva esserci il presidente Federico Berruti, che ha delegato al suo posto la vicepresidente Ilaria Fadda. “Siamo in imbarazzo. Ancora una volta Berruti non si è presentato e il piano non si è ancora visto – lamenta Fano -. È stato l’ennesimo incontro di presentazione, non siamo mai entrati nel merito”.

Ai sindacati è stato confermato che, grazie ai fondi extra trovati dalla Regione, l’azienda riuscirà a pagare stipendi e fornitori. Mancherebbero ancora 4-6 milioni, ma si conta di recuperarli grazie ai nuovi abbonamenti (entrati in vigore proprio oggi). Lunedì 24 novembre il piano di risanamento passerà al vaglio dell’assemblea dei soci, poi l’esperto Giovanni Mottura, chiamato a gestire la composizione negoziata della crisi, redigerà una relazione. La data chiave sarà venerdì 28 novembre: se il Tribunale approverà il piano, allora scatteranno le misure di protezione che prevedono tra l’altro uno stop alle ingiunzioni di pagamento per un massimo di un anno.

Nello schema di salvataggio c’è anche una terza voce accanto a tariffe e contribuzioni pubbliche, cioè la riduzione dei costi. I sindacati avevano chiesto un fondino per l’esodo incentivato: incoraggiare i pensionamenti per assumere personale più giovane che pesa meno sugli stipendi. “Ma per alcune aziende potrebbe essere un boomerang – ammonisce Vella – quindi dobbiamo incentivare nello stesso modo le assunzioni”. Anche perché, come ricorda Salvatori, “gli autisti non si trovano, alla base c’è un problema salariale”. La Regione avrebbe dato disponibilità, ma le cifre in campo non sono ancora note. “Ci vorranno 2-4 milioni di euro, ma se la Regione non mette le risorse bisogna trovarle”, fa notare Gamba. Le altre azioni prospettate sono l’aumento della velocità commerciale (connesso alle nuove corsie gialle del progetto assi di forza) e il blocco del turnover del personale amministrativo.

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