Fao: nella stagione 2025/26 Tunisia destinata a diventare il secondo produttore mondiale di olio d’oliva

Novembre 14, 2025 - 15:30
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Fao: nella stagione 2025/26 Tunisia destinata a diventare il secondo produttore mondiale di olio d’oliva

La Tunisia è destinata a diventare il secondo produttore mondiale di olio d’oliva nella stagione 2025/26. Lo indica il “Food Outlook – November 2025” della Fao, che stima un raccolto superiore a 400 mila tonnellate, definito “record” dagli analisti. La previsione collocherebbe Tunisi subito dietro la Spagna e davanti a Italia, Grecia e Turchia, con una quota pari a circa il 13 per cento dell’offerta globale.

Secondo la Fao, la crescita tunisina è sostenuta da condizioni climatiche favorevoli e da un ciclo vegetativo regolare, elementi che modificano l’equilibrio di un mercato mediterraneo storicamente dominato da Spagna e Italia. Per quest’ultima, la stagione 2024/25 è stata condizionata dalla siccità estiva e agli strascichi dei noti problemi strutturali legati alla Xylella, in particolare in Puglia, contribuendo alla riduzione dell’output nazionale.

Il rapporto rileva che, dopo due annate di scarsità, i prezzi internazionali hanno registrato un rallentamento tra il 2024 e il 2025. In Spagna – principale produttore mondiale – le quotazioni dell’extravergine sono scese da circa 9 mila euro a tonnellata nel gennaio 2024 a 4.180 euro a settembre 2025; in Grecia da 8.460 a 4.100 euro nello stesso periodo. Per il 2025/26, la Fao prevede una produzione globale stabile attorno ai 3,4 milioni di tonnellate, con la Spagna confermata leader mondiale e con volumi variabili per Italia, Grecia e Turchia. La previsione di un raccolto record tunisino ha rilevanza diretta anche per il mercato europeo. La Tunisia è infatti tra i principali fornitori dell’Unione europea nell’ambito dell’accordo di associazione, che prevede contingenti tariffari specifici per l’olio d’oliva destinato all’Europa. Una quota significativa delle esportazioni tunisine viene assorbita da Italia e Spagna, dove l’olio importato è impiegato sia per l’industria di imbottigliamento sia per miscele destinate alla grande distribuzione.

Nella maggior parte dei casi, infatti, l’olio extravergine venduto nei supermercati europei – inclusa l’Italia – è un blend composto da oli provenienti da più Paesi del Mediterraneo. L’impiego esclusivo di olive italiane comporterebbe costi significativamente più elevati, difficilmente compatibili con i prezzi medi della distribuzione. L’aumento dei volumi tunisini, unito all’andamento variabile dei raccolti europei, rafforza quindi il ruolo di Tunisi come fornitore strutturale per le produzioni commerciali del mercato Ue. Per la Fao, la campagna 2025/26 potrebbe consolidare la posizione della Tunisia come attore centrale dell’olivicoltura mediterranea e internazionale, con effetti sui flussi di export e sugli equilibri complessivi del mercato globale dell’olio d’oliva.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia