Gemelle Kessler: come funziona il suicidio assistito in Italia

Novembre 18, 2025 - 08:22
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Gemelle Kessler: come funziona il suicidio assistito in Italia

La morte delle gemelle Kessler, che si sono spente insieme oggi in Germania all’età di 89 anni scegliendo il suicidio assistito, riporta l’argomento al centro del dibattito anche nel nostro Paese. In assenza di una legge nazionale che regolamenti l’aiuto alla morte volontaria, ovvero l’accesso al suicidio assistito, in Italia questa scelta di fine vita è normata dalla sentenza numero 242 del 2019 della Corte costituzionale sul caso Cappato-Antoniani, che ha legalizzato l’accesso alla procedura ma solo a precise condizioni.

La Consulta ha disposto, con una sentenza di incostituzionalità parziale dell’articolo 580 del codice penale, che la persona malata che vuole accedere all’aiuto alla morte volontaria (suicidio assistito) deve essere in possesso di determinati requisiti: deve essere capace di autodeterminarsi; essere affetta da patologia irreversibile; tale patologia deve essere fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che la persona reputa intollerabili; essere dipendente da trattamenti di sostegno vitale.

Questi requisiti, insieme alle modalità per procedere, devono essere verificati dal Servizio Sanitario Nazionale con le modalità previste dalla legge sulle Dat agli articoli 1 e 2 (Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento, 219/17), previo parere del comitato etico territorialmente competente. L’azienda sanitaria deve inoltre verificare le modalità di esecuzione che dovranno essere tali da evitare abusi contro persone vulnerabili, da garantire la dignità del paziente e da evitare al medesimo sofferenze.

Ai sensi della recente sentenza costituzionale n.135 del 2024 la Consulta, ricorda l’Associazione Coscioni, ha anche ampliato la portata del requisito del trattamento di sostegno vitale includendo tutte quelle procedure che, indipendentemente dal loro grado di complessità tecnica e di invasività, sono normalmente compiute da familiari o caregiver. Ha inoltre affermato che il requisito del “trattamento di sostegno vitale” può dirsi soddisfatto anche quando non sia in esecuzione perché, legittimamente, rifiutato dalla persona malata.

Ad oggi, sono 16 le persone che hanno ricevuto il via libera per l’accesso al suicidio assistito in Italia. Di queste 12 persone hanno effettivamente avuto accesso di cui 7 sono state assistite dal team legale dell’Associazione Luca Coscioni, 5 apprese da media e accesso agli atti (3 in Toscana, 1 in Emilia Romagna, 1 in Campania). Gli altri 4 hanno scelto di non procedere o non hanno potuto procedere.

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