I cambiamenti nel microbiota intestinale possono anticipare problemi al cuore
Una nuova ricerca rivela che i cambiamenti nei batteri intestinali potrebbero anticipare l’insorgenza di malattie coronariche. Ecco cosa ha scoperto la scienza.
Siamo abituati a pensare che la salute del cuore dipenda solo da colesterolo, pressione e stile di vita. Ma secondo un nuovo studio pubblicato sulla rivista scientifica mSystems, anche il microbiota intestinale – l’insieme dei miliardi di batteri che popolano l’intestino – potrebbe avere un ruolo chiave nel determinare il rischio cardiovascolare.
I ricercatori della Sungkyunkwan University di Seul, in Corea del Sud, hanno analizzato i campioni intestinali di persone con malattia coronarica e di soggetti sani, scoprendo differenze importanti nella composizione dei loro batteri.
In chi soffre di disturbi cardiaci, infatti, si osserva un aumento di batteri pro-infiammatori e una riduzione di quelli “protettivi”, cioè i microrganismi che producono acidi grassi a catena corta. Queste molecole svolgono un effetto antinfiammatorio e aiutano a mantenere elastiche e sane le pareti dei vasi sanguigni.
Ma la parte più interessante è che anche alcuni batteri “buoni”, come Akkermansia o Faecalibacterium, possono cambiare comportamento a seconda delle condizioni dell’organismo. In persone con problemi cardiovascolari, questi stessi batteri diventano più attivi nel produrre sostanze infiammatorie, come la trimetilammina (TMA), collegata allo sviluppo dell’aterosclerosi.
In altre parole, non è tanto la presenza o l’assenza di un certo batterio a fare la differenza, quanto l’equilibrio complessivo dell’ecosistema intestinale. Quando questo equilibrio si rompe, può favorire uno stato infiammatorio cronico che nel tempo danneggia anche cuore e arterie.
Gli scienziati hanno inoltre individuato alcuni metaboliti alterati nei pazienti con malattie cardiache, tra cui l’inosina, presente in quantità molto più elevate. Queste sostanze possono diventare biomarcatori precoci, utili a individuare chi rischia di sviluppare patologie cardiovascolari prima che compaiano i sintomi.
Secondo gli esperti, si tratta di un nuovo orizzonte nella prevenzione: in futuro, oltre a controllare il colesterolo, potremmo monitorare anche la salute del microbiota intestinale per valutare il rischio di infarto o coronaropatia.
Per ora, ricordano i cardiologi, lo stile di vita resta il primo alleato del cuore: dieta equilibrata ricca di fibre e verdure, poco zucchero, attività fisica regolare e sonno adeguato aiutano sia il cuore sia l’intestino a lavorare in armonia.
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