Il green manager: la nuova regia della cultura sostenibile va in scena al Festival del Cinema di Roma

Ottobre 24, 2025 - 23:31
 0
Il green manager: la nuova regia della cultura sostenibile va in scena al Festival del Cinema di Roma

Green manager dello spettacolo, una figura che unisce arte, gestione e sostenibilità e può davvero fare la differenza nel futuro del settore della cultura

Al Festival del Cinema di Roma il futuro sale sul palcoscenico vestito di verde: si chiama green manager ed è la nuova figura pronta a riscrivere le regole dello spettacolo.

La transizione ecologica nel mondo della cultura non è più un semplice intento da proclamare, ma un percorso concreto e strutturato, affidato a professionisti con le competenze per guidarlo.

È questo il cuore di Spettacoli Sostenibili 2025, evento promosso dall’Osservatorio Spettacolo e Ambiente, nato dalla collaborazione tra Anec, Atip e Green Cross Italia, con il sostegno del Ministero della Cultura e in sinergia con il Gse e la Festa del Cinema di Roma.

Al centro del dibattito, la necessità di un profondo cambio di paradigma nelle industrie culturali: adottare modelli realmente sostenibili. Nell’auditorium del Gestore dei Servizi Energetici si è aperto il sipario su un settore in piena trasformazione, dove cinema, teatro e festival diventano veri e propri laboratori di innovazione ambientale.

È proprio in questo contesto che si afferma un protagonista inedito: il green manager dello spettacolo. Questa figura ibrida unisce arte, gestione e sostenibilità come mai prima e può davvero fare la differenza nel futuro della cultura.

Non è solo un tecnico dietro le quinte o un consulente ambientale occasionale: è una regia strategica che coordina ogni fase della produzione culturale secondo i principi Esg (ambientali, sociali e di governance), senza sacrificare la qualità artistica, anzi potenziandola con scelte consapevoli e innovative.

Il green manager ha un compito cruciale: ridurre l’impatto ambientale di teatri, cinema e set; ottimizzare i consumi energetici; gestire i rifiuti in modo efficiente; promuovere materiali eco-compatibili; coordinare fornitori green e sostenere la mobilità sostenibile; implementare protocolli ambientali come Green Film o Ecoprod; monitorare e certificare la sostenibilità di ogni progetto culturale.

Una figura trasversale e sempre più richiesta da produzioni, enti pubblici e istituzioni culturali. La formazione corre per stargli dietro.

L’università risponde alla chiamata verde

Le università italiane hanno colto la sfida, attivando master e corsi post-laurea dedicati alla gestione sostenibile delle arti e del patrimonio culturale.

Da La Sapienza a Ca’ Foscari, dall’Università di Bologna alla Bicocca di Milano fino allo Ied, i programmi di alta formazione preparano i professionisti che sanno muoversi tra normativa ambientale, bandi pubblici, comunicazione etica e gestione tecnica dei set, con strumenti come il carbon calculator e i criteri ambientali minimi (Cam).

Ma non basta formare: serve un ecosistema stabile che colleghi accademia, industria e istituzioni. Solo così il green manager potrà diventare un pilastro del sistema culturale italiano.

Una professione per guidare la transizione

Durante la conferenza è emersa una verità chiara: la sostenibilità, per essere reale, ha bisogno di persone. Tra queste, il green manager si impone come la figura chiave in grado di trasformare la cultura in un motore di cambiamento ambientale, sociale ed economico.

Supportato dal Ministero della Cultura, dal Ministero dell’Ambiente, da enti come Enea, Green Cross Italia e Osservatorio Spettacolo e Ambiente, il settore culturale guarda avanti, dagli incentivi per la riqualificazione energetica alle linee guida per eventi sostenibili, dai finanziamenti alle reti europee per la cultura green.

Il green manager è chiamato a orchestrare tutto questo, con la consapevolezza che l’arte non è solo bellezza, ma anche responsabilità.

Oggi la sostenibilità non è più un lusso ma una necessità strategica. Le produzioni che integrano criteri Esg risultano più appetibili per fondi pubblici, festival internazionali e piattaforme digitali.

Il green manager diventa un alleato prezioso per produttori, registi e istituzioni, portando valore, competenze e credibilità. Con l’adozione di protocolli green, le produzioni italiane certificate Green Film si fanno spazio accanto a quelle europee targate Ecoprod.

Film Commission, reti europee e campagne della European Film Academy puntano tutte in una direzione: il futuro è sostenibile e va guidato da chi sa dove portarlo.

Dietro le quinte: la cassetta degli attrezzi del green manager

Organizzare un evento culturale sostenibile oggi non è un’opzione, ma una responsabilità imprescindibile. Il green manager è il regista dell’impatto positivo, colui che orchestra ogni dettaglio trasformando festival, rassegne e spettacoli in esperienze a basso impatto ambientale, sociale ed economico.

Parte tutto dalla progettazione sostenibile: scegliere luoghi efficienti, misurare l’impronta ecologica e stilare un piano strategico integrato. Energia da fonti rinnovabili, illuminazione Led, monitoraggio in tempo reale dei consumi e riduzione degli sprechi sono standard imprescindibili.

La mobilità sostenibile fa la sua parte, con navette elettriche e incentivi per bike e car sharing. La gestione dei rifiuti diventa zero waste: plastica monouso eliminata, raccolta differenziata efficiente, materiali riutilizzabili.

Gli allestimenti puntano alla circolarità con scenografie modulari e materiali certificati. L’uso responsabile delle risorse naturali – acqua, suolo, aria – è garantito da fontanelle, riduttori di flusso e controllo delle emissioni.

Il food & beverage? Km zero, biologico, equo-solidale, con packaging compostabile e attenzione anti-spreco. Ma la sostenibilità non è solo tecnica: il green manager cura la comunicazione ambientale, coinvolge il pubblico con contenuti educativi, workshop e giochi, promuove la trasparenza con bilanci e certificazioni come Iso 20121 e, infine, lascia un’eredità concreta sul territorio valorizzando inclusione, accessibilità, rigenerazione urbana e impatto sociale positivo.

Il green manager non è un tecnico dietro le quinte o un eco-consulente occasionale: è la figura strategica senza cui un evento davvero sostenibile non può esistere.

Riduce il rischio di greenwashing, apre le porte a fondi pubblici e privati, migliora la reputazione e costruisce un’esperienza trasformativa autentica. È il ponte tra creatività e responsabilità, bellezza e impatto.

Il suo lavoro si sente e si misura. Il pubblico applaude, ma il vero protagonista è la sostenibilità. E il green manager è colui, o colei, che la porta in scena. Ciak – azione!

Insomma, il green manager non è un ruolo accessorio: è il cuore pulsante di un cambiamento necessario. È la risposta concreta a sfide globali come l’Agenda 2030, il Pnrr e il Green Deal europeo.

È il ponte tra tradizione culturale e innovazione etica. Senza di lui, la sostenibilità rischia di restare un tema marginale; con lui diventa protagonista del nuovo racconto culturale.

Il mondo dello spettacolo è pronto a cambiare pelle. Per farlo, serve una nuova generazione di professionisti formati, visionari, capaci. Il green manager è tutto questo e molto di più: custode di un’idea di cultura che non solo intrattiene, ma costruisce futuro.

Crediti immagine: Depositphotos

L'articolo Il green manager: la nuova regia della cultura sostenibile va in scena al Festival del Cinema di Roma è stato pubblicato su GreenPlanner Magazine.

Qual è la tua reazione?

Mi piace Mi piace 0
Antipatico Antipatico 0
Lo amo Lo amo 0
Comico Comico 0
Furioso Furioso 0
Triste Triste 0
Wow Wow 0
Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia