Negli archivi di Balenciaga a Parigi: là dove nascono i nuovi profumi

Ottobre 24, 2025 - 14:01
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Negli archivi di Balenciaga a Parigi: là dove nascono i nuovi profumi

CRISTÓBAL Balenciaga è all’apice della popolarità quando, nel 1947, presenta la sua fragranza femminile. La chiama Le Dix in omaggio al civico (il 10) di avenue George V, cuore parigino della Maison dal 1937 al 1968, anno in cui il designer abbandona le scene. A dispetto delle origini basche, lo stilista incarna l’essenza dell’Haute Couture francese: “il maestro di tutti noi”, lo definisce Christian Dior, “l’unico vero couturier”, per Gabrielle Chanel.

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Quel suo primo profumo piace quanto il suo stile scultoreo e avanguardista. A cavallo tra gli Anni 50 e 60, Le Dix è l’eau de parfum che tutte desiderano. Poi, lentamente, il tempo ne appanna il ricordo. A riportarla in vita, oggi, è il team Beauté del Gruppo Kering, cui la griffe fa capo dal 2001.

Negli archivi Balenciaga di Parigi alla scoperta dei profumi

A indicare la rotta è proprio l’archivio Balenciaga, sorta di macchina del tempo nascosta alle porte di Parigi (l’indirizzo è un segreto attentamente custodito). Vi si accede scortati dal personale che, a tempo pieno, cataloga abiti, accessori, cartamodelli, carnet, volumi. Ovunque, cassettiere, ripiani, appendiabiti. Garde-robe scandiscono i decenni e le collezioni. Si spazia dagli Anni 60 di Cristóbal ai decenni successivi, appannaggio dei direttori creativi Nicolas Ghesquière, Alexander Wang, Demna.

Courtesy Press Office

I pezzi sono più di 80mila: abiti (all’ingresso, si è accolti da Le Chou Noir, il mitico tubino realizzato nel 1967 con seta gazar), ma anche guanti, foulard, nastri, calze, cappelli. Tre manichini replicano le silhouette di altrettante clienti di Monsieur Balenciaga, con applicazioni di tulle e gommapiuma a mimarne le forme. Allineati lungo le pareti, i vecchi arredi della boutique nell’VIII arrondissement e i ritratti di amiche come Annabel Buffet e Mademoiselle Coco. Studiando quel materiale, il luxury group ha composto una collezione di dieci fragranze. Le Dix traccia la rotta, le altre arricchiscono la testimonianza. L’obiettivo è riportare Balenciaga all’Haute Parfumerie, omaggiarne il retaggio, ridefinirne l’identità olfattiva. Si procede per frammenti biografici, aneddoti, riferimenti stilistici.

Le fragranze tra memoria storica e presente

No Comment, per esempio, si rifà alla discrezione del fondatore, restio a mostrarsi al pubblico, riluttante alle interviste: è un fougère asciutto, sviluppato a partire dall’essenza del cipresso spagnolo. Getaria, battezzata come la cittadina natale dello stilista, evoca l’Atlantico su cui affaccia il borgo con note ozonate e accenti salmastri. Oltre a Le Dix (eau floreale con assoluta di iris, foglie di violetta, incenso e rosa damascena), riconducono alla couture To Be Confirmed e Twenty Four Seven: la prima (gelsomino, ylang ylang, foglie di tè Silver Needle) dà un profumo all’iconica silhouette Tulip; la seconda (assoluta di vaniglia, ambra, muschi) è “la trasposizione olfattiva di una T-shirt bianca”.

Courtesy Press Office

Sfilano subito accanto Muscara (un’ambretta sudamericana intrisa d’iris), tributo ai make up grafici dei défilé degli Anni 60, 100% (una rosa damascena con sfaccettature metalliche), link olfattivo con lo stile street, ed Extra (pepe nero e rosa, ginepro, zafferano, elicriso), omaggio alle silhouette fuori misura del designer. Completano il gruppo due acque più intense: Cristóbal (con oud Assafi del Bangladesh, patchouli, muschio di quercia) e Incense Perfumum (mixa tre diverse qualità di incenso, legno di cedro e resina di labdano).

Narrazione olfattiva e arte

La narrazione olfattiva è stata tradotta in immagini dall’artista britannica Katerina Jebb. Con la tecnica della scanografia (prevede scansioni ad alta definizione su un fondo grigio industriale), l’autrice ha scomposto e ricomposto i flaconi, abbinandoli agli ingredienti principali, ottenendo tableau al tempo stesso scabri e lirici, che catturano la doppia anima della collezione. Precisione scientifica e abbandono romantico, avanguardia tecnologica e memoria storica. Il flacone stesso è un ulteriore elemento narrativo.

Dagli archivi di Balenciaga a Parigi – Courtesy Press Office

Il design rilegge con fedeltà il primo Le Dix: lo sguardo di Jebb ne ha catturato le imperfezioni, la tecnologia le ha tradotte in un processo di “invecchiamento”applicato alle confezioni. Ogni bottiglia, così, è unica. E, ovvio, green-oriented: l’erogatore spray è nascosto nel vetro, la plastica è ridotta al minimo, il filo, che un tempo chiudeva il tappo, è promosso ad accessorio decorativo e annodato artigianalmente. E sì, le boccette sono tutte refillable, perché anche l’eternità deve avere un piano sostenibile.

Courtesy Press Office

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