L’Europarlamento approva la direttiva sul monitoraggio del suolo, soddisfatti progressisti e ambientalisti

La proposta della Commissione Ue risale a giugno 2023, poi tra la primavera e l’estate scorsa l’iter legislativo ha compiuto passi avanti senza sorprese. Qualche preoccupazione è emersa l’altro giorno, quando la stessa aula ha detto no al monitoraggio delle foreste europee, ma fortunatamente questa volta il Parlamento europeo non ha deluso le aspettative e oggi con una votazione ha approvato la direttiva sul monitoraggio del suolo. L’obiettivo generale della legge è quello di avere suoli europei sani entro il 2050, in linea con l’ambizione dell’Ue di «inquinamento zero».
Le nuove norme, spiegano i vertici comunitari, contribuiranno a «migliorare la resilienza del suolo, a garantire una migliore gestione dei siti contaminati e a introdurre principi di mitigazione del consumo di suolo, con particolare attenzione all’impermeabilizzazione del suolo (la copertura del suolo con materiali impermeabili come cemento o asfalto) e alla rimozione del suolo (la rimozione dello strato superficiale nel corso di attività come i lavori di costruzione)». Ai sensi della direttiva, viene inoltre spiegato, gli Stati membri «istituiranno sistemi di monitoraggio per valutare le condizioni fisiche, chimiche e biologiche dei suoli nel loro territorio, sulla base di una metodologia comune dell’Ue. Riferiranno periodicamente alla Commissione e all’Agenzia europea dell’ambiente in merito alla situazione in termini di salute del suolo, consumo di suolo e siti contaminati, garantendo la disponibilità di dati comparabili in tutta l’Ue e la possibilità di intraprendere azioni coordinate per contrastare il degrado del suolo. Saranno inoltre adottate misure per monitorare i contaminanti emergenti come le Pfas, i pesticidi e le microplastiche».
Il via libera votato oggi dall’Europarlamento viene commentato con soddisfazione da Annalisa Corrado, relatrice per il gruppo Socialisti & Democratici e responsabile Conversione ecologica del Pd: «È un giorno storico, per la prima volta l’Europa si dota di una legge che riconosce il suolo come risorsa viva e limitata, da proteggere al pari dell’acqua e dell’aria. Dopo anni di stallo, colmiamo un vuoto normativo che durava da troppo tempo». L’esponente dem sottolinea che «la Direttiva ci permetterà di conoscere davvero lo stato dei nostri terreni, introducendo un quadro comune europeo per monitorare la salute e la contaminazione dei suoli. È una norma che parla di vita quotidiana: di cibo sicuro, di acqua pulita, di resilienza climatica e di sovranità alimentare. L’obiettivo ‘zero inquinamento’ e la limitazione del consumo di suolo entrano così a pieno titolo nel nuovo orizzonte di lavoro».
I risultati ottenuti con l’adozione di questa direttiva. Come spiega sempre Corrado, ora l’Ue si dota di un sistema di monitoraggio comune, l’inclusione di contaminanti come pesticidi, micro e nanoplastiche e Pfas, un approccio graduale che affida agli Stati membri la bonifica dei siti contaminati con il sostegno dell’Unione, ma anche un sostegno per proprietari e agricoltori, «perché nessuno verrà lasciato solo nella transizione verso pratiche sostenibili. La salute del suolo è la salute delle persone e del pianeta — oggi l’Europa compie un passo decisivo per proteggerla». Aggiunge responsabile Conversione ecologica del Pd che tra l’altro la votazione di oggi si accompagna a un altro segnale importante, ovvero l’approvazione della risoluzione del Parlamento europeo in vista della Cop30 di Belém: «Due messaggi che vanno nella stessa direzione: l’Europa deve restare leader nella lotta alla crisi climatica. Dalla difesa del suolo alla tutela della biodiversità, dalla giustizia climatica alla pace, l’Unione deve saper guidare la transizione globale con coraggio e responsabilità, soprattutto in un momento in cui il multilateralismo è messo alla prova e gli Stati Uniti fanno un passo indietro rispetto all’Accordo di Parigi».
E non ci sono soltanto le forze progressiste presenti a Strasburgo a salutare con soddisfazione l’approvazione di questa direttiva. L’European environmental bureau, che pure ultimamente non ha risparmiato dure critiche ai vertici comunitari per gli impegni disattesi su diverse misure riguardanti la crisi climatica, ora sottolinea il fatto che «i legislatori dell’Ue hanno ascoltato i cittadini e la comunità scientifica e hanno approvato la legge sul monitoraggio del suolo, la prima legge dell’Ue in materia di salute del suolo». Si legge sul sito web della rete di associazioni ambientaliste europee: «Nonostante le gravi lacune del testo approvato, si tratta di una tappa importante per affrontare la crisi del degrado del suolo in Europa. Il suo successo dipenderà da un’attuazione efficace». Caroline Heinzel, responsabile delle politiche per la natura presso l’Eeb, dice: «È rassicurante che la maggioranza dei deputati europei abbia resistito al populismo e alla disinformazione e abbia difeso oggi i suoli europei. Sebbene la legge non sia così forte come dovrebbe essere, è un primo passo nella giusta direzione e ci ricorda che il progresso è ancora possibile».
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