Ranucci alza la voce al Parlamento Ue: “Solidarietà ipocrita, Garante privacy ci punisce per conto del governo”
Bruxelles – Accuse pesanti al governo, perché la solidarietà di facciata si sgretola di fronte all’accanimento nei fatti. Sigfrido Ranucci, giornalista e conduttore di Report bersaglio lo scorso 16 ottobre di un attentato dinamitardo, alza la voce. E lo fa dal Parlamento europeo di Strasburgo. “Mentre la politica dà solidarietà da una parte, dall’altra sta armando le authority, come il garante della privacy, per punire Report e dare un segnale esemplare”, ha denunciato Ranucci.
Due giorni dopo l’intervento in occasione del premio giornalistico dedicato a Daphne Caruana Galizia, Ranucci è stato invitato da Sandro Ruotolo, eurodeputato del Partito Democratico, ad una conferenza stampa all’emiciclo Ue. All’evento sono intervenuti, tra gli altri, anche il capodelegazione dem Nicola Zingaretti e l’eurodeputato del Movimento 5 Stelle Gaetano Pedullà. Collegato da remoto, il giornalista ha fatto appello al Garante europeo per la protezione dei dati: “Chiedo che controlli come sta funzionando il garante della privacy italiano in questi giorni, perché è un’emanazione del governo”.
Un attacco frontale a un organo amministrativo indipendente, di cui Ranucci si assume le responsabilità. “Lo sto dicendo con cognizione di causa, e lo vedremo nelle prossime ore”, ha proseguito. Il riferimento è alla multa che l’Autorità sarebbe pronta a comminare al programma d’inchiesta per gli audio registrati da Maria Rosaria Boccia all’epoca della sua relazione con l’allora ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, entrati in possesso di Report e mandati in onda su Rai 3.
Nel pomeriggio, è arrivata la risposta del Garante alle “gravissime affermazioni rese” da Ranucci. In una nota, l’Autorità ha ribadito “l’assoluta indipendenza e trasparenza del proprio operato a difesa della legalità” e ha aggiunto che “si riserva ogni necessaria iniziativa a propria tutela“.
Ranucci, nel suo intervento, ha sottolineato come “mezzo governo” abbia già querelato il programma, e ricordato che la commissione di vigilanza della Rai “è bloccata per volere della maggioranza di governo“. Ruotolo ha chiesto al governo di accompagnare la solidarietà manifestata a Ranucci con il ritiro di tutte le querele temerarie nei confronti dei giornalisti. E alla premier Giorgia Meloni, che “accusa l’opposizione di gettare ombre e fango sull’Italia”, ha snocciolato i preoccupanti dati della libertà di stampa nel Belpaese. “Il primo Paese europeo per minacce ai giornalisti”, in aumento del “76 per cento nei primi mesi del 2025”. “Declassata dal 46esimo al 49esimo posto per la libertà di stampa” da Reporters sans frontières. Anche se Meloni, al Senato, ha raccontato che con il suo governo è salita dal 58esimo al 49esimo posto. Sbagliando, perché quei numeri si riferivano agli anni precedenti.
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