Il lavoro, la politica, la pace, Dio: le Acli guardano alla realtà senza filtri

Settembre 28, 2025 - 11:00
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Il lavoro, la politica, la pace, Dio: le Acli guardano alla realtà senza filtri

Lavoro, diritti, dialogo interreligioso e naturalmente pace: il 56° Incontro nazionale di Studi delle Acli, in corso al Teatro della Compagnia di Firenze ha registrato ieri una vibrante seconda giornata di lavori.

Ad aprirli, informa una nota aclista, «i saluti istituzionali dell’assessore Dario Danti. Subito dopo, la testimonianza dei lavoratori della Beko, simbolo di un impegno che intreccia diritti, dignità del lavoro e partecipazione, con la testimonianza anche di don Carmelo Lo Cicero, che ha sottolineato come l’annuncio della chiusura della fabbrica metta a rischio 299 famiglie e come sia importante sostenere i lavoratori nella loro lotta a difesa della propria dignità».

Civismo e dintorni

Al centro della mattinata la tavola rotonda Dal civismo alla politica: storie di chi cambia davvero, con gli interventi di Filippo BarberaFrancesca Forno e Massimiliano Andretta, che hanno raccontato esperienze di attivismo civico e innovazione sociale capaci di trasformarsi in azione politica concreta.

Il pomeriggio ha offerto un intenso confronto sui linguaggi della democrazia, mettendo in dialogo giornalismo, cinema, arte e Bibbia. Fabrizio BarcaMarilisa Palumbo e Padre Giuseppe Trotta prima e i registi  Giorgio DirittiFederico Bondi e Federico Micali hanno discusso del potere dei linguaggi di incidere sull’immaginario collettivo e di generare passione civile.

Filippo Andreatta (Michele Nucci/LaPresse )

«Apprezzo che il programma di questi giorni intrecci riflessione sul futuro dell’Europa», ha detto in un video messaggio indirizzato alle Acli la vicepresidente del Parlamento europeo, Antonella Sberna, «esperienze locali di cura dei beni comuni e spazio ai linguaggi dell’arte, del cinema e della comunicazione, capaci di accendere passioni civiche. Fondamentale è il coinvolgimento dei giovani, che non devono essere solo destinatari di politiche, ma protagonisti attivi del cambiamento. Sento forte l’urgenza di ricostruire un legame di fiducia tra cittadini e istituzioni: l’Europa sarà più forte se saprà ascoltare le comunità locali, le famiglie, i giovani e includere chi oggi si sente ai margini. Le Acli», ha concluso l’europarlamentare di Fratelli d’Italia, «sono un laboratorio prezioso di cittadinanza attiva, un ponte tra sociale e politico, una scuola di formazione civile che il nostro Paese non può permettersi di perdere. In un tempo segnato da conflitti e violenze, abbiamo la responsabilità di costruire ogni giorno relazioni fondate sul rispetto, sul dialogo e sulla giustizia».

L’abate, l’imam, il rabbino

La giornata si è poi trasferita nelle strade di Firenze con il Cammino di Spiritualità per la Pace, che ha condotto i partecipanti fino all’Abbazia di San Miniato, accompagnati dalle riflessioni di padre Bernardo Gianni, dell’imam di Firenze Izzedin Elzir e da un messaggio del rabbino capo Gadi Piperno.

«Un segno forte di dialogo interreligioso e di impegno per la pace», osserva la nota Acli, «che si è concretizzato anche con il dispiegamento della bandiera della pace più grande del mondo, che ha coperto tutta la scalinata che scende dall’abbazia fiorentina fino al sottostante Viale dei Colli a due passi da Piazzale Michelangelo.

«Da Firenze deve partire un messaggio sempre rinnovato di pace e di speranza, capace di trasformare la tragedia in occasione di luce e di fraternità», ha detto Padre Bernardo Gianni, abate di San Miniato al Monte, secondo il quale «la pace non è un concetto astratto, ma si pratica ogni giorno, con responsabilità, cura e attenzione. Siamo chiamati a fare dei nostri cuori uno straordinario incastro di pace.» Gli ha fatto eco Imam Izzedin Elzir, della comunità islamica di Firenze:  «La pace non è facile, è una salita che richiede fatica e impegno, ma senza speranza non possiamo trovarla», ha aggiunto nel suo saluto, « non esistono guerre giuste: tutte le guerre sono sporche, e la pace inizia da noi stessi, dalle nostre famiglie, dal rapporto con il prossimo. Abbiamo bisogno di un nuovo umanesimo, dove l’altro non è il nemico ma mio fratello.»

L’abate di San Miniato al Monte, padre Bernardo Gianni/foto LaPresse

«La democrazia fallisce quando la discussione aperta si trasforma in posizioni definitive e intolleranti», ha detto Gadi Piperno, «solo cultura e libera espressione delle opinioni possono contrastare le manipolazioni e le fake news. Un leader deve saper ascoltare il popolo ma anche assumersi la responsabilità delle decisioni ed è proprio l’equilibrio tra queste due dimensioni ad essere essenziale per creare percorsi di pace.»

La serata si è chiusa con un Cena di Solidarietà curata dalla Caritas di Firenze con una raccolta fondi destinata alla parrocchia di Gaza.

Nella foto di apertura, dell’Ufficio stampa Acli, la grande bandiera della pace srotolata nella scalinata di San Miniato al Monte, Firenze.

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Redazione Redazione Eventi e News