Il ritorno dei democristiani spaventa Schlein e disturba Meloni ma il condono fa 90

Novembre 18, 2025 - 08:13
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Il ritorno dei democristiani spaventa Schlein e disturba Meloni ma il condono fa 90

I democristiani non sono scomparsi, hanno solo preso un attimo di riflessione. Ora, quindi, tornano “sul mercato”.

Ce ne sono ancora tanti sparsi qua e là nel panorama

politico italiano. Si affacciano e fanno sentire la loro voce.

Il più coraggioso di tutti è Clemente Mastella, il sindaco di Benevento. Nei giorni in cui imperava Ciriaco De Mita era in soldoni il suo ufficio stampa, poi ebbe una parentesi da ministro, ma venne anche per lui il momento dell’attesa.

Si rivolge in Campania, la sua terra, ai vari esponenti che litigano e si dividono. “Senza centro si perde”, spiega a chi continua a parlare (a vanvera) senza affrontare i grandi problemi di quella regione che sono identici in tutto il Mezzogiorno.

I problemi del Mezzogiorno

Il ritorno dei democristiani spaventa Schlein e disturba Meloni ma il condono fa 90
Il ritorno dei democristiani spaventa Schlein e disturba Meloni ma il condono fa 90 -Blitzquotidiano.it (foto ANSA)

Lavoro, ambiente, trasporti: invece di guardare in faccia la realtà si cerca di trovare un appiglio per mandare KO l’avversario. La destra e la sinistra si combattono per denigrare chi non la pensa come loro, ma spesso dimenticano che, qui, molta gente soffre e spesso non sa come arrivare alla fine del mese.

La Campania è forse la sola regione in cui il voto di fine settimana è incerto. Quella che sembrava essere una passeggiata per Roberto Fico (il candidato di Giuseppe Conte) è ora un quasi calvario in cui si  va alla ricerca di qualche voto che potrebbe essere alla fine determinante.

Non è facile trovare la quadra perchè sono i veleni a farla da padrone. L’ex presidente della Camera dovrebbe avere come alleati gli esponenti del cosiddetto campo largo.

I democristiani e la sinistra

È una certezza? Nemmeno per sogno. L’incognita ha un nome e un cognome: Vincenzo De Luca, l’ex governatore che avrebbe voluto restare su quella poltrona. Si è arreso e ha dovuto ingoiare il rospo. A chi daranno la loro preferenza i fedelissimi del “vecchio capo”? Ufficialmente, non dovrebbero esserci dubbi: tutti uniti per far vincere Roberto Fico. Ma siamo sicuri che è così?

Nel segreto dell’urna De Luca potrebbe vendicarsi del torto subito da Elly Schlein: ad esempio, astenersi, nel senso di infilare nel contenitore la scheda bianca, la stessa dei suoi seguaci. 

Ecco la ragione per la quale Mastella ritiene che senza il centro non si vince. È un ritornello che vale anche per il resto del Paese tanto è vero che ci si accapiglia per convincere i riottosi a decidere di tornare ai vecchi amori. Sono gli attuali assenteisti che il giorno delle elezioni se ne stanno a casa o vanno con la famiglia a fare una gita fuori porta. Non sono pochi ed è a questi che le forze politiche di ogni ordine e grado fanno la corte.

Fratelli d’Italia, quindi Giorgia Meloni, da vecchia “volpe” di questo ambiente che frequenta da quando era adolescente, intuisce il momento e lancia il suo strale per la Campania, condono edilizio: è una furbizia che può attrarre migliaia di napoletani o loro cugini. Votare per la destra purché hanno ancora un contenzioso per la loro abitazione.

Schlein comprende la trappola e insorge: “È una mossa che non ha nessun fondamento, finirà dopo il voto ed avrà ingannato ancora una volta gli italiani”. È un colpo che fa male quello del partito della premier e non è soltanto la segreteria ad inveire: “Un altro marchingegno per imbrogliare le carte”, sostengono a sinistra. “Siamo abituati alle frottole ed alle promesse fatte in campagna elettorale dissoltesi poi come neve al sole”- 

Le critiche a Palazzo Chigi sono molte, non c’è giorno nel quale non si spari a pallettoni contro il presidente del Consiglio. La voce dei dissenzienti ha un ritornello ricorrente: “Il consenso lo deve grazie ai giornali e alla tv, tutti dalla sua parte”.

Su quelli italiani si può discutere, ma con i fogli inglesi? Il Financial Times si è sperticato sulle lodi al nostro governo. Così l’Economist.

Nonostante i negativi giudizi che arrivano dall’opposizione, la Meloni va avanti e qualcuno, ironicamente, ma non troppo, ritiene che somigli sempre più al mai dimenticato Enrico Berlinguer. Femminismo, autorità e risparmio erano i temi sui quali combatteva. “Giorgia non fa lo stesso?”, sostengono i fedelissimi.

Le beghe non mancano: l’ultima è quella che vede Maurizio Lupi contro Antonio Tajani. Il leader di “Noi moderati” vorrebbe che una sua stretta collaboratrice, Mara Carfagna, diventasse vice ministro agli Esteri, ma il leader di Forza Italia tentenna. Insomma, ci vuole molta pazienza con questi alleati.

Lo sport della domenica conferma un maestro come Jannik Sinner e una vergogna, quella della nazionale di calcio. Dopo Spalletti, pure Gennaro Gattuso viene travolto dalla pesante sconfitta subita dagli azzurri contro la Norvegia. Il problema non è il commissario tecnico più o meno bravo. La colpa è nel manico: fin quando si permetterà alle squadre di club di scendere in campo a volte con nove giocatori  stranieri su undici in qual modo i giovani promettenti potranno sfondare e indossare un giorno la gloriosa maglia azzurra?

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