Il trucco occhi da evitare oltrepassati i 60 anni: ti invecchia e non lo sai

Novembre 12, 2025 - 00:30
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Il trucco occhi da evitare oltrepassati i 60 anni: ti invecchia e non lo sai

La verità è che dopo i 60 lo sguardo cambia ritmo prima di tutto per colpa delle abitudini. Apri il beauty case, fai i gesti di sempre e ti ritrovi con un contorno occhi più duro del previsto, una piega che non regge, un eyeliner che accentua la palpebra cadente.

Il punto non è truccarsi di meno, ma truccarsi meglio. Il make-up degli occhi maturi chiede texture sottili, luminosità calibrata, bordi morbidi. Chiede anche di abbandonare alcuni automatismi che funzionavano ieri e oggi invecchiano in dieci minuti. Lo noto ogni volta che trucco le clienti che portano gli occhiali o che raccontano di avere la palpebra mobile più corta. Basta poco per far sembrare l’occhio più stanco, basta altrettanto poco per rimetterlo al centro del viso in modo elegante.

Quello che spesso tradisce l’età non è la ruga in sé, ma il contrasto eccessivo. Colori troppo scuri, glitter grossi, linee nette. Un nero pieno lungo tutta la rima inferiore abbassa l’occhio, uno smokey non sfumato appesantisce, una polvere secca nella piega segna la texture della pelle. Invece di combattere la gravità con muri di prodotto, conviene usare luce controllata, transizioni morbide e prodotti che si muovono con la pelle. A quel punto l’effetto lifting ottico arriva da solo, senza effetti speciali. E sì, ci si sente più libere di giocare di nuovo con il trucco, ma con altre regole del gioco.

Trucco occhi over 60: tutti gli errori da evitare

Comincio sempre preparando la palpebra. Un velo di base levigante sottile uniforma micro-pieghe e discromie, spegne il grigio dell’angolo interno e fa aderire l’ombretto senza accumularsi nelle pieghe. Basta davvero poco prodotto, scaldato tra i polpastrelli, picchiettato e non strofinato. Se la palpebra è molto mobile, preferisco una base cremosa a rapido asciuglio, così la luce resta diffusa e non lucida. L’obiettivo è ottenere un fondo neutro e fresco, non un effetto gesso.

Scelgo poi cromie che illuminano per sottrazione. Toni come tortora, champagne rosato, pesca nude, grigio antracite soft sulle esterne, bronzo satinato leggero. Evito perlescenze a scaglia e glitter grandi perché entrano nelle micro-rughe e rompono la continuità. Un crema occhi colorata stesa a velo sulla palpebra mobile regala pienezza senza spessore. Nella piega alzo di mezzo centimetro il punto di sfumatura rispetto alla piega naturale, così creo un’illusione di palpebra più ampia e riposizionata. La sfumatura va costruita a piccoli tocchi, pennello pulito, movimenti corti e circolari, bordi morbidi.

 

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Il capitolo eyeliner è quello che più spesso tradisce l’età, ma non va demonizzato. La linea piena e spessa che chiude l’occhio verso il basso lo accorcia e indurisce i tratti. Meglio un tightlining sottile tra le ciglia superiori per infoltire la base senza creare uno stacco evidente, e una codina appena accennata, direzionata verso l’alto seguendo la naturale salita della rima, non l’angolo discendente. Anche la matita scura lungo tutta la rima inferiore è un classico errore che invecchia: preferisco lavorare solo nell’angolo esterno con un ombretto freddo e setoso, ben sfumato, lasciando pulito il resto per aprire lo sguardo.

La luminosità è un’alleata preziosa se tenuta sotto controllo. Un punto luce cremoso nell’angolo interno, leggermente diffuso verso il centro, fa respirare l’occhio. Sotto l’arcata sopracciliare uso una tonalità opaca di mezzo tono più chiara della pelle, non bianco gesso né shimmer evidente. Questo piccolo bilanciamento rende il risultato sofisticato e non teatrale. Se la palpebra tende a lucidere, fisso solo dove serve con una cipria micro-fine pressata con il pennello, senza velare tutto l’occhio.

Le sopracciglia meritano una cura particolare, perché sono l’impalcatura del ringiovanimento ottico. Un sopracciglio troppo sottile o troppo definito con blocchi di colore appesantisce. Riempiamo i vuoti con tratti micro a matita, seguendo la direzione del pelo, e fissiamo con un gel trasparente o leggermente colorato che pettina verso l’alto. La coda non deve cadere troppo oltre la linea esterna dell’occhio, altrimenti tira lo sguardo verso il basso.

Sul mascara mi muovo con la stessa logica di leggerezza. Scelgo formule allunganti e definenti, non iper volumizzanti che creano grumi. Insisto alla base con piccoli zig zag per aprire lo sguardo e pettino bene le punte per evitare ciocche compatte. Sulle ciglia inferiori applico solo quello che resta sullo scovolino per evitare ombre. Se l’occasione è speciale, i ciuffetti singoli posizionati agli angoli esterni danno un effetto lifting immediato e discretissimo.

 

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Il tocco finale è sempre il contorno. Evito correttori troppo opachi e spessi che segnano e invecchiano all’istante. Meglio formule sottili e elastiche, posizionate solo dove serve, lavorate con il calore delle dita e un soffio di cipria impalpabile. Se ci sono macchie o capillari visibili nella zona perioculare, neutralizzo prima con un correttore a bassa saturazione, poi uniformo. A questo punto, se desideri una riga più definita, torno con un ombretto scuro in polvere molto fine a ridosso delle ciglia, sfumo e finisco. Il risultato è un occhio più grande, più alto e più morbido.

E quando ti capita una giornata no, ricorda che la gestione della luce fa metà del lavoro. Un balsamo labbra lucidante, un blush crema posato alto sugli zigomi e un’ombra chiara e sottile sulla palpebra mobile creano armonia senza sforzo. Il trucco che ringiovanisce non fa scena, fa silenzio. Accompagna i lineamenti, non li costringe.

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Redazione Redazione Eventi e News