Ilaria Salis salva per un voto, il Parlamento Ue conferma l’immunità col soccorso “segreto” del centrodestra contro Orban

Per un singolo voto, ma salva. Il Parlamento europeo ha votato a favore dell’immunità per Ilaria Salis, l’eurodeputata eletta con Alleanza Verdi-Sinistra sotto processo in Ungheria.
Nell’Aula di Strasburgo hanno votato a favore di Salis 306 parlamentari, i contrari sono stati 305 e gli astenuti 17 (628 i votanti). Un voto segreto che ha di fatto permesso ad alcuni eletti nelle file del centrodestra di votare contro la linea dei rispettivi gruppi parlamentari.
Alla vigilia del voto Manfred Weber, il presidente dei Popolari europei di cui fa parte anche Forza Italia e che sono a Strasburgo il gruppo più numeroso, aveva dato indicazione di votare contro l’immunità di Salis: Weber, esponente della CDU tedesca, giustificato la sua posizione dicendo che Salis era accusata di un reato che avrebbe commesso prima dell’inizio del suo mandato, e che quindi non sarebbe dovuto essere coperto dall’immunità, invitando poi a non “politicizzare” il caso.
Il soccorso a Salis dal centrodestra
Come già accaduto il 23 settembre scorso in commissione Juri del Parlamento europeo, delegata agli affari giuridici, una parte del centrodestra “moderato” ha però votato contro le indicazioni di Weber, risultando decisiva.
Di ovvia felicità la reazione di Ilaria Salis, che ha rimarcato come il voto odierno al Parlamento europeo sia “un voto per la democrazia, lo stato di diritto e l’antifascismo. Questa decisione dimostra che la resistenza funziona. Dimostra che quando rappresentanti eletti, attivisti e cittadini difendono insieme i valori democratici, le forze autoritarie possono essere affrontate e sconfitte”. Però, sottolinea l’europarlamentare di AVS, “la lotta è tutt’altro che finita. Le minacce permangono e continuare a lottare è essenziale. Tutti gli attivisti antifascisti presi di mira per aver sfidato l’autoritarismo e le forze fasciste devono essere difesi”.
Siamo tutti antifasciste! pic.twitter.com/t6baBOkJQH
— Ilaria Salis (@SalisIlaria) October 7, 2025
Lo scontro Salvini-Tajani
Sulla carta tutti gli eletti di centrodestra italiani erano per la revoca dell’immunità. Da qui la reazione furente di Matteo Salvini, il vicepremier che ha utilizzato parole durissime per il voto emerso a Strasburgo: “Accusata di lesioni aggravate potenzialmente letali e altre condotte criminose in concorso con altri, all’interno di un’organizzazione criminale. Ma col trucchetto del voto segreto, richiesto dai gruppi di sinistra, anche qualcuno che si dice di “centrodestra” ha votato per salvare la signora Salis dal processo. Vergogna!”», ha detto il leader del Carroccio su X.
Di segno opposto la Dem Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento Ue: “L’Europa non può tollerare zone franche dove lo Stato di diritto viene sospeso: l’Ungheria resta formalmente nell’Unione, ma viola in modo sistematico lo Stato di diritto, calpestando l’indipendenza della magistratura, la libertà di stampa e la tutela dei diritti fondamentali. È una deriva che non possiamo più ignorare. Questa deve essere una battaglia trasversale che unisce tutte le forze liberali, riformiste ed europeiste”.
Alle accuse di Salvini ha replicato a stretto giro il leader di Forza Italia Antonio Tajani, che parlando a margine di un convegno a Montecitorio ha risposto alle accuse neanche tanto velate all’alleato di aver votato per salvare Ilaria Salis. “Le calunnie, gli insulti non li accettiamo, non c’è nessuno che tradisce, nessuno che fa giochi strani, noi siamo sempre stati leali e coerenti. Credo che il centrodestra debba preoccuparsi di prendere i voti all’esterno e di non fare polemiche all’interno”, le parole di Tajani.
Il caso Salis
Ilaria Salis, attivista anti-fascista, venne arrestata l’11 febbraio del 2023 in Ungheria, a margine di una manifestazione organizzata per contrapporsi al “Giorno dell’Onore”, che ogni anno richiama nella capitale Budapest migliaia di nostalgici del nazismo da tutta Europa: l’accusa era quella di aver aggredito alcuni manifestanti di estrema destra.
Da quel giorno ha trascorso 15 mesi in detenzione preventiva in carcere, in condizioni disumane e degradanti: il suo caso esplose con la pubblicazione del suo diario e poi, ancor di più, con le immagini dell’attivista portata in tribunale in catene.
Per impedire quello che è chiaramente un processo di matrice politica, in un Paese come l’Ungheria dove la presa del governo autocratico di Viktor Orban sulla magistratura è totale, nel giugno del 20245 Alleanza Verdi-Sinistra decide di candidare Salis alle elezioni europee per tirarla fuori dal carcere: risultato raggiunto con successo, con l’eurodeputata eletta a Strasburgo forte di 176mila preferenze nella circoscrizione Nord-Ovest.
Dall’Ungheria però l’esecutivo di Orban non ha mai mollato la presa. Il 10 ottobre scorso le autorità ungheresi hanno trasmesso al parlamento europeo la richiesta di revoca della sua immunità, bocciata prima in Commissione Juri e oggi dall’Aula di Strasburgo.
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