Firmata la dichiarazione della Tregua Olimpica a Olimpia. Coventry: i giovani devono sognare

Il Museo dei Giochi Olimpici moderni di Olimpia, in Grecia, ha ospitato nel pomeriggio la Cerimonia di dichiarazione della Tregua Olimpica. Un evento di alto profilo istituzionale - nella Patria culla dei Giochi - per ribadire l’importanza del significato universale dei cinque cerchi come linguaggio di pace.
Il Presidente del CONI, Luciano Buonfiglio, ha partecipato all'appuntamento insieme alla Vicepresidente Vicaria Diana Bianchedi, anche chief strategy planning & legacy officer di MICO2026, a poche ore dall'accensione della Fiamma olimpica.
Presenti anche la Presidente del CIO, Kirsty Coventry, il Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, il Presidente della Fondazione Milano Cortina 2026, Giovanni Malagò, i membri del CIO Ivo Ferriani e Federica Pellegrini, il membro d’onore Francesco Ricci Bitti e l’Ambasciatore d’Italia presso la Repubblica Ellenica, Paolo Cuculli.
La cerimonia è promossa dai sindaci ellenici di Archaia, Olimpia, Ilida e Sparta e dal Centro internazionale per la tregua olimpica.
Ispirati dal rituale che invoca la tregua, istituito nella Grecia antica, i sindaci hanno lanciato un appello, affinché "le armi siano deposte e le ostilità cessino in tutto il mondo, per tutto il periodo che va dal settimo giorno prima dell'inizio dei XXV Giochi Olimpici Invernali fino al settimo giorno successivo alla fine dei XIV Giochi Paralimpici Invernali che si terranno a Milano Cortina, come indicato dalla risoluzione delle Nazioni Unite".
La dichiarazione della tregua olimpica è stata firmata da Coventry, Abodi, Malagò e Buonfiglio, e dall'ambasciatore Cuculli. "La Grecia ha un posto speciale nel mio cuore, perché è qui che sono diventata una campionessa olimpica per la prima volta, ed è un po' surreale essere qui ora”, ha sottolineato Coventry, aggiungendo che "in un mondo talvolta così triste e diviso è importante che rimanga spazio per i giovani per sognare, capire di cosa sono capaci, e questo rende ancora più importante ciò che stiamo facendo oggi”.
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