La corsa dell’AI prosciuga la RAM: prezzi alle stelle per PC e smartphone e c'è lo spettro di uno sgradito "ritorno al passato"

Il mercato globale della RAM sta attraversando una fase di tensione che coinvolge l'intera elettronica di consumo. La richiesta proveniente dai sistemi di intelligenza artificiale spinge i prezzi verso l'alto e riduce la disponibilità dei componenti.

Il fenomeno inizia a toccare non solo data center e produttori, ma anche chi acquista PC, smartphone e dispositivi per il gaming. E potrebbe anche peggiorare.

La crescita della domanda di memorie per i sistemi di intelligenza artificiale coincide con la fine di un periodo di sovrapproduzione. Il settore della RAM è dominato da SK Hynix, Samsung e Micron, che controllano circa il 90% della produzione mondiale e hanno storicamente influenzato prezzi e disponibilità.

La RAM, acronimo di Random Access Memory, rappresenta la memoria di lavoro dei dispositivi elettronici. A partire da questa base, l'industria ha sviluppato molte varianti, anche se la maggior parte del mercato si concentra sulla DRAM, la tipologia più comune.

I data center dedicati all'intelligenza artificiale richiedono enormi quantità di memoria ad alta velocità, in particolare la HBM, una tecnologia complessa che utilizza più wafer di silicio rispetto alla DRAM tradizionale. Questo spostamento di risorse riduce la capacità produttiva delle memorie destinate ai dispositivi di consumo.

Negli ultimi mesi le tre aziende principali hanno orientato investimenti e linee produttive verso contratti più stabili richiesti dal settore dell'intelligenza artificiale. La costruzione di grandi infrastrutture, come i data center progettati da OpenAI, accelera ulteriormente questa tendenza.

Gli appassionati di videogiochi sono stati tra i primi a notare gli aumenti. Alcuni kit di DRAM sono passati da circa 80 dollari a oltre 300 dollari, mentre altri sono saliti da 190 dollari a 700 dollari. La volatilità ha portato alcuni negozi a modificare i prezzi più volte al giorno.

Le memorie usate nei PC assemblati e negli smartphone sono meno sofisticate, ma secondo gli analisti il rincaro coinvolgerà anche queste categorie. Tra settembre e novembre Samsung ha incrementato i prezzi di alcuni chip per server oltre il 60%.

I grandi produttori di computer e smartphone stanno rallentando l'impatto grazie alle scorte acquistate in anticipo, ma aziende come Dell, Lenovo e HP prevedono aumenti prossimi. Alcuni marchi accumulano componenti per contenere i costi, mentre altri valutano riduzioni della capacità di RAM nei dispositivi o tagli in altri reparti, come batterie e schermi.

Apple sembra meno esposta, grazie a contratti di lunga durata con i produttori di memoria e alla possibilità di assorbire parte degli aumenti senza modifiche marcate ai listini.

Per ridurre il problema servirebbe un aumento della produzione, ma i principali produttori non mostrano interesse immediato. La forte richiesta del settore intelligenza artificiale genera ricavi significativi, come conferma l'utile netto di Micron, passato da 778 milioni di dollari nel 2024 a oltre 8,6 miliardi nell'ultimo anno. Anche per Samsung il comparto memorie rappresenta circa un terzo del fatturato complessivo.

L'attuale scarsità arriva dopo un periodo opposto. Durante la pandemia, la crescita della domanda spinse molte aziende ad aumentare la produzione, salvo poi trovarsi con un surplus di DRAM e NAND quando il mercato rallentò. I prezzi scesero spesso sotto i costi di produzione, costringendo i produttori a tagliare gli investimenti.

Oggi quella scelta limita la capacità di rispondere alla nuova ondata di richieste e crea un effetto domino che nel prossimo anno potrebbe influenzare l'intera elettronica di consumo. Non stupitevi quindi se torneranno smartphone e PC con 4GB di RAM, e se in generale il quantitativo di RAM diminuirà, perché il rischio è concreto.

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