La Global Sumud Flotilla vista da Gaza: «Da qui vi vediamo e ci sentiamo meno soli»

Una manciata di miglia. È la distanza dalla costa di Gaza a cui la Global Sumud Flotilla si è fermata sotto gli occhi di tutto il mondo. Le imbarcazioni intercettate dalle forze navali israeliane che trasportavano aiuti umanitari per la popolazione palestinese non sono riuscite a raggiungere la meta. La loro destinazione è stata dirottata e gli equipaggi presi in consegna dalle autorità.
Dall’altra parte del mare, nelle stesse ore, la situazione è «disperata», dice Rosa Mazzone, amministratrice di missione di Medici Senza Frontiere. Si trova a Deir al Balah, dove l’organizzazione gestisce due ospedali da campo: «Le forze israeliane bombardano con un’intensità fortissima. I nostri team stanno vivendo giorni drammatici», ci scrive.
Ieri sera da quella stessa località è arrivata la notizia dell’uccisione di un membro dello staff: «Un attacco delle forze israeliane ha ucciso Omar Hayek e ferito gravemente altri quattro operatori di Medici senza frontiere», si legge in una nota. «Il team aspettava in strada l’autobus che li avrebbe dovuti portare a lavoro nell’ospedale da campo». Aveva 42 anni: è il quattordicesimo medico ucciso a Gaza dal 7 ottobre 2023. Era rimasto a Gaza City fino al 13 settembre scorso, prima di decidere di evacuare definitivamente verso sud a causa dei continui attacchi e degli sfollamenti forzati da parte delle forze israeliane.
Ma come è arrivata lì l’eco delle piazze che in tutto il mondo stanno manifestando solidarietà al popolo palestinese? Mazzone risponde così: «Continuate a mobilitarvi per Gaza. Da qui vi vediamo e ci sentiamo meno soli».
Anche Andrea Canneva, responsabile della logistica di Emergency, si trova a Deir al Balah, nella parte centro meridionale della Striscia, dove negli ultimi giorni sono convogliate centinaia di migliaia di persone evacuate da Gaza City. Siamo riusciti a sentirlo dopo diversi giorni di connessione interrotta. Nella clinica dove è al lavoro, c’è un grande afflusso di pazienti, «una media di 250 persone al giorno, la maggior parte bambini con evidenti segni di malnutrizione».
La popolazione riporta «le difficoltà quotidiane, tra mancanza di servizi igienici e sanitari e accesso a cibo e acqua». La Global Sumud Flotilla? «Il fatto che sia riuscita a portare l’attenzione su Gaza si sente nello spirito: porta un senso di speranza, come se ci fosse qualcuno a fare da megafono a quello che sta accadendo», spiega Canneva. «Le persone qui si sentono dimenticate, tagliate fuori dal mondo. Questa iniziativa ha fatto da amplificatore alla loro voce».
Gli operatori di Emergency assistono quotidianamente agli effetti dell’evacuazione di Gaza City. «L’area in cui ci troviamo è stracolma di tendopoli, non c’è uno spazio libero. L’ultimo rapporto indicava lo spostamento di 400mila persone. Ovviamente questo comporta criticità importanti a cui si sommano attacchi ed esplosioni, le ultime le abbiamo sentite di notte nel nostro quartiere pochi giorni fa. Nella nostra clinica curiamo le persone che non hanno più un’assistenza sanitaria, cerchiamo di dare sollievo alle persone che vivono in una Striscia martoriata».
Emergency è a Gaza da agosto 2024, dove ha aperto nel gennaio 2025 la sua clinica di assistenza sanitaria di base nella località di al-Qarara, nel governatorato di Khan Younis. Qui offre primo soccorso, assistenza medico-chirurgica di base per adulti e bambini, attività ambulatoriali di salute riproduttiva e follow up infermieristico post-operatorio, stabilizzazione di emergenze medico-chirurgiche e trasferimento in strutture ospedaliere. Da un anno supporta anche la clinica di medicina di base allestita dall’associazione locale Culture & Free Thought Association ad al-Mawasi.
Questo articolo è stato aggiornato sabato 4 ottobre alle ore 14,10
Le fotografie sono state fornite da Medici Senza Frontiere ed Emergency. In apertura, Gaza City in una immagine da Archivio Emergency
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