La rinascita del Royal Observatory di Greenwich

C’è un luogo a Londra dove il tempo ha origine. È il Royal Observatory di Greenwich, il punto da cui si misura ogni longitudine del mondo e dove nacque il concetto di Greenwich Mean Time. Dopo quasi 350 anni di storia, questo simbolo dell’astronomia britannica entra in una nuova era: è iniziato un imponente progetto di ristrutturazione da 77 milioni di sterline, destinato a trasformare il sito in un centro di ricerca, divulgazione e accessibilità per il XXI secolo.
Un nuovo capitolo per il tempio del tempo
Il Royal Observatory, fondato nel 1675 da re Carlo II, è da sempre uno dei luoghi più iconici della capitale. Arroccato sulla collina di Greenwich Park, offre una delle viste più spettacolari di Londra, con la City sullo sfondo e il Meridiano Zero inciso nel suolo come una linea che attraversa la storia.
Oggi, a quasi quattro secoli dalla sua fondazione, il complesso è al centro di un ambizioso progetto di rinnovamentoguidato dai Royal Museums Greenwich. L’obiettivo è duplice: preservare il patrimonio storico dell’osservatorio e, al tempo stesso, renderlo un luogo aperto, accessibile e tecnologicamente avanzato.
I lavori, iniziati nel settembre 2025, dureranno fino alla primavera del 2028. Durante questo periodo, il sito resterà in parte operativo, anche se il celebre Peter Harrison Planetarium rimarrà chiuso al pubblico per interventi di restyling e ampliamento.
Il progetto, battezzato “First Light”, vuole simboleggiare una rinascita, proprio come la prima luce che attraversa un telescopio appena aperto verso il cielo.
Il progetto “First Light”: innovazione e accessibilità
Il piano di ristrutturazione prevede la creazione di nuovi spazi educativi e interattivi, pensati per rendere l’astronomia più coinvolgente e inclusiva.
Tra gli interventi principali:
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La costruzione di una torre con ascensore che renderà accessibile a tutti il celebre Great Equatorial Telescope, finora raggiungibile solo tramite una stretta scala a chiocciola.
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La realizzazione di quattro nuove gallerie interattive dedicate ai temi dell’astronomia moderna, con esperienze immersive, schermi tattili e modelli tridimensionali dei corpi celesti.
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La creazione dell’Astronomers Court, un cortile coperto per ospitare eventi scientifici dal vivo, conferenze, proiezioni e laboratori.
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L’introduzione di una terrazza panoramica per osservazioni all’aperto e dirette streaming di eventi astronomici, come eclissi, passaggi di comete o congiunzioni planetarie.
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Un nuovo padiglione d’ingresso che collegherà meglio l’osservatorio con il percorso pedonale di Greenwich Park, migliorando l’accoglienza dei visitatori.
Come spiegato dal direttore dei Royal Museums Greenwich, Paddy Rodgers, “vogliamo che il Royal Observatory torni a essere ciò che era in origine: un luogo dove la scienza incontra la meraviglia. Qui il cielo non è solo oggetto di studio, ma fonte di emozione e ispirazione”.
Rodgers racconta anche un ricordo personale: la prima visita della figlia al planetario, a soli 13 anni, fu così intensa da spingerla a intraprendere poi una carriera in fisica e astrofisica. “È questo l’effetto che vogliamo generare: accendere la curiosità, far nascere vocazioni.”
Un patrimonio che guarda al futuro
Il Great Equatorial Telescope, cuore del progetto, è uno dei simboli più riconoscibili dell’osservatorio. Con la sua cupola a cipolla, è il decimo telescopio più grande del mondo nel suo genere. Costruito alla fine dell’Ottocento, ha permesso agli astronomi di compiere osservazioni cruciali sulla posizione delle stelle e sulla rotazione terrestre.
Oggi, la nuova torre di accesso permetterà anche ai visitatori con mobilità ridotta di ammirarlo da vicino. Questo intervento è uno dei cardini del progetto “First Light”, pensato per rendere il sito realmente inclusivo, superando le barriere fisiche e simboliche che spesso separano la scienza dal grande pubblico.
In parallelo, le nuove gallerie interattive racconteranno l’evoluzione dell’astronomia dalle origini fino all’era digitale. Saranno spazi dove toccare, ascoltare, sperimentare: un viaggio tra antichi strumenti di navigazione, osservazioni satellitari e simulazioni cosmiche in tempo reale.
La terrazza sul tetto offrirà invece un punto di osservazione privilegiato per astronomi e curiosi, permettendo di seguire in diretta eventi celesti attraverso live-streaming globali e sessioni guidate da esperti.
Architettura e design: equilibrio tra storia e contemporaneità
Il progetto architettonico è firmato dallo studio Jamie Fobert Architects, già autore del rinnovamento della National Portrait Gallery di Londra. Il design delle gallerie e degli spazi immersivi è stato affidato allo studio Casson Mann, specializzato in museografia interattiva.
L’intervento architettonico rispetta il contesto storico del sito — parte del Patrimonio Mondiale UNESCO — ma introduce elementi di architettura sostenibile: utilizzo di materiali riciclabili, illuminazione a basso consumo, pannelli solari e gestione intelligente delle acque piovane.
La nuova Astronomers Court, un cortile coperto da una struttura in vetro e acciaio, sarà il fulcro del complesso: uno spazio di connessione tra antico e moderno, dove la storia incontra la tecnologia.
I finanziamenti: un impegno collettivo
Il progetto da £77 milioni è reso possibile grazie a una combinazione di fondi propri, contributi governativi e donazioni private.
Una parte significativa proviene dalla National Lottery Heritage Fund, che ha assegnato £9,7 milioni il 7 ottobre 2025, in concomitanza con la World Space Week.
Questa donazione segna un momento importante per il patrimonio britannico: non solo un investimento in un luogo iconico, ma una dichiarazione d’intenti per rafforzare la divulgazione scientifica nel Regno Unito.
Altri contributi provengono da fondazioni educative e da enti privati legati all’industria aerospaziale e tecnologica. I Royal Museums Greenwich, che gestiscono l’intero complesso, hanno inoltre destinato parte delle proprie riserve a sostenere l’iniziativa.
Un laboratorio di cultura e scienza per Londra
Il nuovo Royal Observatory non sarà solo un museo, ma un centro di ricerca e divulgazione dinamico, in grado di ospitare eventi pubblici, corsi per studenti e programmi internazionali.
La missione è chiara: riportare l’astronomia al centro della cultura cittadina, rendendola accessibile a tutti, dai turisti ai residenti, dai bambini agli studiosi.
Con l’apertura delle nuove gallerie, il pubblico potrà scoprire come gli astronomi del passato tracciavano le rotte dei navigatori o sincronizzavano gli orologi delle navi con il Meridiano Zero. Ma potrà anche esplorare le sfide future: la ricerca dei pianeti abitabili, la mappatura dell’universo, l’intelligenza artificiale applicata all’osservazione cosmica.
Il Peter Harrison Planetarium, al termine dei lavori, offrirà esperienze completamente rinnovate grazie a tecnologie immersive e proiezioni 8K. Le nuove sale potranno accogliere scuole e gruppi educativi, consolidando la vocazione formativa dell’istituzione.
La connessione con Greenwich Park e la comunità
Il nuovo padiglione d’ingresso rappresenta un’altra innovazione importante: collegherà in modo naturale Greenwich Park con l’osservatorio, creando un percorso che accompagna i visitatori dal paesaggio naturale alla dimensione celeste.
Questo progetto, fortemente sostenuto dal Royal Borough of Greenwich, vuole rafforzare il legame tra patrimonio, natura e comunità. Il sito, visitato ogni anno da centinaia di migliaia di persone, continuerà così a essere un punto d’incontro tra Londra e il mondo.
Un investimento per le generazioni future
Quando i lavori si concluderanno nel 2028, il Royal Observatory entrerà in una nuova epoca.
Il complesso non sarà solo un monumento del passato, ma un ponte tra scienza e società, tra tradizione e futuro.
Come ha sottolineato Paddy Rodgers, “questo luogo non deve essere un santuario silenzioso, ma uno spazio vivo, dove la curiosità diventa conoscenza e la conoscenza diventa ispirazione”.
Con la sua posizione simbolica lungo il Meridiano Zero, Greenwich continuerà a essere il punto in cui il tempo inizia, ma anche quello in cui il futuro si immagina.
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