Le nuove regole di frontiera UE: cosa cambia da ottobre 2025

Ottobre 12, 2025 - 15:00
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Le nuove regole di frontiera UE: cosa cambia da ottobre 2025

Da oggi, domenica 12 ottobre 2025, viaggiare tra Regno Unito e Unione Europea non sarà più come prima. Entrano infatti in vigore le nuove regole di frontiera dell’UE, note come Entry/Exit System (EES), un sistema digitale che rivoluziona il modo in cui vengono registrati gli ingressi e le uscite dei cittadini non appartenenti all’Unione. Un cambiamento che riguarda da vicino milioni di viaggiatori, in particolare i britannici, che dal 2020 non godono più della libertà di movimento europea dopo la Brexit. Ma cosa prevede esattamente il nuovo sistema, quali sono i vantaggi, le criticità e le conseguenze pratiche per chi viaggia da e verso l’Europa?

Che cos’è l’Entry/Exit System e perché viene introdotto

L’Entry/Exit System (EES) è un progetto della Commissione Europea e dell’agenzia eu-LISA, pensato per migliorare la sicurezza e l’efficienza delle frontiere esterne dell’area Schengen. In sostanza, si tratta di una banca dati digitale che registrerà tutti gli ingressi e le uscite dei cittadini non UE, sostituendo il vecchio sistema dei timbri manuali sui passaporti. Ogni volta che un viaggiatore entra o esce dall’area Schengen, il sistema raccoglierà in modo automatizzato una serie di dati biometrici e identificativi: fotografia del volto, impronte digitali, dati del passaporto, data e luogo d’ingresso o uscita.
L’obiettivo dichiarato è duplice: da un lato, aumentare la sicurezza interna dell’Unione, tracciando con maggiore precisione chi entra e chi esce; dall’altro, ridurre gli errori e le frodi documentali. Oggi, infatti, i timbri manuali sono facilmente falsificabili e rendono complesso verificare chi abbia oltrepassato il limite dei 90 giorni di permanenza previsto per i soggiorni brevi. Con l’EES, invece, tutto sarà automatizzato e immediatamente verificabile dai sistemi informatici.
Secondo la Commissione Europea, questa innovazione segna “un passo decisivo verso un’Unione più sicura e più efficiente nei flussi migratori e turistici”, garantendo un controllo più rapido ai valichi e una maggiore trasparenza per i viaggiatori.

A chi si applicano le nuove regole e quali sono le eccezioni

Il nuovo sistema riguarda tutti i cittadini non appartenenti all’Unione Europea o all’area Schengen che attraversano i confini esterni dell’UE, sia per motivi di turismo che di lavoro. Tra questi rientrano naturalmente i cittadini del Regno Unito, che dopo la Brexit sono considerati viaggiatori di paesi terzi. Ciò significa che, ogni volta che entrano in un Paese Schengen — ad esempio Francia, Spagna, Italia, Germania o Paesi Bassi — i loro dati biometrici verranno raccolti e memorizzati.
Le eccezioni riguardano i cittadini UE e quelli di Islanda, Norvegia, Liechtenstein e Svizzera, che continueranno a viaggiare liberamente, nonché gli irlandesi, poiché l’Irlanda non fa parte dell’area Schengen e mantiene accordi bilaterali con il Regno Unito.
Sono previste deroghe anche per i minori di 12 anni, che saranno esentati dal rilascio delle impronte digitali, pur dovendo comunque essere fotografati al primo ingresso. Chi è titolare di un permesso di soggiorno UE valido o di un visto di lunga durata non dovrà ripetere le procedure biometriche a ogni viaggio.

Come funzionerà l’EES in pratica

All’arrivo in un Paese Schengen, i viaggiatori non UE dovranno completare una fase di registrazione che comprende la scansione del passaporto, una fotografia frontale e la rilevazione delle impronte digitali. Una volta completata questa operazione, il sistema genererà un profilo digitale del viaggiatore, che sarà utilizzato per tutti i successivi attraversamenti delle frontiere.
Il sistema sostituirà dunque i vecchi timbri e registrerà automaticamente la durata del soggiorno, calcolando i giorni rimanenti dei 90 concessi nel periodo di 180. Questo dovrebbe ridurre gli errori di conteggio e rendere più efficiente il lavoro degli agenti di frontiera.
In caso di soggiorni regolari, i dati biometrici saranno conservati per tre anni, ma se il viaggiatore dovesse eccedere il limite consentito o commettere violazioni, la durata potrà estendersi a cinque. Come spiegato da Al Jazeera, il sistema mira anche a “rafforzare la cooperazione tra Stati membri e a contrastare i flussi irregolari, rendendo più semplice individuare chi resta oltre i termini di legge”.

L’impatto per i cittadini britannici

Per i viaggiatori britannici, abituati per decenni alla libertà di movimento europea, si tratta di un cambiamento sostanziale. Ogni ingresso in Europa richiederà ora un controllo più accurato e, almeno nelle prime fasi, tempi di attesa più lunghi. I punti più sensibili saranno quelli di maggiore traffico, come il porto di Dover, il terminal Eurotunnel di Folkestone e la stazione Eurostar di St Pancras, dove sono già stati installati i sistemi biometrici.
In questi cosiddetti “juxtaposed controls”, i controlli europei avvengono fisicamente su suolo britannico: i passeggeri diretti in Francia, Belgio o Olanda verranno quindi registrati prima della partenza. Secondo una stima di Reuters, il nuovo processo potrebbe richiedere circa sei minuti per veicolo, contro i 30-60 secondi attuali. Un aumento significativo, che tuttavia dovrebbe ridursi una volta completata la registrazione iniziale e ottimizzato il flusso informatico.
Le autorità britanniche e francesi hanno investito oltre 40 milioni di sterline per ampliare gli spazi e installare nuove postazioni di controllo, al fine di evitare le congestioni viste negli scorsi anni. Sono stati inoltre predisposti siti di attesa temporanei nel Kent per i mezzi in transito, in caso di rallentamenti.

Tempistiche e attuazione graduale

Nonostante l’entrata in vigore ufficiale del 12 ottobre 2025, l’EES sarà introdotto gradualmente nei vari Stati membri. Inizialmente riguarderà solo alcune tipologie di traffico — ad esempio gli autobus turistici e il trasporto merci — per poi estendersi progressivamente a tutti i veicoli privati e ai passeggeri a piedi. La piena operatività è prevista entro aprile 2026, secondo quanto riportato dal Consiglio dell’Unione Europea.
Gli aeroporti internazionali come Parigi Charles de Gaulle, Amsterdam Schiphol, Madrid Barajas e Roma Fiumicino sono già pronti con i chioschi automatizzati che permetteranno di completare parte della registrazione in modalità self-service. Tuttavia, le autorità avvertono che nei primi mesi potrebbero verificarsi ritardi e file più lunghe, specie durante le festività natalizie.

I benefici attesi e le critiche

Secondo la Commissione Europea, l’EES renderà i confini “più sicuri, veloci e trasparenti”, migliorando la raccolta dati e la cooperazione tra le forze di sicurezza dei vari Stati. L’obiettivo è anche quello di agevolare i viaggiatori frequenti, che potranno contare su un sistema automatizzato e meno soggetto a discrezionalità umana.
Tuttavia, non mancano le preoccupazioni. Alcune associazioni per la privacy hanno sollevato dubbi sull’accumulo di dati biometrici e sulla loro gestione. Il regolamento europeo prevede che le informazioni vengano conservate solo per il tempo necessario e che siano accessibili unicamente alle autorità autorizzate, ma il timore di abusi resta. Inoltre, i sindacati degli operatori di frontiera segnalano il rischio di sovraccarichi di lavoro e possibili rallentamenti, soprattutto nei porti britannici.
Anche il governo del Regno Unito ha espresso cautela: pur non potendo intervenire direttamente sulle politiche dell’UE, Downing Street ha chiesto “chiarezza e collaborazione tecnica” per evitare disagi ai viaggiatori britannici.

Relazione con il futuro sistema ETIAS

Il lancio dell’EES è solo la prima tappa di una più ampia strategia di digitalizzazione dei confini europei. Entro la fine del 2026 entrerà infatti in funzione anche l’ETIAS (European Travel Information and Authorisation System), una sorta di “autorizzazione elettronica di viaggio” simile all’ESTA statunitense. I cittadini di paesi esenti da visto — come appunto i britannici — dovranno richiedere online un permesso prima della partenza, valido per tre anni e al costo di 7 euro.
L’EES e l’ETIAS lavoreranno in sinergia: il primo registrerà i movimenti fisici alle frontiere, il secondo controllerà i profili dei viaggiatori prima che partano. In questo modo, l’Unione punta a creare un ecosistema di sicurezza integrato, in grado di bilanciare controllo e mobilità.

Come prepararsi al nuovo sistema

Le autorità europee e britanniche raccomandano ai viaggiatori di informarsi con anticipo e prevedere tempi più lunghi per i controlli, specialmente nei primi mesi di attuazione. Chi utilizza frequentemente il traghetto o l’Eurotunnel dovrebbe tenere conto dei nuovi requisiti biometrici, portando con sé un passaporto valido e collaborando con gli agenti durante la registrazione.
Nei prossimi mesi, i siti ufficiali dei vari porti e aeroporti pubblicheranno guide dettagliate su come prepararsi al meglio. Alcune compagnie, come Eurostar e P&O Ferries, hanno già iniziato a fornire istruzioni ai passeggeri, mentre i governi locali stanno avviando campagne informative per aumentare la consapevolezza pubblica. Un sondaggio condotto dal Guardian rivela infatti che quasi la metà dei cittadini britannici non è ancora a conoscenza delle nuove procedure, nonostante il loro imminente avvio.

Uno scenario in trasformazione

Il nuovo sistema EES rappresenta una svolta tecnologica e politica per l’Europa. È il segno di un continente che, pur aprendosi al mondo, desidera mantenere il controllo dei propri confini in modo più rigoroso e intelligente. Per il Regno Unito, invece, è il primo banco di prova della vita post-Brexit, dove il confine con l’Europa diventa nuovamente un luogo di dogana, controllo e confronto.
Come spesso accade, ogni innovazione porta con sé una fase di adattamento: ci saranno inevitabilmente disagi iniziali, ma nel medio periodo il sistema potrebbe migliorare la gestione dei flussi e ridurre i rischi di ingresso irregolare. Se ben implementato, l’EES potrà diventare un modello per altri continenti, segnando un passo importante verso un’Europa più integrata dal punto di vista tecnologico e più consapevole della propria sicurezza.

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