Manifesto della meccanica, ecco le tre direttrici per rilanciare l’industria europea e tutelare l’export

Ottobre 15, 2025 - 03:30
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Manifesto della meccanica, ecco le tre direttrici per rilanciare l’industria europea e tutelare l’export

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Manifesto della meccanica, ecco le tre direttrici per rilanciare l’industria europea e tutelare l’export



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La Federazione Anima Confindustria ha presentato a Bruxelles il “Manifesto della meccanica 2025”, chiedendo all’Unione Europea di fornire una risposta operativa e non solo politica alle sfide attuali. Il documento propone tre direttrici: rilanciare la politica industriale con strumenti e semplificazioni, gestire in modo equilibrato la transizione ecologica e difendere la competitività e l’export contro i dazi statunitensi e la concorrenza sleale.

Pubblicato il 14 ott 2025



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Non protezionismo, ma condizioni giuste per competere: è questa la richiesta avanzata da Anima Confindustria ai rappresentanti delle istituzioni europee nel corso di un incontro promosso dall’ufficio Anima Bruxelles.

La missione ha avuto l’obiettivo di sollecitare un impegno politico e operativo affinché l’Unione Europea offra una risposta strategica di fronte ai dazi imposti dagli Stati Uniti e alle sfide della transizione ecologica, che rischiano di compromettere la competitività della manifattura europea.

Nel corso dell’incontro è stato presentato il documento “Manifesto della Meccanica 2025 per l’UE – Un nuovo patto per l’industria italiana ed europea”, frutto di un ampio lavoro di analisi e confronto con le trentaquattro associazioni federate Anima.

Manifesto della Meccanica 2025 per l’UE: le azioni proposte

Il documento propone tre direttrici di azione:

  • rilanciare una politica industriale europea coordinata, con strumenti concreti e semplificazioni normative
  • gestire in modo equilibrato la transizione ecologica, integrando innovazione di frontiera e tecnologie già disponibili
  • tutelare l’export e la concorrenza internazionale, chiedendo una risposta alle nuove barriere commerciali che colpiscono in modo sproporzionato la meccanica.

“Serve un’Europa capace di fornire risposte operative e non solo politiche, ha dichiarato Pietro Almici, presidente di Anima Confindustria.

“Le imprese della meccanica hanno bisogno di politiche industriali chiare ed efficaci per affrontare le sfide che ci attendono. Dobbiamo difendere la competitività e il know how delle nostre imprese, per difendere la capacità produttiva e tecnologica dell’Europa stessa”, aggiunge.

Il cuore industriale europeo sotto pressione tra dazi e incertezze

L’industria rappresentata da Anima, che con oltre 55,5 miliardi di euro di fatturato e più di 221.000 addetti costituisce il fulcro del sistema produttivo europeo e vanta una forte propensione all’export, si trova oggi ad affrontare un contesto di crescente vulnerabilità.

La Federazione evidenzia come la combinazione di crisi geopolitiche, nuove normative ambientali e tensioni commerciali rischi concretamente di alterare gli equilibri industriali globali a svantaggio dell’Europa.

A Bruxelles, l’attenzione si è concentrata soprattutto sui dazi americani, che stanno penalizzando duramente la meccanica industriale e strumentale. Nonostante l’accordo quadro precedentemente siglato tra UE e USA, la Casa Bianca ha introdotto unilateralmente nuovi dazi che si rivelano particolarmente impattanti.

In particolare, è stata applicata un’aliquota del 50% sulle componenti in acciaio e alluminio relative a 407 codici doganali. Questa misura, che colpisce l’80% della produzione dei settori rappresentati da Anima e porta i dazi a percentuali ben oltre il 15%, è aggravata da un iter burocratico eccessivamente complesso per le aziende.

Di fronte a questa incertezza, la Federazione Anima è chiara: la pianificazione dell’export è insostenibile senza regole doganali trasparenti e un deciso sostegno europeo coordinato. Il rischio, già tangibile, è la perdita di quote di mercato negli Stati Uniti, che rappresentano il primo partner commerciale extraeuropeo per il settore.

Energia, neutralità tecnologica e nuovi mercati: le altre priorità di Anima

Tra le altre priorità sollevate dai rappresentanti della Federazione, emerge con forza l’esigenza di un approvvigionamento energetico sicuro, accessibile e a costi competitivi, ritenuto una precondizione essenziale per garantire la sostenibilità delle intere filiere produttive.

Per la Federazione, la transizione ecologica deve imperativamente bilanciare la legittima ambizione ambientale con il realismo economico, integrando le soluzioni tecnologiche immediatamente disponibili con le innovazioni a più lungo termine.

In questa ottica, Anima propone un “Clean Industrial Deal” che, pur in continuità con il Green Deal europeo, sia saldamente fondato sui principi di neutralità tecnologica e competitività. Le aziende devono avere la libertà di scegliere le migliori tecnologie per la riduzione delle emissioni, evitando vincoli prescrittivi che finirebbero per penalizzare la produzione e l’occupazione nel continente.

Contemporaneamente, la Federazione sollecita un rafforzamento del dialogo con le istituzioni europee per diversificare i mercati di destinazione. L’obiettivo è quello di spingere su accordi strategici come quello con il Mercosur e di stabilire nuovi partenariati con le aree in rapida crescita in Asia e in Africa.

È fondamentale che tali intese garantiscano una rigorosa reciprocità normativa e l’applicazione degli standard europei di qualità e sicurezza, proteggendo così i produttori del continente dalla concorrenza sleale e dalle importazioni non conformi.

“Chiediamo una visione strategica che metta le imprese nelle condizioni di investire, innovare e crescere. In quest’incontro, che ha visto coinvolto tutto il Consiglio Generale di Anima, abbiamo ribadito il rischio di tutta l’Europa di indebolire i propri asset produttivi e di perdere terreno rispetto ad altri blocchi economici. Non chiediamo protezioni o favoritismi, ma condizioni giuste per competere”, ha concluso Almici.

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