Marocco. Sahara Occidentale: gli USA spingono per Rabat, Algeri incassa e tace

di Giuseppe Gagliano –
Nel teatro sabbioso e dimenticato del Sahara Occidentale si consuma una delle più longeve e intricate crisi del sistema internazionale post-coloniale. L’ultima scintilla è arrivata da Washington, dove il nuovo segretario di Stato Marco Rubio ha riaffermato con toni netti il sostegno degli Stati Uniti alla sovranità marocchina su quel territorio. A fargli da sponda, in una scenografia diplomatica ben studiata, il ministro degli Esteri marocchino Nasser Bourita.
Un gesto che non sorprende, se si considera che la posizione americana affonda le radici in una decisione del 2020: l’allora presidente Donald Trump, nel quadro degli Accordi di Abramo, aveva “barattato” il riconoscimento della sovranità marocchina sul Sahara in cambio della normalizzazione delle relazioni tra Rabat e Tel Aviv. Un’operazione politica che aveva trasformato una questione di decolonizzazione in merce di scambio geopolitico.
Algeri, da sempre sponsor del Fronte Polisario e dell’autoproclamata Repubblica Democratica Araba Sahrawi, ha espresso rammarico, ma nulla di più. Nessun ambasciatore richiamato, nessuna misura di ritorsione. Una reazione blanda se si considera la portata simbolica e strategica dell’affronto.
La posizione americana, come ribadito da Rubio, è chiara: il piano marocchino per un’autonomia amministrativa sarebbe “l’unica base” per una soluzione stabile e condivisa. Una linea che ignora completamente le risoluzioni dell’ONU, che dal 1991 indicano nel referendum di autodeterminazione lo sbocco legittimo della crisi. E che svuota di senso la missione MINURSO, congelata da anni e incapace di compiere il proprio mandato.
Dietro le quinte, si intravedono logiche economiche e geopolitiche ben più ciniche. Gli Stati Uniti puntano a rafforzare i rapporti con un alleato stabile nel Maghreb, utile anche per bilanciare l’influenza crescente di Cina e Russia nella regione. Al contempo, come riporta Morocco World News, Algeri avrebbe cercato di offrire aperture su Israele e terre rare pur di ottenere una neutralità americana. Tentativo fallito.
Il Marocco, forte del sostegno occidentale e del silenzio sostanziale delle potenze arabe, continua a legittimare la propria occupazione di fatto dell’80% del Sahara Occidentale. Il Fronte Polisario, dal canto suo, denuncia l’ostruzionismo di Rabat e rivendica il diritto all’autodeterminazione del popolo sahrawi.
Ma la partita è ormai geopolitica. La Francia ha seguito l’esempio di Washington nel 2024, la Spagna si è allineata già due anni prima. Resta solo l’Algeria, isolata e frustrata, che nel 2020 aveva reagito con forza al voltafaccia spagnolo ma oggi si limita a proteste formali.
Forse consapevole che nel nuovo scacchiere globale, il principio di autodeterminazione vale poco. E che il Sahara Occidentale, con le sue sabbie e i suoi fosfati, non è che un’altra pedina sacrificabile sull’altare delle nuove alleanze.
Qual è la tua reazione?






