Meta, esodo di massa dal team AI da milioni di dollari

Shengjia Zhao, co-creatore di ChatGPT, ha firmato le dimissioni da Meta pochi giorni dopo essere stato assunto. Avi Verma ha completato l’onboarding ma non si è presentato al primo giorno di lavoro. Ethan Knight è durato poche settimane. Rishabh Agarwal quattro mesi. Il team AI che Mark Zuckerberg aveva assemblato offrendo stipendi milionari e rubando talenti a OpenAI, Google e Apple si sta disintegrando poco alla volta.
Meta in crisi: l’esodo di massa dal team AI
Zuckerberg aveva condotto personalmente una delle campagne di assunzione più aggressive nella storia recente della Silicon Valley. Offerte di lavoro da milioni di dollari, benefit straordinari, la promessa di lavorare sulla “superintelligenza personale“. Il CEO di Meta aveva messo la sua reputazione in gioco per costruire quello che doveva essere il team AI più talentuoso del mondo.
Il Meta Superintelligence Lab era strutturato in quattro divisioni: il “TBD Lab” per sviluppare la superintelligenza attraverso nuove assunzioni, un team per i prodotti AI, uno per le infrastrutture, e uno per le iniziative a lungo termine. Sulla carta, la struttura perfetta per competere con OpenAI.
Il caso più eclatante è quello di Shengjia Zhao. Dopo essere stato corteggiato personalmente da Zuckerberg, è entrato in Meta in pompa magna. Pochi giorni dopo minacciava di andarsene. Ha letteralmente firmato i documenti di dimissione prima che l’azienda gli offrisse il titolo di “Chief AI Scientist” per convincerlo a restare.
Ma non sono solo i nuovi arrivi a fuggire. Veterani con anni di esperienza stanno abbandonando la nave in massa. Chaya Nayak e Loredana Crisan del team GenAI, con quasi vent’anni di esperienza in azienda, hanno annunciato la loro partenza. Altri veterani li stanno seguendo a ruota.
Le tensioni tra new entry e veterani
Secondo fonti interne riportate da Ars Technica, il problema principale sono le tensioni tra vecchi e nuovi dipendenti. I veterani vedono i nuovi arrivati super-pagati come una minaccia, creando una competizione malsana.
La struttura organizzativa è un caos. Yann LeCun, storico capo scienziato AI di Meta, ora riporta ad Alexandr Wang, uno dei nuovi arrivati. Ahmad Al-Dahle, la mente dietro Llama e altri progetti chiave di AI generativa, non dirige nessun team nonostante i suoi contributi fondamentali. Wang bypassa il Chief Product Officer Chris Cox e riporta direttamente a Zuckerberg, creando ulteriori tensioni.
Meta minimizza
La risposta ufficiale di Meta alle notizie dell’esodo è stata sarcastica: Apprezziamo l’enorme interesse che viene dimostrato per ogni minimo dettaglio del nostro lavoro sull’intelligenza artificiale, per quanto insignificante o banale possa essere, ma noi siamo concentrati solo sul nostro lavoro per realizzare la superintelligenza personale.
Quando le tensioni tra Zuckerberg e Wang sono emerse, Meta le ha liquidate come tensioni inventate prive di fondamento, chiaramente alimentate da persone drammatiche e pettegole
. Il tono difensivo e sprezzante tradisce un nervosismo che l’azienda cerca di nascondere.
Il sogno della superintelligenza che si allontana
Zuckerberg aveva venduto ai nuovi assunti la visione di creare la “superintelligenza personale“, un’AI che superi le capacità umane in ogni campo. Ma i disaccordi sulle tempistiche sono evidenti. Alcuni credono sia questione di anni, altri di decenni. Questa mancanza di allineamento strategico sta minando il morale del team.
Il paradosso è che mentre Meta perde talenti, la pressione degli investitori l’ha costretta a congelare nuove assunzioni nel settore AI. Non può sostituire chi se ne va, creando un circolo vizioso di sovraccarico di lavoro e ulteriori dimissioni.
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