Money, money, money: l’estetica Boom Boom vuole farci sentire ricchi

Maggio 27, 2025 - 17:31
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Money, money, money: l’estetica Boom Boom vuole farci sentire ricchi

Money money money/must be funny in the rich man’s world. Avevano ragione gli Abba: e se proprio non possiamo goderci i benefici della vita da ricchi, possiamo almeno copiarne lo stile. No, non stiamo parlando del quiet luxury e del lusso che non vuole essere notato. Al contrario: cappotti di pelliccia, abbronzature finte, chiome voluminose, power suit dalle spalle larghe e cravatte colorate. Insomma: si torna a guardare agli anni Ottanta e a quella frenesia spendacciona, spregiudicata e chiassosa, al limite del cafone.

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Cos’è l’estetica Boom Boom

Il “copyright” dell’espressione è di Sean Monahan, lo stesso che ha spiegato al mondo cos’è il normcore. Il nome deriva dalla Boom Boom Room dello Standard Hotel di New York, club famoso per gli interni dorati e per la clientela stellare. Si è iniziato a parlare di una svolta “boom boom” nella moda dopo le sfilate di gennaio e febbraio, che hanno riportato la pelliccia in passerella e hanno reso omaggio alle silhouette anni Ottanta.

Ci sono diversi modi di declinare l’estetica Boom Boom: completo maschile, cravatta e capelli cotonati. Oppure abiti da sera scintillanti, unghie laccate di rosso, gioielli e abbronzatura visibilmente finta. O ancora: tailleur strutturati e stampe animalier (altro grande ritorno). Per una volta esagerare non solo è concesso, ma è fondamentale. Più trucco, più volume, più stampe.

L’immaginario estetico Boom Boom ci riporta agli anni Ottanta di Dynasty o, se preferite, nella New York descritta dal film The Wolf of Wall Street: denaro, avidità, potere, ostentazione.

Elsa Hosk in un power suit Saint Laurent

Da White Lotus a Rihanna: è l’era dell’ostentazione

Vestiti per il lavoro che vuoi, non per quello che hai, scriveva Austin Kleon in un famoso saggio. Sono anni ormai che vogliamo vestirci da ricchi: prima attraverso la rarefatta estetica Old Money, ora con quella Boom Boom. Entrambe affondano le radici in un mondo di privilegi e lusso senza ombre di recessione, né di crisi, ma solo una delle due cerca di nasconderlo – o almeno di dissimularlo.

Perché c’è ricchezza e ricchezza. C’è la ricchezza ereditata, a cui non si fa più caso, a cui si è assuefatti. La ricchezza Boom Boom è quella dei soldi fatti in fretta, quando il mercato azionario cresceva e si festeggiava facendo volare i tappi delle bottiglie di champagne – da cui l’onomatopea boom boom. C’è qualcosa di muscolare e aggressivo nei codici di questo nuovo trend.

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Politicamente, è facile legarla al ritorno di Trump (vero interprete della spregiudicatezza degli anni 80) e all’avanzata delle trad wives. Ma i segni erano sparsi un po’ ovunque, commenta Morwenna Ferrier sul Guardian. Rihanna che mangia il caviale sulle crocchette di pollo. Il ritorno della vecchia Hollywood sui red carpet.

La scomparsa della body positivity in passerella e agli eventi, a favore di corpi magrissimi (su cui si allunga l’ombra dei farmaci) e di volti scolpiti da botox e filler. Oppure Chappell Roan – aggiungiamo noi – che rinuncia ai lustrini e si annoda la cravatta come un “vero uomo” per presentare il singolo The Giver.

Anche le serie tv di largo consumo – come The White Lotus – ci portano nel mondo degli ultraricchi, svelandone i lati più grotteschi e crudeli. L’ultimo esempio è Sirens di Netflix, con una Julianne Moore fasciata in pepli bianchi nel ruolo dell’eccentrica miliardaria con il pallino della fauna selvatica.

L’estetica Boom Boom ci parla di un’economia in difficoltà

Non ci troviamo di fronte all’ennesimo microtrend lanciato da TikTok: Secondo Monahan, stiamo assistendo solo a un cambiamento di atteggiamento molto ampio, seppure ancora all’inizio. Ma attenzione: l’ostentazione della ricchezza non rispecchia un momento di  crescita economica, né un agio diffuso. Al contrario: è la presa di consapevolezza che il mondo brucia. Ora che la coperta è corta – paradossalmente – chi può spendere non ha paura di dirlo. Anzi: di urlarlo al mondo tra pellicce, gioielli vistosi e capelli cotonati. Bigger is better, più è meglio.

Spesso si tende a cercare in passerella qualche indizio su ciò che ci aspetta: le vendite dei rossetti in aumento di solito non sono un buon segno (almeno così dice il Lipstick Index). Così come non lo sono le gonne lunghe, gli orli severi e i colori scuri, tanto da meritare il nome di Recessioncore. C’è perfino un preciso colore di capelli – il Recession Blonde – che annuncia tempi difficili.

donald ivana trump estetica boom boom anni 80

L’estetica Boom Boom “originale”: Donald e Ivana Trump (Ron Galella Collection/Getty Images)

L’estetica Boom Boom salda due costanti del nostro tempo: l’incertezza del futuro e la nostalgia per un passato mitizzato. I Millennial e la Gen Z si sono affacciati alla vita adulta tra una crisi economica e l’altra, mentre i genitori raccontavano loro di quanto fosse tutto più facile, più divertente e più bello negli anni Ottanta. E allora ben vengono le cravatte larghe di papà e le spalline di mamma: ben vengano i club, le auto sportive, le bottiglie di champagne. Se tutto va a rotoli, almeno godiamoci l’ultima festa.

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Redazione Redazione Eventi e News