Monia Bortolotti assolta dall’accusa di aver ucciso i figli neonati: per Alice mancano le prove, per Mattia “incapace di intendere”

Novembre 14, 2025 - 18:00
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Monia Bortolotti assolta dall’accusa di aver ucciso i figli neonati: per Alice mancano le prove, per Mattia “incapace di intendere”

Assolta dall’accusa di aver ucciso i suoi due bambini neonati, Alice e Mattia, rispettivamente di 4 e 2 mesi. È questa la sentenza pronunciata dalla Corte d’Assise di Bergamo (presidente Patrizia Ingrascì, giudice a latere Andrea Guadagnino) nei confronti di Monia Bortolotti.

In particolare i giudici hanno ritenuto che per la morte di Alice “il fatto non sussiste”, la vecchia insufficienza di prove, mentre per la morte di Mattia la Corte ha riconosciuto la donna “non punibile” per lo “stato di totale incapacità di intendere e volere al momento del fatto”. Bartolotti in ogni dovrà restare in 10 anni in una Rems, le strutture psichiatriche per le misure di sicurezza, in quanto ritenuta socialmente pericolosa dalle perizie degli psichiatri.

La Procura, che tramite la pm Maria Esposito aveva sostenuto la necessità di una nuova perizia psichiatrica per la 29enne di origini indiane cresciuta in Val Seriana, aveva chiesto per Bortolotti l’ergastolo e sei mesi di isolamento diurno. L’avvocato difensore, Luca Bosisio, al contrario aveva chiesto l’assoluzione per entrambe le morti o il proscioglimento per vizio di mente.

Nell’aula di tribunale Monia Bortolotti non era presente, così come nelle altre udienze: dopo l’arresto nel novembre 2023, già dall’estate del 2024 era stata trasferita dal carcere alla Rems di Castiglione delle Stiviere, in provincia di Mantova.

I due figli di Monia, Alice e Mattia Zorzi, morirono rispettivamente il 15 novembre 2021 e il 25 ottobre 2022 nell’appartamento di Pedrengo, dove la 29enne viveva assieme al compagno: in entrambi i casi lei era da sola in casa al momento del decesso. Secondo la tesi della Procura, Bortolotti avrebbe soffocato entrambi i figli perché non reggeva più il loro pianto: una tesi sempre negata, con versioni a volte contradittorie, dall’imputata.

Dopo la morte di Mattia, sul corpicino venne disposta l’autopsia: da una parte per quanto avvenuto poche settimane dopo la sua nascita, col neonato portato dai genitori all’ospedale Papa Giovanni XXIII perché cianotico e lì ricoverato per un mese, dall’altra per il precedente della sorellina Alice.

Il medico legale concluse che morì per un’insufficienza respiratoria acuta da asfissia meccanica: la Procura accusava la madre di averlo stretto a sé fino a farlo soffocare e per questo fu riesumata anche la salma di Alice. Una decisione rivelatasi inutile: dal corpo, in pessimo stato di conservazione, i medici non riuscirono a trovare risposte certe. Impossibile per giudici, da qui probabilmente la decisione di assolvere Bortolotti, provare l’omicidio della neonata. Entro 90 giorni saranno pubblicate le motivazioni della sentenza.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia