Negli Usa i combustibili fossili copriranno solo fino al 75% la domanda di energia, determinanti le rinnovabili

Negli Stati Uniti, non tutti stanno seguendo il presidente Donald Trump sulla strategia pro-fossili centrata sulle trivelle e il motto «drill, baby, drill». Il caso appena accertato della California, in cui l’energia da fotovoltaico è aumentata del 17% nei primi otto mesi del 2025, non è isolato. Né potrà esserlo nei mesi e negli anni a venire, Trump o non Trump alla Casa Bianca. I sempre più numerosi e potenti impianti di data center e la crescita prevista della domanda di intelligenza artificiale non potranno essere soddisfatte senza ulteriori investimenti nelle energie rinnovabili, a causa delle limitazioni alla crescita delle estrazioni di petrolio e soprattutto di gas e carbone.
Secondo un nuovo rapporto di Wood Mackenzie, mentre l’America sta arrivando a un picco di crescita della domanda di energia di circa 90 GW entro il 2030, la produzione di elettricità a gas e a carbone sarà in grado di coprire soltanto circa 37 GW di tale crescita. Secondo il report dal titolo "Power hungry: why gas and coal alone won't keep up with US power demand growth" realizzato dall’azienda di ricerca e consulenza specializzata in dati e analisi per i settori dell’energia, soddisfare questa crescita della domanda entro il 2030 è la sfida più grande che il settore energetico statunitense si trova ad affrontare.
«Se ulteriori chiusure di impianti venissero ritardate - ha spiegato Patrick Huang, analista di Wood Mackenzie - la cifra potrebbe salire a 67 GW, ma c'è una notevole incertezza su quante altre chiusure saranno rinviate. I 90 GW di crescita della domanda sono ben al di sotto dei 160 GW di impegno di carico da parte dei grandi consumatori registrati da Wood Mackenzie, poiché l'offerta determina l'entità della crescita della domanda che potrà concretizzarsi». Huang ha aggiunto che, se le centrali a carbone e a gas aumentassero il loro utilizzo, il parco termoelettrico esistente potrebbe coprire fino a 47 GW di crescita della domanda di picco. Questa cifra rappresenta meno del 30% degli impegni di carico elevato assunti dalle aziende elettriche statunitensi e sarà compensata dai 98 GW di chiusure previste di centrali a carbone e a gas (59 GW che contribuiscono alla perdita di carico di picco) entro il 2030. Ulteriori rinvii delle chiusure potrebbero mantenere operativi 50 GW (di cui 30 GW contribuiscono al carico di picco) dopo il 2030, ma anche in questo scenario, la generazione a carbone e a gas non sarebbe sufficiente a soddisfare l'intera crescita della domanda. Poiché mantenere operative più a lungo le vecchie unità a carbone e a gas è costoso e potrebbe entrare in conflitto con le priorità statali, ritardare la chiusura di gran parte del parco eolico esistente sarà una sfida.
Il rapporto sottolinea che le strozzature nella produzione rappresentano un ostacolo fondamentale alla realizzazione di nuova capacità termica. Gli ordini di turbine a gas attualmente richiedono tempi di consegna prolungati, con nuove aggiunte di impianti a gas limitate a 58 GW (49 GW di contributo al carico di picco) tra il 2025 e la fine del 2030. Inoltre, l'aumento del costo delle turbine a gas renderà queste aggiunte molto costose rispetto agli attuali prezzi all'ingrosso dell'elettricità. La nostra analisi mostra che le energie rinnovabili devono svolgere un ruolo chiave nel rendere più accessibile la crescita della domanda negli Stati Uniti.
«Sebbene la produzione di energia da gas e carbone avrà un ruolo importante nel consentire una forte crescita del carico, è chiaro che il parco termico esistente non può soddisfare da solo questa nuova domanda», ha affermato Huang. «Saranno necessari investimenti consistenti nelle energie rinnovabili e nello stoccaggio per soddisfare la crescita della domanda statunitense in questo arco di tempo. Inoltre, dato che il sole splende solo durante il giorno e lo stoccaggio economico di energia a lunga durata non è ampiamente disponibile, la produzione eolica dovrà essere una parte fondamentale per soddisfare la crescita della domanda».
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