Nuovi satelliti e Space Factory: i piani di Sitael, la più grande azienda 100% privata dello space in Italy

Articolo tratto dal numero di agosto 2025 di Forbes Italia. Abbonati!
Con satelliti piccoli e leggeri, prodotti in serie, anche l’Italia ora può lanciare in orbita costellazini in tempi record. Per Sitael, gioiello industriale e tecnologico con headquarter a Mola di Bari, gli smallsat sono sia una tradizione che il futuro. Chiara Pertosa è ceo dell’azienda a capitale totalmente privato più importante nella space economy italiana: 260 dipendenti, parte di Angel Holding, colosso industriale guidato da Vito Pertosa, specializzato nella progettazione e nello sviluppo di soluzioni ad alta tecnologia per i settori ferroviario, dell’aerospazio e della meccatronica digitale, con una forza lavoro costituita al 30% da donne ha anche ottenuto la certificazione di parità di genere.
L’ad parla a Forbes dell’ultimo prodotto, Empyreum, piattaforma satellitare standard “a prezzi competitivi”. In un’epoca in cui è importante lanciare velocemente e costruire un’indipendenza con proprie costellazioni di osservazione della Terra, Difesa e comunicazione (leggi: alternative a Starlink), l’Italia, sostiene la manager, “ha ottime carte per competere”.
Pertosa, parliamo dei nuovi satelliti Sitael, Empyreum. Quali sono le novità?
Empyreum è un prodotto innovativo rispetto all’attuale offerta del mercato. Coniuga alte prestazioni con un ottimo controllo della parte avionica e velocità di integrazione e assemblaggio. È equipaggiato con il nostro modulo di propulsione elettrica, Spark. È una nuova configurazione che utilizza prodotti anche commerciali, quindi con un livello di maturità tecnologica molto alto. Empyreum è ottimizzato per operare missioni in orbite diverse.
La propulsione elettrica, un punto di forza.
È una tecnologia distintiva di Sitael, critica per non dipendere da altri paesi. In Europa i player sono pochi e moltissimi produttori di satelliti faticano ad avere una propulsione elettrica che permetta di governare il satellite in maniera ottimale.
Da anni Sitael è impegnata nello sviluppo di satelliti con una taglia ridotta rispetto ai grossi dispositivi orbitali. Quali sono i vantaggi di Empyreum?
Ha una massa che va dai 150 ai 200, 220 chilogrammi ed è progettato per essere prodotto in serie. Per questo sarà presto disponibile sul mercato. Nasce dall’heritage di Platino, che era il nostro prodotto principale. Ora stiamo lavorando anche alla piattaforma satellitare Ng, la nuova generazione che supera la piattaforma Platino con sottosistemi tutti europei, un redesign più versatile e un’anima più commerciale.
Per quali tipi di missione in orbita è indicato Empyreum?
Essendo un satellite piccolo ma performante, è perfetto per l’osservazione della Terra e per le applicazioni duali (civili e militari, ndr), oggi molto richieste. È equipaggiato con prodotti di alto profilo e grande affidabilità. Può essere utilizzato per soddisfare esigenze istituzionali, ma anche per missioni commerciali, perché ha un prezzo ridotto rispetto agli altri sul mercato.
Un dettaglio in più: la capacità di comunicare tra satelliti.
Empyreum imbarcherà l’inter-satellite link, il sistema di comunicazione satellite-satellite, e in futuro una comunicazione ottica con il segmento di terra.
Detto altrimenti, sarà utile per costellazioni satellitari di comunicazione. Stiamo andando verso una un’alternativa made in Italy a Starlink? Il governo sta esplorando da tempo questa strada, l’Europa invece lavora a Iris2. L’industria è pronta?
È di certo nella nostra roadmap industriale. L’ecosistema italiano può contribuire con alcuni dei suoi prodotti, in particolare con le piattaforme di satelliti della classe 500-600 chili, alla quale stiamo lavorando e che presenteremo presto.
Come si posiziona il nostro Paese in questa epoca degli smallsat?
L’industria spaziale italiana ha ottime carte per competere in Europa. Con la costellazione Iride, sta dimostrando di poter fare anche cose complicate, come più satelliti in contemporanea.
A proposito di Iride, un segmento della costellazione italiana, finanziata dal Pnrr, è formato dai vostri Platino.
Sono i satelliti più pregiati della costellazione, i più grossi e importanti in termini di tecnologia e affidabilità. A bordo monteranno il sensore iperspettrale di Leonardo. Mi si consenta di dire che Platino è una signora piattaforma, adattata alle caratteristiche della missione, che siamo stati bravi nel riprogettare e produrre.
Tornando a Empyreum, quali sono i tempi di realizzazione?
Con l’output attuale, potremmo produrne due al mese. Ma abbiamo definito due step di allargamento della produzione, grazie ai quali si potrà arrivare ad averne fino a cinque ogni 30 giorni.
Questo coinvolge il lavoro delle nuove Space Factory di Sitael?
Sì, saranno prodotti qui, nella Space Factory inaugurata a marzo a Mola di Bari (un investimento da 40 milioni con contributi dell’Asi dal Pnrr, del ministero delle Imprese e del made in Italy e della Regione Puglia, ndr). Nella nuova Space Factory di Pisa, invece, c’è una linea di produzione di propulsori elettrici, di circa 300 metri quadri, dove assembleremo e testeremo i motori. Stiamo lavorando a un nuovo propulsore elettrico, Pulse 1K, che sarà molto utile nelle costellazioni per telecomunicazioni. E, speriamo, anche sui satelliti di Iris2. Sarà pronto per fine 2026 o nel primo quarto del 2027.
Quali altre novità all’orizzonte?
Al Living Planet Symposium, organizzato a Vienna dal direttorato di osservazione della Terra dell’Esa, abbiamo firmato la prima fase di una missione che si chiama HiBiDIS, nell’ambito del programma Scout. È una missione scientifica per osservare molti parametri della biodiversità, per la quale utilizzeremo proprio Empyreum, in collaborazione con l’Università di Zurigo e altri due partner belgi. Abbiamo vinto, insieme con altre tre realtà che fanno parte di grandi gruppi. Siamo molto soddisfatti, perché Sitael è l’unica vera midcap delle quattro, e con capitale interamente privato.
Che cosa pensa della legge italiana sulla space economy approvata di recente?
La ritengo una cornice, un framework corretto, che però dovrà essere riempito con decreti attuativi ben strutturati. Speriamo diano un contributo effettivo da cui partire per ampliare il business.
Temete che un’eccessiva burocrazia diventi una zavorra?
Tutti lo temono, non solo noi.
L’articolo Nuovi satelliti e Space Factory: i piani di Sitael, la più grande azienda 100% privata dello space in Italy è tratto da Forbes Italia.
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