Omicidio Aurora Tila, vi sembra giusto sbattere in carcere un 15enne per 17 anni?
Lui si dichiara innocente, però molti testimoni lo accusano. E lo accusa anche un compagno di cella che sostiene di avere ricevuto da lui una confessione. I giudici non hanno creduto all’imputato ma ai suoi accusatori. Lui all’epoca dei fatti era un ragazzino, aveva 15 anni. La sua vittima era più piccola di lui, aveva 13 anni.
Se le cose sono andate come sostiene l’accusa stiamo parlando di un delitto tremendo, con una quantità incredibile di furia e di crudeltà. Dice la sentenza che il ragazzino avrebbe portato la sua fidanzatina, o forse solo amica, o forse ex fidanzata, al piano più alto di un edificio di Piacenza, l’avrebbe picchiata forte e poi l’avrebbe buttata giù dalla finestra, uccidendola. Di più: lei si sarebbe aggrappata al davanzale e lui l’avrebbe colpita tante volte sulle dita fino a farla cedere. La ragazzina, che si chiamava Aurora Tila, fece un volo di cinque piani e si schiantò sul terrazzo. Il medico legale dice che morì trenta secondi dopo l’urto. Il compagno di cella del ragazzo che l’avrebbe uccisa dice che il ragazzo gli ha raccontato che quando era ancora aggrappata al davanzale Aurora avrebbe gridato: “perché mi fai questo, io ti amo!”. Lui si difende e giura di non avere mosso un dito e che Aurora si suicidò davanti a lui.
Da quel che sembra le prove contro il ragazzo sono schiaccianti. Molti testimoni avrebbero sentito le grida di Aurora, e l’autopsia avrebbe rilevato lesioni precedenti allo schianto . Il Pm non ha avuto dubbi e ha chiesto 20 anni di pena. I giudici hanno deciso per 17. In realtà gli anni sarebbero 25, ma un terzo di questa pena è decurtato perché il ragazzo ha accettato il processo immediato e quindi ha guadagnato lo sconto di un terzo. La questione a occhio non è se è colpevole o no. C’è un problema più generale che è questo: che senso ha condannare a una pena così lunga un ragazzino? Non sarebbe meglio studiare perché è successo, quali erano le sue condizioni sociali, personali, psichiche? Se si fosse fatto così si sarebbe commessa un’ingiustizia verso Aurora o verso la sua famiglia? No, la giustizia non è una macchina che può essere orientata dalla necessità e dal soppesamento della vendetta. E anche l’idea di punizione non può non essere in qualche modo proporzionale alla personalità, e dunque anche all’età del colpevole.
In queste settimane si sta molto discutendo addirittura della possibilità di abbassare l’età della punibilità. Oggi i bambini non sono punibili. L’idea di molti, anche in Parlamento, è quella di renderli punibili. Perché, si dice, stanno aumentando i delitti commessi dai giovanissimi, e si stanno moltiplicando le baby gang. A parte il fatto che forse questo non è vero, e che semplicemente si sta rafforzando l’interesse della stampa per questi fenomeni, ma anche se fosse vero, possibile che l’unico rimedio che riusciamo a immaginare è quello di allargare le porte del carcere in entrata? È questa la moderna civiltà giuridica?
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